AVADHUT GITA (il Cantico dell’Asceta)

Creato il 07 luglio 2012 da Mente Libera

a cura di Govinda Das Aghori (Jimmy Penzo)

L’Avadhut Gita, अवधूत गीत il Cantico dell’Asceta, del Rinunciante, è attribuito a Dattatreya il fondatore di tutte le scuole tantriche, compresa quella degli Aghori. La traduzione in inglese è di Hari Prasad Shastri (1^ edizione, 1934).

Tra i pochi averi di un sadhu è sicuramente incluso questo libretto, perfetta sintesi della filosofia non-dualistica. Dattatreya descrive minuziosamente il pensiero di un’anima liberata. L’uomo non ha bisogno di un particolare stile di vita, di una religione o tanto meno di dogmi, rituali o di una particolare moralità. La Verità si può attingere da tutto ciò che ci circonda, rispettando tutto ciò che ci circonda la Verità si rivela da sola. L’uomo può trarre da ogni cosa lo spunto per le più profonde meditazioni. Anche una cosa considerata da tutti insignificante o negativa può insegnarci molto.

Il primo capitolo si eleva dalla sfera della psiche alla constatazione  dell’identificazione del Tutto con il Brahman (l’Assoluto Impersonale). Nel secondo capitolo si affronta il compito di definire Atman e Brahman, cioè il Sé e l’Assoluto. Nei capitoli  successivi si analizza la differenza fra la vera Conoscenza e la conoscenza umana.

