Avevo sei anni e mezzo

Creato il 19 maggio 2014 da Destinazione Libri @destinazionelib

Simone di Maggio è nato a Torino nel 1976 e attraverso questo libro racconta la sua tremenda storia che gli ha segnato tutta l’infanzia e l’adolescenza. Questo libro prende in esame un tema fondamentale presente da sempre in tutto il mondo e che sta diventando una vera e propria epidemia silenziosa: l’abuso sessuale infantile.

Ricordo ancora nei minimi dettagli, quella giornata che mi ha cambiato la vita o che forse me l’ha tolta dalle mani. Giorno dopo giorno, non dimentico mai, un po’ come quando devi ricordarti di lavare i denti o di mangiare o di bere. E pensare che il parco giochi era il luogo in cui dimenticavo tutto. Arrivavo li e non esisteva più niente, solo gli altri bambini”.

La storia di Simone ha inizio in un parco alla periferia di Torino, un parco come gli altri, pieno di bambini, di grida gioiose, di giochi, di mamme che chiamano e osservano i propri figli. Ma purtroppo anche un luogo pericoloso per chi viene osservato da sconosciuti che si siedono su una panchina in attesa di un momento buono per alzarsi, avvicinarsi, fare una carezza, conoscere il bambino. Qualcuno che Simone chiama “Falco” che è rimasto tutta la vita con lui creandoli disagi quotidiani, pensieri incontrollabili, attacchi di panico, paure ed una sensazione di sporco addosso… ma per quale motivo? Cosa è successo a Simone? Simone passerà tutta l’infanzia e adolescenza senza sapere, senza ricordare e riuscirà solo attraverso la psicoterapia e l’ipnosi a rielaborare l’abuso subito.

“La signora Marta mi tira su il cappuccio e si china verso di me.«Allora Simone, tu adesso vai verso casa tua, ti guardo io finchè non suoni ed entri nel portone, va bene? Tanto la mamma sarà già tornata»”. “Citofono..Citofono di nuovo, schiacciando più forte, una, due volte… Tengo premuto finchè il pulsante non si incastra, succede sempre, ma non risponde nessuno. Non c’è nessuno in casa e nessuno in strada. Mi guardo intorno, ho sei anni e mezzo e ho paura.” “«Simone perché piangi?, ti hanno lasciato solo?, vieni con me andiamo a casa mia, la mamma arriva subito e noi l’aspettiamo qui vicino»”. “Ha gli occhi belli e buoni, è un signore grande, l’ho visto spesso al parco. La mamma non c’è e questo signore è un amico perché sa il mio nome, perché ora non sono più solo”.

Simone troppo piccolo per sapere, nessuna prevenzione solo la fiducia che i bambini tendono a dare a tutti, a chi ha occhi belli e buoni. Da quel giorno la vita di Simone cambierà per sempre. Da quel momento diventa Simone, il bambino non esiste più. Simone passa la sua adolescenza con attacchi di panico, ansia, paura, è sempre stanco, dorme, beve e poi si riaddormenta, scappa dalla folla di gente, non riesce più ad andare a scuola, ad uscire di casa, attraversato da una sensazione di panico e vomito. Gli anni passano ma Simone non riesce a guarire.. qualcosa gli torna sempre in mente.. qualcosa a cui non sa dare un nome, qualcosa che non sa spiegare, che non ricorda. A ventisette anni, Simone decide di andare da uno psichiatra specialista in ipnosi che gli propone una seduta ripresa da una telecamera. Non sapeva che dopo quella seduta la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

“La cassetta è rimandata indietro veloce, poi viene schiacciato il pulsante play sul vecchio videoregistratore e il filmato parte. Nella registrazione ci sono io, sulla poltrona dello studio di fronte al mio psichiatra, che racconto una storia.. la mia storia..” «Simone hai fatto una cosa molto brutta, lo sai vero? Se lo dici a qualcuno sai che ti sgrideranno? Sai quante botte?».

Questa è la storia di Simone che dopo aver vissuto nel dolore inconscio dei suoi ricordi è riuscito a ritrovare la sua vita.

Buona lettura

Veronica



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