Autómata: canoni classici dello sci-fi. Potenzialmente godibile.

Creato il 02 febbraio 2015 da Manuela Bonci
   Il robot che prende coscienza di sè, androidi che infrangono le leggi della robotica e auto rigenerazione. E il mondo? Popolazione umana che convive in una vicinanza forzata e poco rosea con quella degli automi. Insomma, bisogna dire che in Autòmata gli archetipi dello sci-fi ci stanno tutti e non sono certo d'avanguardia in originalità, ma ammetto che una visione la dedicherò certamente a questo thriller fantascientifico. 

   Lavoro di Gabe Ibáñez alla regia e di Antonio Banderas alla produzione, uscirà il 26 febbraio nelle sale nostrane e pare possa accontentare nella media il pubblico amante di genere fantascienza. Se non proprio sci-fi impegnata, una potenzialità espressiva e narrativa questa pellicola dovrebbe averla. Le immagini del trailer suggeriscono un'atmosfera molto canonica ma godibile e un'aspettativa possiamo riporla fiduciosa anche nel cast (Banderas è protagonista e si muoverà nella scena accanto a Melanie Griffith, Dylan McDermott e Robert Forster).    Palpabile il richiamo alle pellicole "parenti" I, robot e Blade Runner (ok, su Blade Runner molti discutono sulla parentela), ma è piuttosto evidente la similitudine di fronte alla fisionomia del robot con gli occhietti tragicamente espressivi che chiede di essere risparmiato, dalle fattezze che ricordano i robot obsoleti della Usr proprio di Io robot, e le leggi della robotica che qui, invece, vengono definiti protocolli se non sbaglio.    Che dire della trama? Un mondo non così lontano e non così irreale, in fondo, che assiste all'ennesima evoluzione delle macchine. Cercando di immaginare quali saranno gli schieramenti effettivi e quali le reali minacce, attendo la visione, sperando di non trovarmi di fronte ad una polpetta insapore infarcita forzatamente di stereotipi fantascientifici.

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