Auriga di Delfi

Creato il 28 aprile 2013 da Marvigar4

fonte foto:

http://foto.libero.it/mario19350/foto/formati/Auriga-di-Delfi/lrg

http://www.tanogabo.it/delfi.htm

http://www.miti3000.it/mito/musei/delfi/delfi2.htm

   Il 28 aprile 1896, durante degli scavi fra i resti di una casa, nell’ambito dell’operazione archeologica sul santuario di Apollo a Delfi, venne scoperta la parte inferiore della statua di bronzo meglio nota come l’Auriga di Delfi. La statua fu portata completamente alla luce il 9 maggio dello stesso anno. Alta 1,80, di autore ignoto (si ipotizzano i nomi di Sotades di Tespie, di Pitagora di Reggio o di Pitagora di Samo), la statua bronzea rinvenuta è databile al 470-9 a.C e faceva parte di una quadriga commissionata da Polizelos (Polyzalos di Deinomedes), tiranno di Gela, probabilmente in memoria una vittoria ottenuta nella corsa con i carri, nel 478 o 474. L’incisione sulla base testimonia questa commissione, la statua fu fusa in parti separate e poi assemblata per essere posta sul carro, anch’esso di bronzo. Tra le particolarità di quest’opera c’è sicuramente il fatto che la figura sia del tutto vestita con una lunga tunica, con pieghe che sembrano spezzare la frontalità della forma pur nella sua immobilità; si può ritenere che l’insieme della composizione possa ritrarre il momento appena successivo alla vittoria nella gara, con lo schiavo che ferma i cavalli, o la preparazione alla stessa. Altri elementi che indicano il tentativo di dare dinamismo all’auriga sono la torsione che inizia dalla posizione dei piedi, in due direzioni diverse, il capo leggermente rivolto a destra e il busto ruotato rispetto al capo. Una novità rispetto alla tradizione scultorea fin qui conosciuta è rappresentata dalle basette presenti sul volto. I capelli sono cesellati fino all’altezza della fascetta, da cui fuoriescono due ciocche; il volto ha un’espressività rara, oserei dire unica, quasi a indicare nel viso l’individualità del personaggio, con le labbra ad intarsio di rame, gli occhi in pasta vitrea e pietra e le ciglia realizzate in una lamina sottile di bronzo più chiaro. Il braccio destro proteso in avanti movimenta ulteriormente la figura, spezzando il parallelismo tra i due arti (uno mancante). L’ Auriga di Delfi è attualmente conservata al Museo archeologico di Delfi.

© Marco Vignolo Gargini



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