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Capitolo I

1. Dalla grazia di Dio, i bramini sono uomini inspirati con la disposizione alla non-dualità (l’unità del Sé con Dio) che li allevia dalla grande paura.
2. Come posso salutare il Sé, che è indistruttibile, che è ogni Beatitudine, che in sé stesso e da solo pervade tutto ed il quale è inseparabile da sé stesso?
3. Solo io sono sempre libero da ogni macchia. Il mondo esiste come un miraggio all’interno di me. A chi mi prostrerò?
4. In verità quel Sé è tutto, libero dalla differenziazione e dalla non-differenziazione. E neanche può essere detto che “è” né che “non è”. Che grande mistero.
5. Questa è la sostanza intera del Vedanta; questa è l’essenza di ogni conoscenza, teorica ed intuitiva. Io sono l’Atman, dalla natura impersonale e che tutto pervade.
6. Quel Dio che è il Sé in tutti, impersonale ed immutabile, come lo spazio, per natura purezza esso stesso, in verità, in verità, quello sono io.
7. Io sono la conoscenza pura, imperituro, infinito. Non conosco né la gioia né il dolore; chi possono toccare loro?
8. Le azioni della mente, buone e cattive, le azioni del corpo, buone e cattive, le azioni della voce, buone e cattive, non esistono in me (Atman). Io sono il nettare che è conoscenza assoluta; fuori della portata dei sensi io sono.
9. La mente è come lo spazio, abbraccia tutti. Io sono oltre la mente. In Realtà la mente non ha esistenza indipendente.
10. Come può essere detto che il Sé è manifesto? Come può essere detto che il Sé è limitato? Solo Io sono l’esistenza; tutto questo mondo oggettivo sono io. Più sottile dello spazio stesso sono io.
11. Sappi che il Sé è consapevolezza infinita, che si manifesta da sé, è oltre la distruzione, illumina ugualmente tutti i corpi, sempre splendente. In sé non è né giorno né notte.
12. Sappi che l’Atman è uno, mai lo stesso, immutabile. Come non può dire tuttavia: “Io sono il meditatore, e questo è l’oggetto di meditazione? ” Come può essere divisa la perfezione?
13. Tu, Oh Atman, non sei mai nato, né morrai mai. Non hai corpo. Lo Shruti (Sacre scritture rivelate) spesso ha detto: “Tutto è Brahman.”
14. Tu sei tutto Brahman, libero da ogni cambiamento, lo stesso dentro e fuori, beatitudine assoluta. Non correre avanti ed indietro come un fantasma.
15. Né unità né separazione esistono in Te né in me. Tutti sono solo Atman. “Io” e “tu” ed il mondo non sono reali.
16. Le facoltà sottili di tatto, gusto, odorato, forma e suono che costituiscono il mondo esterno non sono te, né sono all’interno di te. Tu sei la grande Realtà che tutto trascende.
17. Nascita e morte esistono nella mente, non in Te, come anche la schiavitù e la liberazione. Buono e cattivo sono nella mente, e non in Te. Oh Amato, perché piangi? Nome e forma non sono in Te né in me.
18. Oh mente mia, perché vaghi nell’inganno come un fantasma? Sappi che l’Atman è oltre la dualità e sii felice.
19. Tu sei l’essenza della conoscenza, indomabile, eterno, sempre libero da modifiche. Non c’è nessun attaccamento in Te né indifferenza. Non soffrire per i desideri.
20. Tutti gli Shruti parlano dell’Atman come uno senza attributi, sempre puro, imperituro, senza un corpo, la Verità eterna. Sappi che quello è te stesso.
21. Sappi che tutte le forme, fisiche e sottili sono illusione. La Realtà che sottostà ad essi è eterna. Vivendo questa Verità uno và oltre la nascita e la morte.
22. I saggi chiamano l’Atman il “sempre-lo-stesso”. Rinunciando all’attaccamento la mente non vede la dualità né l’unità.
23. La concentrazione non è possibile né su oggetti deteriorabili, per conto della loro mutevolezza, né sull’Atman. “È” e “non è” non può essere applicato all’Atman. Nell’Atman, libertà assoluta, come è possibile il Samadhi (Un alto stato di coscienza)?
24. Atman, tu conosci te stesso essere non-nato, puro, senza corpo, uniforme, imperituro. Come puoi dire: “Io conosco l’Atman”, o “io non conosco l’Atman.”
25. Così lo Shruti ha parlato dell’Atman; “Così Tu sei.” Del mondo illusorio, nato dei cinque elementi fisici, lo Shruti dice: “Neti, neti” (né questo, né quello).
26. Tutto questo è sempre pervaso da te come Atman. In Te non c’è né il meditatore né l’oggetto della meditazione. Perché, Oh mente, tu sfacciatamente mediti?”
27. Non conosco Shiva, Come posso parlare di Lui? Io non so chi è Shiva. Come posso adorarlo?
28. Io sono Shiva, l’unica realtà. Come lo spazio assoluto è la mia natura. Né unità né varietà, sono in me. Anche la causa dell’immaginazione è assente in me.
