Autonomia farlocca

Da Patuasia

Dopo 50 anni di sbornia micro-nazionalista con i soldi dei babbei italiani, vedo che ora persino i localisti etnici devono confessare che le casse sono vuote. Abbiamo finito la grana regalata, quella con cui una nomeklatura da condominio, esentata dal compito di produrre ricchezza ( grazie all’autonomia “octroyeé”, disprezzata ma utile…) , ha potuto dedicarsi al clientelismo in perfetto stile calabrese.
Che inventeranno ora questi artisti dell’accattonaggio verso lo “ Stato centralista”? Chiederanno la grana ai baschi, catalani, galiziani, burgundi e grecanici, per illustrare i cui dialetti hanno speso i nostri miliardi ?
A che punto è la scuola valdostana per affrontare  le vacche magre della crisi globalizzata? Puntiamo sul patois, come sempre?
Poichè abbiamo un’università locale, scegliamo l’istruzione non autistica: gemelliamoci con l’Istituto Orientale  di Napoli o con la Ca’ Foscari, dove si insegnano lingue orientali. Tre facoltà, cinese, arabo, inglese: dite servirebbe più del patois?
Poi un liceo anglofono ad Aosta sostituisca quello francofono, felicemente comatoso e servito solo per parcheggiare  rampolli della nomenklatura unionista, i Balenotteri Rossoneri di domani. Seppelliamo il vierinismo, finora ideologia vincente nelle scuole valdostane?
Le lingue si insegnano per far trovare lavoro ai nostri figli, non per aggregare voti di tribù etniche e per garantire identità politiche.
Tre facoltà all’università: arabo, cinese, inglese. Il governo cinese finanzia generosamente questi progetti in Europa. Forse così si può persino terminare il polo universitario della Testafochi… (roberto mancini)


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