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Autopsie: Paolo Di Orazio analizza Infernalia di Clive Barker

Creato il 29 ottobre 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti

Autopsie: Paolo Di Orazio analizza Infernalia di Clive Barker
Numero #26 per la rubrica Autopsie del Posto Nero. Anche questa volta un coroner d'eccezione si è messo al lavoro con i suoi freddi e affilati strumenti, è lo scrittore Paolo di Orazio che ha scelto di sezionare per noi Infernalia di Clive Barker, una operazione decisamente sanguinosa
Stato del cervello: la tramaInfernalia (Sonzogno, 1988) è un libro di racconti, il primo dei Books of Blood che hanno segnato la svolta a metà anni ottanta della letteratura dell'orrore, con un impareggiable start evolutivo di stile e idee, iniziatico per le nuove generazioni di scrittori e cineasti. I titoli di Infernalia (Il libro di sangue, Macelleria mobile di mezzanotte, Il Ciarliero e Jack, Mai dire maiale, Sesso, morte e stelle, In collina, le città) propongono racconti autonomi che condividono il tema della corporeità umana come teatro e medium di orrori sovrannaturali tra la vita e la morte, per cannibali, assassini seriale, assalti demoniaci, guerre colossali, trasumanazione.
Stato del cuore: il pathos, l'atmosferaClive Barker è il Leonardo da Vinci dell'horror di fine Millennio. Ogni singolo racconto trasporta con effetto immediato il lettore in situazioni e invenzioni ogni volta diverse, offrendo un parco emotivo e visivo dall'invincibile fascino per quanto ricco di dettagli e suoni. Il linguaggio fluido, la scansione delle sequenze e dei singoli frame fanno sì che da un qualunque angolo di realtà si possa spalancare un inferno di lovecraftiane proporzioni, senza avvertire la presenza dell'autore che scrive. L'abilità di Barker gioca su una bifacciale atmosfericità: blanda, per quanto naturale, e al tempo stesso di kafkiana claustrofobia. Questo elemento, esteso a ognuno dei racconti, ingoia praticamente la nostra coscienza e rende gli orrori fantasmagorici di Clive una credibile possibilità dell'esistenza.
Stato dello stomaco: il sangue, il contenuto splatterLa straordinaria dimestichezza con cui l'autore sospinge la brutalità di alcune sequenze ci mostrano un registro splatter che oltrepassa il muro del suono e la velocità della luce trasformando la crudezza e l'aberrazione in poesia. La notevole padronanza del gore, fà sì che Barker ci inondi di sangue e carne brutalizzata a ogni pagina, portandoci alla conclusione di ogni racconto vincendo puntualmente la sua scommessa col gratuito. Vinta la scommessa, e superato da tre decenni il trend mondiale della letteratura bloody-shock, i racconti assumono un connotato rinascimentale, reggendo il passare del tempo senza coagulare. Il sangue è davvero il contenitore di questo libro. Impossibile non rimanerne invischiati.
Autopsie: Paolo Di Orazio analizza Infernalia di Clive Barker
Stato dei polmoni: i personaggiAnonimi e fondamentali, i personaggi dei racconti sono intensi, coerenti, attori perfetti. Vivono la loro breve odissea e ti lasciano un'idilliaca impronta  umana, con il loro sublime ricordo quasi fossero tuoi avi. Così come i mostri, che trionfano con la loro sorprendente semplicità, seppur animati da anatomie e biologie degne di Chtulhu, e una mistica animalità che attrae il lettore travasando dalle parole scritte al cuore. Solo Dante ci era riuscito: tutto il resto è pelouche.
Stato del fegato: il soprannaturaleClive Barker fa del sovrannaturale il reale oggettivo dei suoi racconti, obbligando la realtà a noi conosciuta al ruolo di sottoposta dimensione di sottofondo. Innegabili eredità di HP Lovecraft, ma anche della gigantologia dei miti greci, e della possanza di alcune cosmogonie del fantasy a fumetti Marvel anni Settanta (Gli Eterni, Galactus, Thor). Tutto confluisce nella resa maestosa dei regni dentro e fuori, nel dipingerne velocemente i tessuti vivi (e morti) al di sotto di un sottile livello di superficie che, grattato via con un'unghiata di parole, emerge in tutto il suo splendido, incommensurabile orrore.
Causa della morte: la sintesiLa dimostrazione lampante che il racconto medio breve è la casa ideale delle storie dell'orrore di tutto il mondo, da sempre, dal noir al sovrannaturale. Insuperabile prova di un elegante maestro che ha deciso di non riciclarsi.

Autopsie: Paolo Di Orazio analizza Infernalia di Clive Barker

foto di Cinzia Volpe


Profilo dell'ospitePaolo Di Orazio (Roma, 1966), redattore free lance esordisce nel 1989 con la raccolta splatter-noir Primi Delitti (Acme), supplemento alla testata Splatter di cui è coordinatore e avatar, libro best seller incriminato da un'interrogazione parlamentare per “istigazione a delinquere”. Dal fumetto alla scrittura ha macinato racconti, romanzi e storie horror per Granata Press, Addictions, Radio Rai, Urania, «Heavy Metal», «Cattivik», Clair de Lune, Beccogiallo, Nicola Pesce editore. Nel 2011 torna in libreria con il romanzo gore-metal Vloody Mary (Coniglio editore).
Autopsie: Paolo Di Orazio analizza Infernalia di Clive Barker

Il Libro - Vloody Mary (Coniglio Editore)Una disturbante opera necro-romantica, splatter, burlesque, tra L World, il tenente Colombo e La notte dei morti viventi, che affonda i denti nelle vostre paure inesplorate. Ragazze e ragazzi massacrati da uno, forse due assassini antropofagi; un commissario ipocondriaco vivo per miracolo  e ossessionato dalla finestra di fronte nel Ghetto di Roma; un prete malato di porfiria che si ciba di anime; un ladro di cuori umani che si aggira nel silenzio della notte e un’ammaliante giovane DJ che muove orde di fanatici heavy metal nei principali locali della Capitale. In una metropoli muta, buia e indifferente, un impossibile rosario di sangue e amore virale si snoda oltre l’impossibile, mentre i morti si risvegliano... 
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