In effetti, il problema di distinguere il grano dal loglio, si sa, in rete è sempre uno dei più grandi. Come ha dichiarato tempo fa anche Umberto Eco, «non si sa mai se una notizia data su Internet sia vera o falsa. Non è così per i giornali o i libri, […] a seconda di quale giornale si acquista, si conosce quale sia la sua posizione, della quale ci si fida oppure no». In realtà, dopo aver preso un po’ di dimestichezza con la navigazione, nella maggior parte dei casi vien quasi facile distinguere fra informazioni attendibili e ingannevoli. Ma rimane sempre un margine, soprattutto in alcuni siti che, sbandierando la bellezza della democrazia 2.0, mettono ogni intervento più o meno sullo stesso piano di tutti gli altri.
La Biblioteca di Stato del Nuovo Galles del Sud vuole provare a ridurre questo margine di errore intervenendo direttamente. Così, le notizie di studi riguardanti koala e canguri, riti sacri aborigeni, storie di galeotti inglesi, e rugby e molto altro che ha a che fare con l’Australia, avranno ora una fonte autorevole e, in un certo qual modo, certificata. E andranno ad aggiungersi ai 24 milioni di articoli (circa) in 25 lingue diverse già presenti su Wikipedia.
A dire il vero, la motivazione che ha spinto la Biblioteca australiana a nominare al suo interno un esperto di Wikipedia è un'altra. Alla base c’è sì l’idea di creare contenuti autorevoli, ma “di marca” australiana. «Il contenuto australiano su Wikipedia è ancora molto limitato in confronto con l’Europa e con gli Stati Uniti – ha spiegato il bibliotecario capo Alex Byrne –, ed è necessario offrirne molto di più». Il compito del Wikipedian in residence australiano, dunque, sembra essere un po’ più impegnativo dei suoi analoghi sparsi nel resto del mondo, dovendo mescolare all’accuratezza dell’informazione anche un po’ di sano nazionalismo.