- I giornali cartacei sono stati sostituiti da tweet o stati di facebook
- La gente si sta disabituando alla lettura
- Le persone preferiscono evitare tutto quello che ritengono “pesante”
- Circolano notizie “fallate” nei social network figlie di sommarie acquisizioni delle informazioni
- La Marvel ha capito tutto questo ed ha creato il film che da il titolo all’articolo (basta poco per accontentare la gente).
Quanto segue è per la categoria di lettori di cui abbiamo parlato poco sopra a cui bastano 130 caratteri per capire il pensiero del pigro, quindi vi consegno una bella arma con cui andare in rete e profliare il mio stato di insanità mentale:
Con “Avenger Age of Ultron” la Marvel porta al cinema la definitiva serialità trasversale tipica dei fumetti, miscelando assieme tutti i media di cui dispone, creando continui vuoti nella mente di chi oltre al cinema non si interessa al mondo creato dalla “casa delle idee”.
Ora chi si stanca presto di leggere è accontentato e se ne può andare in giro a sfottere il diario del pigro, oppure lanciarsi in una rovinosa crociata contro la miriade di estimatori della pellicola prodotta dai Marvel Studios. Se non appartenete alla categoria “mi basta un tweet per capire ogni cosa”, allora continuate pure a leggere.
Ricordo molto bene il giorno in cui andai a vedere il primo “The Avengers”, arrivavo dalla visione di tutti i capitoli singoli dedicati agli eroi dei fumetti e non è che ne fossi esaltato. A parte il primo “Iron-Man” tutte le altre pellicole tratte dai fumetti non mi avevano entusiasmato, anzi in alcuni casi la delusione fu pure cocente (leggasi “Captain America”). Mi approcciai la pellicola con grosse aspettative, salvo poi a visione terminata ricredermi ed uscire esaltato dalla sala fischiettando il tema del film (e sono cose che non capitano spesso oggigiorno). Con il primo “The Avengers” lo studio si fece perdonare il pessimo make up di teschio rosso e l’aver azzerato le capacità recitative di Nathalie Portman in “Thor”, grazie allo splendido lavoro fatto in cabina di regia da Joss Whedon che mise assieme tutto quello che era necessario per ottenere una buona miscela di umorismo ed azione. Da qui in poi a parte “Iron-Man 3” (pellicola insopportabile, ma non inutile come il secondo capitolo), tutto l’universo cinematografico Marvel è migliorato concedendosi anche sorprese inattese come “I Guardiani della galassia”. Sia chiaro stiamo parlando di film che fanno bene il loro dovere, nulla di più, ma non è cosa da considerare scontata, o comunque da trattare con sufficienza visto che ci sono esempi anche recentissimi di come si possano creare immani schifezze tratte dai fumetti (avete presente “Il potere di Electro“? No? Beati voi). Ma veniamo ad “Age of Ultron”. La visione questa volta porta con se delle aspettative ben più alte e come le luci scendono in sala, ecco iniziare subito con un incredibile piano sequenza “impossibile” in cui veniamo subito proiettati al centro dell’azione assieme ai vendicatori che per l’occasione sono a tratti rimpiazzati da controparti in CGI. Non poteva iniziare in un modo migliore, nonostante qualcosa nella colonna sonora strida un pochino, tipo che è abbastanza anonima e quando non lo è fatica a supportare le immagini.
Poco male quello che conta sono gli effetti sonori, l’azione e le battutine di Tony Stark piazzate al momento giusto, ed infatti tutto questo esiste nella sequenza iniziale e l’asticella della temperatura va fuori scala. Fanno la loro entrata in scena due nuovi personaggi, due antagonisti che fin da subito si rivelano temibili, ma i vendicatori risolvono comunque la situazione. Ecco questo è un sunto della prima ventina di minuti e sappiate che sono l’unica cosa buona che vedrete nelle due ore e venti di film. Si perché ad un certo punto Tony Stark che entra in possesso dello scettro di Loki (ora non ricordo ma nel primo film non era stato messo al sicuro?), decide di sfruttarlo per creare Ultron, una intelligenza artificiale che ha come compito primario difendere la terra e dopo una attenta analisi (legge wikipedia e guarda filmati youtube), comprende che l’unico modo per farlo è sterminare la razza umana (originalità portami via). Per il personaggio di Ultron bisogna aprire un capitolo a parte, si perché è inspiegabile come il cattivo del film in realtà sembri più un bambinetto viziato che vuole tutti i giocattoli per se e pur di ottenerli fa qualsiasi cosa, ricordando più il celebre cattivo Disney de “La bella e la bestia” Gaston, senza mai rappresentare una vera minaccia per i nostri protagonisti.
Vuoi per le fattezze che hanno deciso di dargli o per le animazioni facciali o per la sua generale goffaggine Ultron quando presente sulla scena, egli è la parte meno riuscita del film, contando però la storia gravita attorno alle sue azione il quadro generale non è che sia proprio entusiasmante. Si è rotto qualcosa nel meccanismo perfetto del primo “Avengers” ed è sotto gli occhi di chiunque non si lasci ingannare dall’amore per i vari personaggi, o che non colmi le innumerevoli lacune della sceneggiatura con la sua conoscenza delle controparti cartacee (ricordiamoci che stiamo parlando di un film e questo dovrebbe essere fruibile come media a se stante). Tecnicamente il film a tratti ha spaventosi errori di montaggio del racconto che creano deja vu su quanto stia accadendo, non contento a supportare questo gravissimo problema, vengono inserite sequenze a rallentatore inserite solamente per vendere action figure dei protagonisti. Sarebbe estremamente semplice elencarvi altri difetti, ma dovrei scendere in alcuni dettagli rovinandovi le “sorprese” che la pellicola ha in serbo per voi, quindi eviterò di farlo.
Ma non ci sono solo noti dolenti, anzi, ce ne sta una che è addirittura pessima ed è che nonostante tutto la Marvel ha fatto il suo miglior film, dato che in questi anni hano forgiato un pubblico proprio che non vede l’ora di assaporare un nuovo tassello di questo universo cinematografico, per essere poi rimandato a tutti i sequel delle varie pellicole dedicate ai singoli personaggi. Mentre il primo capitolo rappresentava un ipotetico punto di arrivo da cui ripartire, questo nuova avventura è un tassello di raccordo che sembra avere come unica funzione non concludere nulla e aprire nuove strade per altri futuri personaggi a cui dedicare nuove produzioni, senza dimenticare che “Avenger: Age of Ultron” potrebbe essere sottotitolato: “mettetevi il cuore in pace perché tra poco Robert Downey Jr non lo vedrete più nei panni di Tony Startk”. La serialità fumettistica è arrivata al cinema, non quella televisiva fatta di eventi addizionali tra di loro, ma il corpo filmico viene trapassato in modo trasversale con rimandi ad azioni da dover ricercare in altre derive/storie parallele a quella principale. “Age of Ultron” non ha un vero inizio (ed infatti ci catapulta direttamente nell’azione) al suo interno ma bisogna andare a cercarlo in “Captain America: The winter Soldier”, allo stesso tempo non mette fine alla storia che racconta in quanto decide di lasciare lo sguardo con tre nuovi paralleli a cui guardare. Il cinema Marvel è a tutti gli effetti l’apoteosi del lettore degli albi, abituato a rimandare eternamente la chiusura di un cerchio che rappresenta la storia che sta leggendo.