Auto Elettriche

Creato il 09 marzo 2012 da Pedroelrey

Linkedin ha pubblicato ieri un’interessante sintesi dell’andamento dei diversi comparti negli ultimi cinque anni evidenziando i settori con una maggiore crescita e quelli con i peggiori risultati nel quinquennio.

Manco a dirlo, come evidenziato chiaramente dal grafico di sintesi dei risultati sottoriportato, sono i giornali tradizionali il segmento che ha registrato la peggior performance in assoluto tra tutti quelli presi in considerazione con una flessione del -28.4%. Esattamente agli antipodi Internet e online publishing entrambi con tassi di crescita quasi identici intorno al 25%.

Al tempo stesso Facebook introduce le liste d’interesse, ovvero la possibilità, come già avviene per Twitter, di creare delle liste di persone ed aziende che si seguono così da avere un filtro, o più, per organizzare e seguire le informazioni rispetto ai propri interessi.  Obiettivo non dichiarato, ma neppure troppo nascosto, quello di diventare la fonte d’informazione primaria delle persone consentendo di fatto di crearsi un quotidiano personalizzato come dimostra la lista “Washington Post Staff” immediatamente creata dal giornalista Mark Luckie ed i molti altri esempi che Facebook si è sollecitamente premurato di evidenziare e diffondere.

Se siete arrivati a leggere sin qui probabilmente vi starete chiedendo, visto il titolo, che diavolo centrino le auto elettriche con tutto questo. Il fatto è che mentre leggevo dell’andamento contrastante dei diversi comparti industriali, ed in particolare dei diversi segmenti in ambito editoriale, dopo aver appreso dell’iniziativa di Facebook mi sono venute in mente proprio loro. Analogia che, tra l’altro, figura anche nell’elenco di liste create da Pete Cashmore come si può vedere nello screenshot soprariportato.

Le auto elettriche, sono promessa e prospettiva dell’industria automobilistica, altro comparto industriale tradizionale in grandissima difficoltà che per tipologia di anzianità di concezione di prodotto e caratteristiche della distribuzione presenta molte similitudini con quello editoriale tradizionale. Un segmento che a detta di molti esperti del settore dovrebbe rappresentare il futuro dell’automotive e che sin ora ha assolutamente deluso le attese di vendite e ricavi da parte dei maggior produttori,  così come avvenuto altrettanto, sino a questo momento,  per lo sviluppo online/digitale dell’industria dell’informazione.

Analogia che la mossa di Facebook rende, nella mia personale interpretazione, ancora più stringente poichè se la rete sociale più popolata del pianeta può permettersi queste logiche e tariffe pubblicitarie, forte degli 800 ed oltre milioni di utenti,  è chiaro che gli editori tradizionali, con le strutture di costo che hanno, anche per l’online, non possono oggettivamente sopravvivere su tali basi.

Insomma le auto elettriche e l’online publishing sono il futuro ma non si è ancora capito come e per chi.


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