29. Libero da soggetto ed oggetto sono. Come posso essere auto-realizzabile? Senza fine è la mia natura, niente altro esiste. Verità assoluta è la mia natura, niente altro esiste.
30. Sono per natura l’Atman, la Realtà suprema. Non sono l’uccisore né l’ucciso
31. Nella distruzione di un vaso, lo spazio dentro si unisce con tutto lo spazio. In me e Shiva io non vedo differenza quando la mente è purificata.
32. Solo il Brahman è coscienza pura. In verità non c’è vaso, e nessun spazio dentro al vaso, nessuna anima incarnata, né la sua natura.
33. Non ci sono mondi, non ci sono sacre scritture, Dei, religioni, sacrifici, non ci sono classi, tribù di famiglia, nazionalità, non c’è alcun sentiero oscuro né alcun sentiero luminoso.
34. Alcuni arrivano alla non-dualità, altri persistono nella dualità. Ma loro non conoscono la Verità che sta oltre tutto ciò.
35. Come può essere descritta la Realtà suprema, poiché non c’è né bianco né alcun altro colore, non ha qualità come il suono, ed è oltre la voce e la mente?
36. “Io mangio”, “io do”, “io agisco”; tali asserzioni non si applicano all’Atman che è purezza, non nata ed imperitura.
37. Dove il Brahman è da solo, come può essere detto “questo è Maya (Maya è il potere creativo di Dio, il mezzo dal quale il mondo fenomenale è stato portato all’esistenza)”, o “questo non è Maya”, “questo è ombra” o “questo non è ombra” ?
38. Io sono senza inizio e senza fine. Mai limitato. Per natura puro, immacolato è il mio Sé. Questo so di sicuro.
39. Dalla sostanza sottile (il mahat) in giù alla creazione formata, non c’è niente ma solo il Brahman; più chiaramente vedo questo. E poi dov’è la divisione in caste?
40. Io sono eternamente il vuoto assoluto ed il suo opposto.
41. L’Atman non è maschio o femmina, né è neutro; né è la felicità o la sofferenza. Come può essere corrotto?
42. L’Atman non è purificato dai sei metodi di Yoga. L’assenza della mente non lo fa più chiaro. Gli insegnamenti di un Guru non lo rivelano. È ogni purezza, in se stesso da solo.
43. Io non sono legato né libero. Io non sono separato dal Brahman.
44. Neanche sono chi agisce né chi gode dei frutti del karma. Non sono chi pervade o chi è pervaso.
45. Come un volume d’acqua versato in acqua è unito inseparabilmente con l’acqua, così percepisco che la materia e lo spirito sono uno.
46. Perché chiami l’Atman personale ed impersonale. Finché tu non sei limitato né libero?
47. Puro, puro tu sei, senza un corpo, non correlato alla mente, oltre l’illusione; perché ti vergogni a dichiarare: “Io sono l’Atman, la Realtà suprema?”
48. Oh mente mia, perché tu piangi? Realizza l’Atman, oh Amato; bevi il grande nettare senza tempo della non-dualità.
49. Io non sono la conoscenza nata dall’intelletto. Per natura sono Verità eterna. Io sono l’immutabilità perpetua.
50. Né amorfo né con forma, descritto dai Veda come “Non questo, non questo” libero da separazione ed unità, il vero Sé che regna supremo.
51. Non c’è nessun padre, nessuna madre, nessun parente, nessun figlio, nessuna moglie, nessun amico, nessun pregiudizio, nessuna dottrina. Perché ti inquieti, oh mente mia?
52. Perché i saggi immaginano il Brahman senza corpo essere con un corpo? In Lui non c’é giorno né notte, non c’è alba né tramonto.
53. Poiché le imperfezioni dell’attaccamento non sono in me, io sono oltre la sofferenza del corpo. Conoscimi essere infinito, come lo spazio, l’Atman.
54. Oh mente mia, mia amica, molte parole non sono indispensabili, ed il mondo non comprende ragione. In poche parole, ti ho detto l’essenza della verità: “tu sei la Verità, tu sei come lo spazio.”
55. In qualsiasi luogo ed in qualsiasi stato lo Yogi muore, il suo spirito è assorbito in Quello, come, nella distruzione del vaso, lo spazio nel vaso è unito con lo spazio assoluto.
56. Se lui muore consapevole o in coma, in un tempio santo o nella casa di un intoccabile, lui ottiene la liberazione, divenendo il Brahman che tutto pervade.
57. Gli Yogi tengono conto della rettitudine, della prosperità, del desiderio per il Paradiso e la liberazione ed anche dei oggetti fissi e che si muovono, o come fuoco fatuo.
58. L’Avadhut in equanimità incrollabile, vivendo nel tempio santo dell’inesistenza, cammina nudo, sapendo che tutto è Brahman.
59. Dove non c’è nessun “Terzo” o “Quarto” (Questi sono stati di coscienza. Veglia, sogno e sonno senza sogni. Il “Quarto” è il substrato di questi tre, chiamato anche Turya, oltre questo c’è l’assoluto, oltre le parole e l’esperienza, Turyatita), dove tutto è conosciuto come Atman, dove non c’è la rettitudine né la malvagità, come ci possono essere servitù o liberazione?

