Per quanto mi riguarda – ma so di non parlare solo a titolo personale – oggi va portata una decisa opposizione al ritorno di Berlusconi in politica come leader del centrodestra. Poiché comunque ci tornerà alla faccia di quanto possiamo protestare noi – e per fare grosso modo quello che da un bel po’ di tempo sto scrivendo – l’importante è mantenere ferma una posizione critica. Quest’ultima non concerne però la sua persona, non lo attacchiamo perché affetti dallo stesso sporco moralismo della sedicente “sinistra” (se poi si dice “centro” è la stessa cosa, sempre di furfanti si tratta). Siamo contro la funzione espletata da un dato personaggio. Tanto per indicare un esempio chiarificatore, ho provato schifo per un D’Alema non certo perché ricordassi l’esame di Economia politica dato a Pisa con il mio Maestro o l’incontro avuto con lui in quanto segretario della Federazione piciista di quella città; chissenefrega dell’antipatia e della irresistibile voglia di dargli una “patta sul muso” che suscita non appena apre bocca. La mossa che lo ha per me bollato d’infamia è stata quella del bombardamento della Jugoslavia al seguito del “bamboccione” beccato a “fare cose” con Monica Levinsky.
Oggi Berlusconi, come scritto dai suoi giornalisti, sarà impegnato in una politica estera di pretta marca anglo-americana – così scrive ridicolmente Porro quasi ci trovassimo nella seconda guerra mondiale quando si parlava delle truppe Alleate o anglo-americane – cioè, in realtà, di piatto servilismo verso gli Usa di Obama. Fino ad un paio d’anni fa (o comunque almeno fino al viaggio “solitario” da Putin nel 2009), “el poer nano” aveva sviluppato una politica estera di avvicinamento alla Russia e, in definitiva, anche alla Libia. Ovviamente, non c’era nessun rovesciamento di alleanze; in Irak e Afghanistan, Berlusconi era allineato con gli Usa esattamente come tutte le altre forze politiche italiane (salvo qualche gruppuscolo finto-antimperialista poi crollato e smascheratosi all’epoca dell’aggressione alla Libia). Tuttavia, invogliato da qualche “gentilezza”, egli aveva favorito rapporti Eni-Gazprom e anche lo sviluppo di altre correnti d’affari con la Russia e, appunto, con il paese nordafricano guidato da Gheddafi.
Abbiamo quindi avuto ragione a concedere quel minimo di preferenza a simile politica, osteggiata invece dalla “sinistra”, che ormai lo è solo nel senso figurato di “sinistro” in quanto bieco, minaccioso, infausto, avverso (vedi Devoto-Oli). Il sintomo preciso delle nostre ragioni si ha nell’assalto giudiziario subito dall’allora premier in particolare nel 2009-11, al 90% basato sullo sputtanamento per le sue “manie sessuali”, che senza dubbio gli sbiaditi capi della “sinistra” non potrebbero permettersi; non finanziariamente ma nemmeno fisicamente se l’aspetto esteriore ha qualche significato (se poi ci sono donne pervertite con il gusto dell’horror……). Tutte le intercettazioni dell’ex premier sono finite sui giornali fra il tripudio della “indipendente” stampa antiberlusconiana. Adesso che viene implicato il presdelarep, per motivi un po’ più seri, molto più seri, allora il Colle si muove contro certi magistrati; e sempre con il tripudio, in senso contrario, della stessa stampa “indipendente”. Ci potrebbe essere prova migliore che la nostra posizione aveva un senso?
Per un certo periodo di tempo, il cavaliere, senza smettere di essere nella sostanza “amerikano”, ha rappresentato una modesta deviazione rispetto al piatto e smodato servilismo dei “biechi e infausti”. Oggi non più, poiché ha tradito vilmente l’ex leader libico, partecipando al suo massacro e a quello del paese. Inoltre, al di là di convenevoli individuali, non ci sono più rapporti credibili con la Russia, si è di fatto liquidato – per quanto riguarda l’importanza che l’Italia aveva nel progetto – il Southstream. Si trattava, in realtà, di un gasdotto di proprietà al 50 e 50 tra Eni e Gazprom e sarebbe servito ad avere una non indifferente influenza nella UE che, infatti, lo ha osteggiato. Oggi, l’Eni è al 20% e la valenza politica iniziale è sfumata; non mi sembra se ne parli più nemmeno tanto. In questi giorni poi, al fine di preparare il rientro, Berlusconi ha riunito un gruppo di economisti perfettamente liberali (rispolverando pure l’ultra-mediocre Martino).
Sembra di rivivere la vicenda e la polemica di List, negli Usa negli anni ’20 dell’800, con l’ottuso liberoscambista Thomas Cooper, la cui ideologia era di supporto ai cotonieri americani e, di conseguenza, ai predominanti industriali (tessili) inglesi. Il problema è che oggi non basterebbe avere qui da noi un List; nemmeno si può pensare alla successiva guerra civile (o di secessione) del 1861-65. Occorrerebbe un’autentica rivoluzione violenta condotta da gente decisa e dotata di ferocia inaudita; altro che i “mammoni italici”. Non c’è pericolo di “colpi di mano” (o di Stato) di tipo greco o cileno. Oggi, purtroppo, le sostanziali (e perfino sanguinose) svolte filo-occidentali (cioè filo-Usa), organizzate sotto l’ala protettrice della “rinnovata” Nato, avvengono, e soprattutto nei paesi a capitalismo detto avanzato, nella mistificante forma della democrazia puramente elettoralistica. I popoli della nostra area sono da quasi settant’anni intossicati, avvelenati, da questa democrazia.
Al momento non credo ci siano vie di uscita. Sarebbe come minimo indispensabile un lungo periodo di “degenza” in Ospedali o centri o altro dove la cura andrebbe condotta con i metodi della lotta alla dipendenza da alcol o droga. Nessun luogo di cura può essere però messo in piedi se una forza inizialmente minoritaria, e tuttavia molto decisa e capace nell’esercizio dell’“ideologia corazzata di coercizione”, non è in grado prendere le redini in mano con forte intimidazione, accompagnata dalle “debite lezioni educative” se necessario, di tutti i liberisti filoamericani. I nostri Thomas Cooper, che siano di “sinistra” o convocati da Berlusconi, andrebbero presi a calci e fatti “volare” verso il loro luogo di reale appartenenza “anglo-americana”. E poi ci si dovrebbe dedicare alla “ri-educazione dei popoli”. Come ben si capisce, “campa cavallo…..”. Certe cosette è però indispensabile almeno cominciare a dirle. Se mai s’inizia…..