1986, Sam Firstenberg.
Eccoci al culto dei nostri lontani anni 80, il film di arti marziali che più di ogni altro incuriosiva la nostra giovane mente di ragazzini, I cacciatori della notte (Avenging Force), diretto da quel Sam Firstenberg che pochi anni prima aveva dato risalto al genere con perle come Ninja la furia umana e cosette di un certo richiamo come Guerriero americano. Bisogna dire che siamo davanti alla migliore regia di questo autore, la più equilibrata, la meno sciatta e con un certo bilanciamento tra spettacolarità e assurdità. La storia doveva essere un seguito del famoso Invasion USA con Chuck Norris, ma visto il rifiuto della star (stava girando Delta Force) si decise di realizzare comunque il film mantenendo solo il nome del protagonista, Matt Hunter, interpretato qui da un convincente Michael Dudikoff.
Già questo basterebbe a far scattare l'applauso, soprattutto in virtù di una messa in scena sapiente e di un ritmo che sa prenderti alla gola dall'inizio alla fine. Ad impreziosire il tutto poi c'è un sottotesto quasi leghista: i cattivi sono la creme della società, industriali, futuri politici, che si definiscono “veri americani” disgustati dalla piaga dei “negri, barboni, extracomunitari” che infettano gli Stati Uniti d'America. Eh si perchè come dice un giogionesco John P. Ryan ad una platea di simpatizzanti esaltati e terrorizzati dalla minaccia straniero: “Stiamo vivendo in un'epoca buia, ci chiamano paranoici perchè amiamo la nostra terra, perchè ci impegnamo per sopravvivere al collasso economico che si preannuncia. Lo sapete che succede? Rivolte sulle strade delle nostre città, disordine ed anarchia regnano ovunque, il consumi della droga aumenta. Girano bande di stupratori negri! Inetti uomini politici vorrebbero limitare la vendita delle armi, i guerriglieri dell'America centrale indisturbati ci minacciano e aspettono l'occasione per invaderci per venire a terrorizzare le vostri madri, i vostri figli, i vostri vicini, per bruciare le vostre chiese! Prima occuperanno il Messico e poi che accadrà? Più di 20 milioni di messicani vivono soltanto in California, nel Texas e nell'Arizona. Ditemi che succederà se decidessero tutti di aderire alla futura Repubblica Comunista del Messico? E poi non è finita... Poi c'è New Orleans, Chicago, Boston, New York! E' nostro diritto costituzionale impugnare le armi, è nostro sacrosanto dovere agire nel modo più efficace possibile, diventare soldati in difesa della libertà e dello stile di vita americano. Quando quei codardi dei liberali decidono di dare in pasto il nostro paese ai guerriglieri senza neanche lottare noi dobbiamo dire di no!”. Questi “bravi americani” si fanno chiamare “Il pentacolo” (ogni punta della stella ha un membro cardine del gruppo) e vedono di cattivo occhio la scalata di Larry Richards (Steve James), il migliore amico di Matt Hunter, verso la Casa bianca soprattutto perchè è nero. Difficile concepire ora un action che descrive, anche se fuori campo, la morte di un bambino di neanche 8 anni a fucilate, altri tempi, ma anche idee di spettacolo più rozze forse, ma senza freni politicalmente corretti. Ciliegina sulla torta la suggestiva battaglia finale nelle paludi, selvaggia e molto sanguinosa, che non si dimentica della lezione dello slasher alla Venerdì 13 grazie ai costumi variopinti dei villain. Gran lavoro lo fanno certamente i vari scenari, soprattutto il villaggio di esaltati nella palude, figlio di un certo horror hooperiano a base di pazzi e caimani. Le scene d'azione sono davvero ben fatte, anche quelle più canoniche come inseguimenti o scazzottate, con sangue stavolta, elemento che molti action si dimentica(va)no spesso.
I cacciatori della notte è un film da tenere nella propria videoteca, simbolo di un cinema d'infanzia che purtroppo non è più tornato con questo splendore e che per fortuna non è invecchiato di un secondo. O siamo noi a restare bambini davanti a questi film?