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Capitolo II

L’Avadhut disse:
1. Non giudicare l’immaturo, il credulone, lo sciocco, il lento, il laico e gli uomini che non hanno niente di buono in loro. Tutti ci insegnano qualche cosa. Impara da loro. Certamente noi non rinunciamo ad un gioco finché non l’abbiamo dominato?
2. Non pensare con leggerezza che il tuo Guru debba essere privo di lettere ed insegnamenti. Prendi la Verità che insegna ed ignora il resto. Sappi bene che una barca, dipinta ed adornata, ti porterà attraverso il fiume; così lo farà anche una barca che è modesta e semplice.
3. L’intelligenza più alta che senza sforzo pervade il mobile e l’immobile, e che per natura è ogni pace e consapevolezza, questo sono.
4. Come può la suprema consapevolezza, la quale, senza sforzo, domina il vivente e l’inerte e che tutto pervade, essere altro che me?
5. Io sono più sottile della sostanza primordiale, oltre gli elementi e i composti, libero da nascita e morte, oltre la dualità e l’unità.
6. Le modifiche dell’organo interno (l’antahkarana) non hanno parte in me. Come bolle che sorgono e precipitano in un fiume, pensieri ed atti di volontà sorgono e scompaiono nell’organo interno.
7. Come la mollezza non è percepita separatamente da oggetti molli, come la dolcezza non è conosciuta separatamente dal miele, come l’amarezza non è conosciuta separatamente dal Nim tree (Albero di Nim – un albero indiano e tropicale le cui foglie hanno un gusto estremamente amaro), come fluidità e freschezza sono la natura dell’acqua, così la forma primordiale della materia, chiamata mahat (Mente Cosmica), non è altro che il Sé (Atman). Come i raggi del sole non differiscono dal sole, così la materia non differisce da Dio.
8. Come possono “io” o “tu” essere il Brahman che è più sottile del mahat, libero da tutti gli attributi, più grande di tutti, al di sopra della mente e dell’emozioni, senza mezzo o limitazione, signore dell’universo? Né può essere chiamato statico o dinamico.
9. Come lo spazio non può essere comparato con un altro spazio, così il Brahman non può essere comparato alla dualità, non può essere comparato con alcun oggetto. Solo il Brahman è perfezione, purezza, ogni conoscenza.
10. Non cammina sulla terra, il vento non può trasportarlo, l’acqua non può coprirlo, sta nel mezzo della Luce.
11. Pervade lo spazio-tempo. Nulla lo pervade. Sempre libero da limitazioni, eternamente lo stesso, con nulla fuori di Esso e nulla dentro, tollerante.
12. L’Atman, del quale parlano i grandi Yogi, il più sottile, oltre la percezione, senza attributi, deve essere realizzato passo per passo, non con impeto improvviso.
13. Praticando sempre lo Yoga (Pratica di controllo della mente, distacco e meditazione), non dipendendo da alcun oggetto, lo Yogi unisce la sua coscienza nel Brahman, e diviene Brahman.
14. Ma c’è un antidoto al veleno delle passioni, che generano l’infatuazione e sono estremamente pericolose, e cioè ritornare allo stato di Atman. L’Atman è inaccessibile dalle emozioni, è sempre senza forma ed indipendente.
15. Nascosto nel reame della coscienza eterna giace la causa del mondo, che è prakriti. All’interno di questa causa c’è il Brahman. La buccia di un cocco è il mondo, la polpa è prakriti, e l’acqua fresca e dolce che sta nella polpa è il Brahman.
16. Come la piena luna è l’Atman. Vedilo in tutto. La dualità è il prodotto di una visione difettosa. Come c’è solamente una luna così in tutto c’è solamente un Atman.
17. Nessuna dualità può toccare la concezione del Brahman, poiché pervade tutto. I saggi che insegnano questo acquisiscono pazienza illimitata, ed i loro discepoli non possono essere mai troppo grati a loro.
18. L’ingegnoso così come lo sciocco raggiungono lo stato di assenza di desideri conoscendo il mistero dell’Atman, attraverso la grazia del loro insegnante spirituale.
19. Questo stato trascendente di coscienza (il Nirvana) è raggiunto da quelli che sono liberi dall’attaccamento e dall’avversione, che fanno sempre del bene a tutti gli esseri viventi, la cui conoscenza è fermamente radicata e che sono pazienti.
20. Dopo avere lasciato il corpo lo Yogi si unisce al divino , come nella distruzione del vaso dove lo spazio nel vaso è unito allo spazio cosmico .
21. L’asserzione che la condizione futura è determinata dallo stato dei pensieri durante la morte è fatta dai non iniziati, non dagli iniziati.
22. Il conoscitore del Brahman può lasciare il suo corpo in un luogo santo, o nella casa di un intoccabile, lui è assorbito nel Brahman.
23. Quando uno Yogi realizza l’Atman, che è il suo vero Sé, non-nato ed oltre l’azione della mente e delle emozioni, i karma (Azioni e le loro conseguenze) non lo toccano più. Lui può compiere i rituali o può lasciarli. Per lui tutto è uno.
24. L’Atman realizzato è il padrone della creazione, eterno, indistruttibile, senza forma, senza dimensioni, assolutamente indipendente, senza piacere o sofferenza, pieno di tutti i poteri.
25. I saggi scoprono che l’Atman non è realizzato né dallo studio dei Veda, né da iniziazioni, né radendosi la testa o essendo un Guru o un chela (un discepolo approvato). Né è realizzato attraverso posture (posizioni yoga).
26. Quel Dio, l’Atman, dal cui potere è nato l’universo intero che sostiene ed al quale alla fine ritorna come bolle e onde nel mare, è realizzato dal saggio.
27. L’Atman che è realizzato dai saggi, non è il controllo del respiro (il pranayama) né le posizioni di Hatha Yoga (lo Yoga delle austerità fisiche ed esercizi). In Lui non c’è conoscenza né ignoranza.
28. Non c’è unità né dualità nell’Atman, né piccolezza né grandezza, né vuoto né pienezza. Tutti ciò esiste nella mente, e la mente non è l’Atman.
29. L’insegnante non può insegnare l’Atman; il discepolo non può impararlo.

