Tutto fa capo alla Direzione agricoltura, in attesa che la legge 35 faccia il suo corso e prenda forma il dipartimento Sviluppo economico e Politiche agricole. Per questa realtà sarebbe un’ulteriore trasformazione. Nata nel 1951 come Ente Fucino la struttura si occupò subito dell’espropriazione terriera, portando i 15.800 affittuari dei Torlonia a 9.918. Per la gente del posto, essere assunta all’Ente Fucino, era una sorta di status symbol. È molto probabile che negli anni ’60 e ‘70 qualche assunzione sia stata usata come serbatoio di voti della politica. C’era una barzelletta dell’epoca in cui il figlio chiede al padre, dipendente dell’Ente Fucino: «Dove lavori?». E lui: «Zitto e magna». Con la trasformazione in Arssa la struttura allargò lo sguardo a tutta la Regione favorendo lo sviluppo tecnico e qualitativo dell’agricoltura regionale. Ad Avezzano rimase il centro direzionale, proprio nel palazzo Torlonia. Ma questo determinò il trasferimento di molti tecnici nelle sedi di Cepagatti, Teramo, Scerni. «Al momento dell’avvio della liquidazione dell’Arssa, nel 2011, l’ente contava 249 dipendenti in tutta la Regione», spiega Francesco Luca, dirigente responsabile del servizio Gestione riforma fondiaria e controlli. «Tutta la forza lavoro è confluita nella Direzione regionale Agricoltura. Attualmente, ad Avezzano dell’ex Arssa sono rimasti circa 50 dipendenti. Il personale amministrativo che attendeva alla gestione del personale e del bilancio è stato trasferito negli uffici regionali dell’Aquila, mentre quello rimasto conta funzionari tecnici agronomi, ingegneri e dipendenti di categorie di livello C e B. Seguiamo alcune le funzioni di controllo relative ai finanziamenti comunitari: piano di sviluppo rurale, organizzazioni produttori, azioni di assistenza tecnica svolte nel Fondo europeo per la Pesca. Ad Avezzano sono presenti il Servizio gestione del territori e “Green economy” oltre a due uffici dell’ispettorato». L’ufficio di Luca si trova nell’ala vecchia. Un edificio che raccoglie l’eredità dello stile Liberty, con tanto di calesse parcheggiato a piano terra. Da un lato il computer Ibm, dall’altro il portapenne e il tagliacarte appoggiati su alcuni fax del 2009. «In quell’anno è iniziato il processo di scioglimento dell’Arssa», spiega il dottor Luca. «Nonostante la procedura di liquidazione sia conclusa, abbiamo ancora molte pratiche da smaltire. Inoltre, svolgiamo, come già detto le funzioni di controllo alle aziende, così come di gestione delle pratiche relative alla gestione degli immobili della riforma fondiaria strettamente correlata al Fucino, che esprime una buona fetta del Pil agricolo regionale. Al Crab è inoltre presente il laboratorio analisi dei terreni».
Nel parlare del complesso, che ospita anche Forestale e consorzio di bonifica, il dirigente giudica importante portare a termine un’operazione di riordino che tenga conto delle professionalità dei dipendenti. «Abbiamo un’età media piuttosto alta», spiega, «circa 58 anni: fare i conti con innovazioni tecnologiche rappresenta uno sforzo piuttosto importante, ma è necessario conferire un assetto più funzionale. Confidiamo che il nuovo capo dipartimento sia in grado di presentare un progetto di lavoro efficace». Un auspicio espresso anche dall’assessore regionale all’Agricoltura, Dino Pepe. «L’attenzione alle politiche agricole nella Marsica sarà massima. Siamo in una fase cruciale relativa al Psr 2007-2013, un compito lasciato in eredità dalla precedente gestione. In contemporanea, stiamo lavorando sul Psr 2014-2020». L’assessore giudica possibile il trasferimento di dipendenti della direzione agricola in altri settori.
di Fabio Iuliano – fonte il Centro