Autostrada per il "paradiso"

Creato il 04 febbraio 2011 da Restoinascolto
[Un fine settimana diverso con alcune riflessioni "ecumeniche" a cura di Elvira. Buona lettura]
vignette da http://humour-ugb.blogspot.com

Tra tutti i vari rincari previsti per questo 2011, quello che mi tange meno è quello dei pedaggi autostradali, sarà che viaggiamo talmente poco! Ma la cosa che più mi ha impressionata è stato scoprire che anche l’autostrada per il paradiso, economica non è! Chi segue questo blog da un po’, saprà che quest’anno il mio primogenito è in età da prima comunione, e se lo scorso anno si rifiutava di frequentare messa e catechismo, quest’anno si è fatto furbo e facendosi due conti, ha capito che gli conveniva adeguarsi in cambio della festa e dei regali che riceverà e dato che noi genitori avevamo deciso di appoggiare la sua scelta, qualunque fosse stata, ci siamo dovuti adeguare anche noi. Così, Gianni è l’addetto alla messa domenicale, ed io alle riunioni con il parroco, il quale ha deciso di indirne una al mese, fino alla fine di maggio, della durata di circa DUE ore, due ore di catechesi non richiesta, spendendo tempo che non ho. La prima, si è conclusa con il prete che batteva cassa per l’acquisto dei banchi per le aule del catechismo, qualche giorno dopo ci sono stati chiesti altri soldi a favore di non so quale altra opera, ed ho motivo di credere che per i prossimi mesi,la canzone sarà sempre la stessa. Una mattina mi è capitato di sentire un intervista ad un prete , che diceva che nei primi secoli del cristianesimo, il battesimo avveniva in età adulta, quando era l’individuo a sceglierlo, ho sempre pensato che quella sarebbe la strada più giusta e che pertanto, anche la prima comunione dovrebbe essere una scelta consapevole e l’unica giustificazione che trovavo a questa brama di comunicare i bambini era di tipo politico: più pecore ci sono nel mio ovile, maggiore sarà il mio potere terreno, ma solo ora riesco a vederne anche il risvolto economico. Vuoi mettere pregare ogni domenica dall’altare i fedeli di mettere mano al portafoglio per partecipare a questa o quell’altra causa, e chiedere direttamente alle mamme di circa 60 bambini di contribuire alle spese parrocchiali “che tanto con tutto quello che spenderete per la festa ed i regali per i vostri figli, cosa saranno mai questi 10 euro?”. La riunione si è conclusa con un clamoroso autogol del parroco, che finiva dicendo che molti pensano che sia il vaticano a mantenere le parrocchie, ma non è così. Per sua fortuna le altre mamme non hanno prestato particolare attenzione a questa affermazione, mentre nella mia mente girava lo spot pubblicitario del don di turno che invitava la gente a devolvere l’8 per 1000 alla chiesa cattolica, perchè lui, grazie a quei soldi tanto bene aveva potuto fare . L’ho definito un autogol, perché quello che il parroco ignora è che ormai con tutti i libri, articoli di giornali, reportage televisivi , che raccontano la vera fine dei soldi destinati all’8 per 1000, in tanti, al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi, chiedono esplicitamente di non barrare la casella relativa alla chiesa cattolica, e non si tratta solo di giovani, ma anche di persone di una certa età.Altro momento di estremo fastidio, è stato quello in cui, una delle catechiste, invitava i genitori a portare i propri figli a messa la domenica “ perché questa è la strada che avete scelto VOI per i vostri bambini quando li avete battezzati…” quasi che avessimo firmato col sangue un patto inviolabile! ok…Andiamo sul pratico! Io sono cresciuta con un padre fortemente credente, che per me e i miei fratelli ha scelto il battesimo, la prima comunione, e tutto il resto del pacchetto, ma io, sin da quando ero bambina, la domenica sceglievo la strada più lunga per arrivare in chiesa, e trovavo la messa e il catechismo abbastanza noiosi, semmai erano la scusa perfetta per uscire di casa! In virtù di questo, capisco perfettamente la reticenza di mio figlio e le motivazioni frivole che lo spingono ad accostarsi a questo sacramento, ma ho l’impressione che la chiesa preferisca avere nel suo ovile 100 pecore zoppe piuttosto che solo 10 pecorelle sane, e così il tesseramento a tappeto continua, come se questi bambini non dovessero mai crescere ed essere in grado di decidere da soli quale posizione assumere nei confronti della religione. I miei avevano scelto per me, ma anche se mi avessero obbligata a farmi suora, non significa che io poi avrei avuto la vocazione! Addirittura qualche mese fa, un vescovo, proponeva di abbassare l’età della prima comunione a 6 anni, perché a quell’età i bambini sono già abbastanza maturi… quindi a sei anni sono maturi per fare la comunione, a 9 non lo sono abbastanza per decidere di non farla e devono intervenire i genitori e decidere (obbligarli) per loro…uhhmmm, c’è qualcosa che mi sfugge! Elvira

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