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Capitolo III

1. Come posso adorare quel grande Atman il quale non è personale né impersonale. Incontaminato, al di sopra dell’amore e dell’odio, non creato. Che tutto pervade, nella forma dell’universo. Che non ha attributi, ancor meno attributi del sempre beato Shiva, il mio Sé.
2. Come potrò inchinarmi al mio proprio Sé nel mio Sé con il mio Sé? Non ho colori, bianco o giallo; Sono l’Eterno Shiva.
3. Io sono privo di radici, e senza radici. Libero dal fumo, e senza fumo sono. Senza una lampada e senza luce sono io, sono l’Equanimità, come un sole che sempre sorge.
4. Come posso chiamare colui che è senza passioni, senza desideri, avendo desideri? L’Assoluto non può essere descritto in termini di condizioni; Come posso parlare di me? Io non ho un’essenza, né sono senza un’essenza. Come lo Spazio ogni equanimità sono.
5. Come potrò dire che la non-dualità è tutta questa creazione, o questo, o quello? Anche se è dualità, anche allora non posso attribuire la creazione o la dissoluzione a ciò. Come può l’Eterno, il Tutto, essere espresso in alcun modo? Come lo Spazio, tutto beatitudine sono.
6. Né grande né piccolo è il mio Atman; non viene, e non va; Senza un inizio e senza una fine; né alto né basso; Io sono la Verità assoluta, come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza.
7. Sappi bene che tutti i sensi sono come lo spazio, e così anche i loro oggetti. Sappi che l’Uno è puro, l’Uno non è legato né libero. Sono Shiva sempre felice e che tutto pervade, dispensatore di immortalità e conoscenza.
8. La conoscenza del Sé, dura da ottenere, che è esperimentata, non è l’Atman; L’oggetto di meditazione, duro da essere concentrato, non è l’Atman; Ciò che è vicino, e ciò che è lontano, molto lontano, non è l’Atman. Sono come lo Spazio, sono Shiva il sempre beato, sono Shiva.
9. Sono senza karma, io brucio i karma; Sono senza dolore, io brucio le sofferenze; Sono senza corpo, senza casa, e brucio anche questi, Sono ogni equanimità, come lo Spazio sono.
10. Il seme della pianta del mondo non esiste in me. Appagamento e piaceri non esistono in me; la servitù e l’ignoranza non sono in me; Sono come lo Spazio, Shiva assoluto sono.
11. L’Atman non è il conoscitore né il conosciuto. Non è accessibile alle inferenze. Le parole non possono descrivere
questa Coscienza Assoluta. La mente si perde nella Sua maestà. Come Ti può essere spiegato? Sono come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza sono.
12. Non ci sono nessuna separazione e nessuna unità in Lui. Né è interno né esterno. È la Verità trascendentale. Non può essere detto “era prima di tutto.” Null’altro esiste se non l’Atman. E sono come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza sono.
13. Io sono il principio eterno. Libero da attaccamento e odio, Libero da imperfezioni sono, il Fato e la Provvidenza non esistono in me. Eternamente libero dalle sofferenze del mondo. Veramente sono come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza sono.
14. Dato che i tre stati di coscienza non esistono nell’Atman, Come ci può essere il quarto? Libero da passato, presente e futuro. Come possono esistere in Lui i punti cardinali? Pace eterna, come lo Spazio, la Verità trascendentale sono.
15. Non ho né padre né madre, né moglie né figli. Nascita e morte io non conosco. Non ho mente. Pace eterna, come lo Spazio, Pace trascendentale sono.
16. Deva e Dei, come Indra e Brahma, non hanno posto nell’Atman. Né Paradiso né Cielo, esistono nell’Atman. L’immacolato, Verità trascendentale sono.
17. Il detto dello Shruti “né questo, né quello” non si applica all’Atman. Come può essere detto “Quando tutto finisce resta solo l’Atman”? È simbolico ma non è un simbolo; e perfino questo non può essere detto dell’Atman. Come lo Spazio, l’acqua dell’immortalità sono.
18. Maya non è una mia modificazione. Né è mio il suo fascino. Inganno e ipocrisia, verità e falsità non hanno luogo in me. Come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza sono.

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Capitolo IV

1. Nulla può essere aggiunto o può essere tolto dalla Coscienza Universale. Non può essere invocata o può essere adorata con fiori e foglie. Meditazioni e Mantra non possono realizzarla. Come potrebbe essere adorata come Shiva se in Lei non ci sono né distinzioni né unità?
2. Nell’Uno non ci sono schiavitù né salvezza, né purezza né impurezza. L’Uno è libero da unione e separazione. Come lo Spazio, la Verità sono.
3. In realtà io sono il Nirvana, pensieri come la realtà e l’irrealtà del mondo non mi agitano affatto.
4. Eternamente libero dalla macchia dell’ignoranza come sono, conoscenza o illusione non hanno mai avuto nascita in me. Come posso dire se sono legato o libero?
5. Né il peccato né la virtù sono mai esistiti in me; per natura sono il Nirvana. Non sono l’adoratore né l’adorato. Per me non esistono né istruzioni né rituali. Non sono neanche la Conoscenza. Per natura io sono il Nirvana.
6. Puro Nirvana sono; non sono né chi comprende né il compreso. Non esistono in me causa ed effetto.
7. Né ho un corpo, né sono senza corpo. Buddhi (La mente più alta che include la facoltà di discriminare e la ragione intuitiva), mente e sensi non fanno parte di me. Come posso parlare dell’attaccamento e del distacco quando sono puro Nirvana?
8. In me non esistono nascita, morte, purezza, impurezza, veleno o l’acqua dell’immortalità. In verità io sono libero anche dalla contaminazione del Nirvana. Io non posso parlare del “Terzo” o del “Quarto.”
9. Né uno sciocco né un esperto sono, né silenzioso né di molte parole; come posso parlare di ragionamento o discussione quando sono libero anche dalla contaminazione del Nirvana?
10. Rinunciando a tutte le meditazioni, a tutto il buono e cattivo karma, bevendo l’acqua dell’immortalità, gli eroi sanno che sono libero dalla contaminazione del Nirvana.
11. Nessuna imposizione ritualistica è vincolante per me; la mente, il posto delle ansie, non esiste in me. Lontano, lontano da me è anche l’egoismo. Come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza assoluta sono.
12. Non posso dire se il mondo è il nulla o se è parzialmente vero e parzialmente irreale, o, sebbene un fiume fluente sempre cambia, è comunque reale nell’insieme. Come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza assoluta sono.
13. Non c’è la minima ombra di nome o forma nell’Infinito, né c’è unità o diversità in me. Oh mia mente impudente, perché creasti tale confusione? Come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza assoluta sono.
14. Oh amico mio, non c’è causa per l’inquietudine finché tu sei il corpo. Tu sei imperituro ed eterno, allora perché piangi? Rimani in pace. Come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza assoluta sono.
15. Perché sei inquieto, Oh amico, se avidità, concupiscenza, attaccamento non sono in te? Come lo Spazio, dispensatore di immortalità e conoscenza assoluta sono.
16. Perché questo desiderare ardentemente il potere, Oh compagno, quando in verità tua non è la fortuna. Il “mio” e “tuo” non sono in te.
17. Nel tuo cuore non c’è chi medita, non c’è Samadhi, né c’è alcuna possibilità di meditazione sull’Atman. Il Tempo e la causalità non sono mai esistiti in te.
18. Ho parlato, Oh discepolo, dell’essenza della Verità. Non c’è nessun “tu” né “io”, nessun mondo, nessun Guru, Oh discepolo. Sappi che per natura io sono la libertà assoluta. Io sono la Verità trascendentale.
19. Quando l’Atman, l’esistenza assoluta, è da solo, ed è Io, allora dov’è la Verità trascendentale, dov’è la beatitudine, dov’è la conoscenza, secolare o spirituale?
20. Conosci l’Atman come ignoto a fuoco, acqua e terra, immobile, che tutto pervade come lo spazio, conoscenza assoluta.
21 Rinuncia, rinuncia al mondo, ed anche rinuncia alla rinuncia, ed anche rinuncia all’assenza di rinuncia. Per natura tutto pervadi come lo spazio, conoscenza assoluta tu sei.

