28 gennaio 2016 Lascia un commento
Di solito evito i lavori postumi ma nel caso di Flaiano faccio un’eccezione perche’ come detto, la sua scrittura e’ sparsa e frammentata e qui gia’ in parte decisa e organizzata ma c’e’ dell’altro.
Flaiano mori’ nel 1972. Era giovane, aveva soltanto 62 anni ma usciva da un recente infarto e qualcosa scatto’ in lui, un facile presagio o forse la consapevolezza che il tempo a disposizione stesse terminando.
Ecco perche’ la raccolta non puo’ dirsi inventata di sana pianta e nemmeno il patetico mezzuccio di eredi ed editore per raggranellare qualche soldo bensi’ va pensato come un vero e proprio testamento.
Certo, il materiale e’ discontinuo, il redattore spiega con dovizia dei particolari metodi e criteri di quanto ha raccolto e la qualita’ e’ alterna ma sempre di Flaiano stiamo parlando percio’ ogni suo bozzetto resta un grande affresco.
La differenza con gli altri lavori e’ sottotraccia, una specie di vento gelido che striscia sul suolo perche’ in Flaiano c’e’ paura, una paura umana e comprensibile, la paura che cerca di esorcizzare parlando di suicidio, la paura della morte che vide negli occhi della figlia quando la diedero per spacciata e in quella notte lui offri’ la sua vita, un cambio che pago’ cessando di vivere o almeno cambiando il modo in cui aveva vissuto sino a quel momento.
E’ un Flaiano che ricorda, che si denuda innanzi a tutti, come contando sulla morte che gli avrebbe tolto l’imbarazzo di esserci quando certe parole sarebbero state stampate. E’ un Flaiano che fa male e cosi’ l’ho vissuto, con la chiara consapevolezza della sua imminente dipartita e il riso amaro sempre li’, come sempre ma schiacciato dal peso delle ultime parole. Confesso una forte pena per un uomo che ha trascorso gli ultimi anni con la consapevolezza della fine imminente e la tragedia familiare che come un macigno gli stringeva il cuore. Nondimeno la sua lucidita’ gli permise di capire prima di molti l’abisso che oggi tocchiamo con mano e a suo tempo solo agli inizi, percio’ continuiamo a leggerlo con stupore e ammirazione. La mia e’ una prima edizione Rizzoli, ancora piu’ preziosa, qualunque e comunque sia e’ Flaiano, non aggiungo altro.