L'operazione ha smantellato il gruppo che, con minacce e violenze, estorceva a imprenditori ed esercenti denaro per conto del clan nell'agro aversano.
«Tengo una imbasciata (un messaggio, ndr) dai compagni di Aversa. Siccome le cose sono cambiate, ogni buon amico tiene tre pensieri all'anno: Natale, Agosto e Pasqua». A parlare è Luigi Cirillo, cruenta leva criminale dell'ala Schiavone del clan dei Casalesi, intercettato dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa mentre sta parlando con un commerciante, vittima delle sue richieste estorsive.
Cirillo figura tra i dieci affiliati al clan arrestati dai carabinieri che hanno eseguito un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea.
L'operazione anti-pizzo ha portato in carcere :Umberto, Salvatore e Giuseppe Venosa, rispettivamente di 61, 39 e 67 anni, tutti di San Cipriano d'Aversa, Emilio Mazzarella, 45 anni, di Aversa, Giuseppe D'Ausilio, 40enne di Villa Literno, Mario Maisto, 45enne di San Cipriano d'Aversa, Angelo Compagnone, 43 anni, di Carinaro, Luigi Cirillo, di 44 anni di Aversa, Francesco Vitolo, 50 anni, di Aversa, e Luigi D'Angelo, 37enne di Teverola.
Per tutti l'accusa è di estorsione aggravata per avere favorito un sodalizio camorristico
L'ordinanza si inquadra in una attività di indagine iniziata agli inizi del 2012. Attività di indagine che avrebbe consentito di acquisire rilevanti fonti di prova in ordine a una serie di estorsioni poste in essere nell'Agro Aversano e soprattutto di accertare il nuovo assetto dell'organizzazione criminale nella gestione delle estorsioni dopo i numerosi provvedimenti che hanno colpito la cosca di Casal di Principe.
L'attività investigativa è stata condotta con metodologie tradizionali ma anche con l'ausilio determinante delle intercettazioni ambientali e telefoniche. Tale attività avrebbe consentito di documentare «i metodi violenti della famiglia Venosa - spiegano alla Dda - attiva nell'Agro Aversano e di interrompere attività estorsive eseguite capillarmente dagli arrestati che agivano con spavalderia e arroganza approfittando del muro di omertà che caratterizza le zone di influenza del clan dei Casalesi».
Gli arrestati solitamente si presentavano pressi i negozi delle vittime nei tre periodi usuali: Natale, Pasqua e Ferragosto. Il 'biglietto da visità era sempre lo stesso: il denaro sarebbe servito a mantenere le famiglie dei carcerati. Oppure si rivolgevano alle vittime sostenendo di essere stati mandati dagli «amici di San Cipriano» quindi di «mettersi a posto».
L'attività investigativa dei carabinieri di Aversa ha consentito di svelare l'ascesa criminale e la pericolosità della famiglia Venosa di San Cipriano d'Aversa, attualmente delegata per conto del clan Schiavone a raccogliere le estorsioni nell'Agro Aversano per farle poi confluire in parte nella cassa comune della cosca
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