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Capitolo V

1. Pronunciare la sillaba OM è l’essenza della più bassa e più alta conoscenza. È Brahman, come lo spazio. Non ci sono né l’esistenza né la non-esistenza in questo mondo. Brahman è sempre libero dalla dualità.
2. Tu sei quell’Atman del quale parla lo Shruti, “Tat Twam Asi” (quello sei tu). Sappi che tu sei libero da maya. Non piangere, Oh mente, in verità tu sei tutto.
3. Non c’è né il più alto né il più basso in te. Tu pervadi tutto allo stesso modo, e non c’è né interno né esterno. Allora perché ti lamenti, Oh mente? Tutti, tutto è Brahman.
4. Nemmeno ciò che è immaginato, né l’immaginazione stessa esiste in te; sappi che causa ed effetto non ti toccano. Sei libero da parole e da ogni espressione, eternamente lo stesso. Oh mente, non piangere.
5. Sapere che nell’Atman non c’è né il più alto né il più basso è Samadhi; sapere che l’Atman è sempre libero da tempo e spazio è Samadhi. Non piangere, Oh mente, tutto è Brahman.
6. Così come non c’è nessun vaso, non c’è nessun spazio del vaso. Così non c’è nessuna anima incarnata, nessun mezzo di condizionamento (Il condizionamento di coscienza per formare l’anima individuale (jiva) racchiuso nel corpo umano è comparato all’apparente chiusura dello spazio in un vaso. Come i vasi non limitano lo spazio realmente, così il mezzo di condizionamento di corpo e mente non può limitare l’Atman), non c’è jiva. Causa ed effetto che producono le condizioni non esistono in Atman. Allora perché piangi, Oh mente mia?
7. È tutto uno, che viviamo ritirati in una capanna, o in una casa col molto parentado, l’Atman è libero dalla moltitudine come dalla solitudine. Libero è anche dalla conoscenza, teorica e pratica, Atman è Tutto, Oh mente mia, non piangere.

