Aurélia Steiner Pedregoso. Quella che abita a Lisboa ⁞ 2

Creato il 30 dicembre 2015 da Blue Amorosi

Rua Augusta, Lisbon | Portugal (by Nacho Coca)

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Glielo dico baciandola, le labbra sulla pelle, glielo dico a voce bassa, glielo grido, la chiamo dentro il suo corpo, contro la bocca, contro il muro. A un tratto sto immobile, in un contenimento che mi fa gemere, non ricordo più il suo nome, le comment à nom, e poi, tout bas, di nuovo glielo dico con uno sforzo doloroso come se il dirglielo stesso fosse la causa di questo dolore.

Le dico: Juden Aurélia, Juden Aurélia Steiner.

Mi tengo all’entrata du combien di Aurélia Steiner, resto lì con il glande, tempo con una cura estrema, goupillage che non abbia mai fine, ma sia misura colma, le carambolage du limer. Puis je l’enconne, je lui donne l’aubade, glielo metto tutto dentro, je le lui mets tout dedans, mon braquemard.

Con un movimento lento, molto lento, inverso a quello del suo impeto, j’entre dedans le corps d’Aurélia Steiner, dans le comment à nom, son histoire.

La lenteur, la lime, du Cricon-Criquette nous fait crier.

Di nuovo, urlo i nomi, li ripeto piano, ancora.

Le dico ancora i nomi, glieli ripeto ancora, ma senza voce, con una brutalità che ignoravo, avec un accent inconnu. Le comment à nom. O como do nome.

Como è o teu nome?

O como do nome Aurélia Pedregoso.

Como você se chama?

Eu me chamo o como do nome Aurélia Pedregoso.

Le poète à cheveux noirs était allongé sur le sol de sa chambre. Il la regardait.

Aurélia Steiner s’est rendormie.

Puis elle a entendu qu’il disait que ses yeux le brûlaient d’avoir regardé la beauté d’Aurélia Steiner. Que son bateau partait à midi, qu’il n’appartenait à personne de défini. Que ele não era livre de si mismo.

Ele se chama V.S. Gaudio.

Ele não mora em Lisboa.

Ele não tem dezoito anos.

Ele escreve.

da↓

AURĒLIA JUDĒJA PEDREGOSO

Aurélia Steiner de Lisbonne

Aurélia Steiner, quella che abita a Lisboa, non è quella donna estremamente colta di Karachi che ha ancora due passioni: se faire mousser le créateur e Maria Callas. E che mentre si rotola su sei tappeti Bakhtiari ascolta un’edizione pirata della Fedora.