Capitolo VI

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1. L’universo intero è una proiezione della mente; perciò è una modalità della mente. La vera natura della mente è beatitudine, e quando la mente è placata, la beatitudine assoluta si rivela.
2. La Coscienza assoluta, essendo inconoscibile dalla mente, come può essere spiegata in un discorso?
3. Il Sé è libero da giorno e notte, e perciò la concezione del suo pellegrinaggio nel tempo e nello spazio non è vera.
4. Nessun Sole illumina l’Atman; il fuoco e la luna non vi possono splendere dentro. Non è l’equanimità o nemmeno l’assenza di desiderio; come può l’azione esistere in Esso?
5. E neanche si può dire che sia conosciuto per l’assenza d’azione. Non è né dentro né fuori. Non è nient’altro che beatitudine assoluta.
6. Come può essere detto che Esso è il primo o che è l’ultimo, quando non è nemmeno elemento o composto, né vuoto né pienezza? Eterno, sempre lo stesso, l’essenza di tutto è Shiva.
7. L’asserzione che Atman è descrivibile o indescrivibile non può stare in piedi. Non è né il conoscitore né il conosciuto. Non può essere immaginato o essere definito. Come possiamo dire che ha una mente o alcuno dei sensi?
8. Spazio, tempo, acqua, fuoco, terra, che costituiscono il mondo, sono un mero miraggio. In verità esiste solo l’Uno, imperituro, sempre felice. Non c’è né nuvole né acqua in Lui.
9. Come non c’è nessuna possibilità di nascita e morte in Lui, così nessuna concezione del dovere né l’abbandono del dovere può essere applicata a Lui. E’ solo quel Shiva indifferenziato, eterno, che tutto pervade.
10. Le modifiche della materia primordiale e della coscienza individualizzata sono nel reame di causa ed effetto. Quando c’è solo Shiva eterno e che tutto pervade, come ci possono essere materia o spirito all’interno di Esso?
11. Non c’è nessuna sofferenza in Lui, e nessuna possibilità di soffrire, perché è libero da tutti gli attributi.
12. Non c’è dualità in Lui. Come ci può essere vecchiaia, o gioventù, o infanzia in quell’Uno, principio eterno?
13. L’Atman non dipende da nulla ed è illimitato. La legge di causa ed effetto non lo tocca. Come può la buddhi (l’intelligenza), che opera solamente nella dualità, e la quale è deteriorabile, conoscerlo?
14. Non afferra, né è afferrato. Non è nato né mette in vita. Possiamo dire solamente che in Esso non c’è distruzione.
15. Nell’Atman non ci sono né la virilità né la femminilità, perché tali concezioni non possono esistere in eterno.
16. Non c’è piacere in Lui, e nessuna facoltà di godere piacere, in quanto è libero da tali difetti come l’attaccamento. Ugualmente libero da dubbi e sofferenze, uno ed eterno è Shiva; così la concezione di “me” e “mio” non si applica ad Esso.
17. E nemmeno c’è Brahman in Esso, né l’assenza di Brahman. Poiché esiste da solo ed è eternità, deve essere libero dal dolore, ed anche dalla libertà dal dolore.
18. Non c’è guadagno e non c’è perdita. L’infatuazione e la saggezza mondana non hanno luogo in Esso. Quando la coscienza eterna esiste da sola, come può l’intelligenza o la saggezza, o qualsiasi altra cosa essere contenuta in Esso?
19. In Esso non c’è nessun “tu” e nessun “io”, perciò famiglia e casta non esistono in Esso. Non è né vero né falso. Né è di questo mondo né del prossimo. Allora come si può pregarlo?
20. Illusorio è il collegamento dello studente e dell’insegnante. Insegnamento e contemplazione, quando sono viste così, non sono ammissibili. “In verità, io sono Shiva.” Questa è l’unica Verità. Allora come posso pregare l’Atman, o adorarlo?
21. Il corpo stesso è immaginato in Atman, come lo è l’universo intero. Atman è libero da tutte le differenziazioni. Poi siccome io sono Shiva, non ci può essere nessuna idea di preghiera o di adorazione.
22. La Coscienza assoluta non ha corpo. Ma non si può dire che è senza un corpo o attributi. Tutto ciò che può essere detto è che è beatitudine assoluta, e quella beatitudine sono io. Questa è la più alta adorazione, questo è il culmine di ogni preghiera.
23. L’Avadhut che si è reso conto di questo mistero di tutti i misteri, ed è sorto allo stato di beatitudine incessante e perfetta, si muove tra le folle indifferente, irradiando beatitudine e conoscenza più alta.
24. E’ vestito in abiti vecchi ed usati. Cammina in un percorso che è libero da meriti religiosi o peccato. Vive nel tempio di vuoto assoluto. La sua anima è nuda, e libera da tutte le macchie e le modifiche di maya.
25. L’Avadhut non ha nessun ideale, né lui si sforza dopo il conseguimento di un ideale. Avendo perso la sua identità nell’Atman, libero dalle limitazioni di maya, libero anche dalle perfezioni dello Yoga, così cammina l’Avadhut. Lui non dibatte con alcuno e non è in relazione con alcun oggetto o persona.
26. Libero dalle trappole delle aspettative e delle speranze, lui ha gettato via gli indumenti consunti della purezza, della rettitudine, e di ogni ideale. Il suo percorso è libero da qualsiasi tale considerazione. Di lui può essere detto solamente che è purezza assoluta, e che è lontano, lontano sopra le nubi di maya e dell’ignoranza.
27. Non ha pensieri come “io non sono nel corpo”, o “io non sono il corpo.” Non ha nessuna avversione, attaccamento o infatuazione verso alcun oggetto o persona. Puro come lo spazio lui cammina, immerso nella beatitudine immacolata del suo stato naturale.
28. L’Avadhut può essere comparato allo spazio incommensurabile. Lui è l’eternità. In lui non c’è né purezza né impurezza. Non ci sono nessuna varietà né unità in lui; nessuna servitù né l’assenza della servitù.
29. Libero da separazione ed unione, libero da godimento o dall’assenza di godimento, si muove calmo e senza fretta attraverso il mondo. Avendo rinunciato ad ogni attività della mente, lui è nel suo stato normale di beatitudine indescrivibile.
30. L’Atman, col quale l’Avadhut ha trovato la naturale unità, è illimitato ed inconcepibile. È inconoscibile dalla mente. Non è una parte né è diviso. Non può essere detto, “Così lontana è la sua provincia e niente è più lontano.” In verità, è difficile descriverlo e duro da ottenere.
31. L’Avadhut non ha relazione con le cose del mondo, perché il suo naturale stato di Autorealizzazione rende tutto il resto insignificante. Morte e nascita non hanno significato; lui non medita e nemmeno fa adorazioni.
32. Tutto questo mondo è un show magico, come un miraggio nel deserto. Beatitudine concentrata, da solo e senza secondo, è Shiva e quello è l’Avadhut.
33. L’uomo saggio non si sforza per qualsiasi cosa, neanche per il Dharma (La legge di unità e la rettitudine) o la liberazione. Lui è libero da tutte le azioni e movimenti, ed anche da desiderio e rinuncia.
34. Cosa sanno gli esperti di lui? Anche i Veda non possono parlare perfettamente di lui. Quella beatitudine assoluta, sempre indistruttibile, ma una fonte di beatitudine per tutti, è l’Avadhut.

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Capitolo VII

1. Quando come un pellegrino, io cominciai a viaggiare verso Te, allora le mie piccole nozioni della pervasività su tutto dell’Atman morì.
2. Quando la mia mente cominciò a meditare su di Te, perse ogni interesse nelle cose. Quando la mia lingua cominciò a lodarTi perse il potere di lodare altri. Io dimenticai i miei tre grandi peccati.
3. Chi la cui mente non è attirata più verso desideri e piaceri, la cui natura è divenuta gioiosa e compassionevole, colui che, anche nel suo cuore, non ha nessuna idea di possessi, che è sempre pacato e più moderato in tutte le cose e non è mosso da alcun incontro ed evento – quel Muni (saggio) prende rifugio nell’Atman. Sempre attento, solenne come l’oceano e pieno di pazienza.
4. Colui che ha soggiogato i sentimenti di piacere, collera, avidità, attaccamento, vanità ed avversione, costui è pace stessa, e libero da ogni orgoglio.
5. Efficiente nelle sue imprese, pieno di compassione è il sadhu (un uomo santo); è misericordioso con tutti, non ha inimicizia verso nessuno.
6. Lui sopporta pazientemente calore e freddo, vedendo il Sé illuminare tutti i corpi. Cammina solitario come un rinoceronte (nell’Est il rinoceronte è un simbolo di distacco, solennità e pace). E’ divenuto un oceano di Verità e sempre prende parte nel lavoro della misericordia. Tale è l’Avadhut, libero da nascita e morte.
7. I conoscitori di Dio sapranno il significato della parola AVADHUT dalle quattro lettere che lo formano, A, V, Dh, T.
8. “A” sta per la libertà dalle trappole delle speranze ed aspettative, puro all’inizio, nel mezzo e alla fine, unito alla beatitudine del Sé.
9. “V” sta per l’estirpamento di tutti i desideri dopo il piacere, sottile o materiale, e per la vita nel presente sufficiente per tutto, il presente diviene l’eternità.
10. “Dh” è il corpo fisico, coperto di sporcizia e polvere, ma con la mente e il cuore sempre puri, al di sopra della contemplazione e della meditazione.
11. “T” è la contemplazione incessante della Verità eterna, e l’indifferenza alle attività della mente e dei sensi. Denota anche la libertà dall’egoismo e dall’orgoglio.
12. Il dolore a coloro che rinunciano a questa conoscenza della saggezza di Atman, che in se stesso costituisce la libertà eterna e gioisce dappertutto in tutti i mondi, e si riferisce ai regni del piacere limitato e dell’ignoranza.
13. Quelli che sono bramosi di acquisire questa beatitudine eterna e di comunicarlo ad altri attraverso il loro insegnamento, devono rinunciare a tutti i piaceri dei sensi, specialmente quelli che sorgono da unione di sesso.
14. Il corpo è fatto di elementi impuri, di sangue, carne, ossa ecc. Sventura a quelli che sono legati a lui, e sono indifferenti all’Atman sempre pieno di beatitudine.
15. Ci sono tre generi di liquori, prodotti da sciroppo, grano e miele. Ma ce n’è un quarto, il più scuro di tutti, il vino del sesso che ha inebriato il mondo intero.
16. Quando la mente è incontrollata, allora il corpo, che è l’oggetto dell’attaccamento all’ignoranza, anch’esso soffre, e quando la mente è controllata, allora anche il corpo rimane in buono stato.
17. Per cui, tutti gli amanti della saggezza, proteggono le vostre menti da sentimenti di piacere, e le impegnano nella saggezza spirituale.
18. Questa è la canzone del grande Dattatreya Avadhut. Coloro che la leggono e la sentono con attenzione rispettosa, non rinascono su questa terra.

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“Benedetto sono; in libertà sono.
Sono l’infinito nella mia anima;
Io non posso trovare nessun inizio, nessuna fine.
Tutto è me Stesso… ”

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