Queste parole riportate sul comunicato stampa relativo al romanzo in questione mi hanno colpita. Dopo essere stata deliziata da Il libro di Miss Buncle (la mia recensione la trovateQUI) avevo sperato di poter conoscere altre storie riguardanti Barbara Buncle e la sua vita così ordinaria per lei ma così sconvolgente per gli altri. Evidentemente è questo l'effetto che suscita il romanzo della Stevenson a tutti i suoi lettori: fa venir voglia di continuare a leggere. Posso dirmi felice che in passato i lettori abbiano preteso che la storia di Miss Buncle non si concludesse lì, e che la casa editrice Astoria l'abbia portato qui in Italia senza lasciar passare troppo tempo tra una pubblicazione e l'altra.Adoro questa casa editrice e tutte le sue scelte editoriali: quante volte l'avrò ripetuto?
La vita matrimoniale di Miss Buncle di D.E. Stevenson
Così Barbara e Arthur Abbott vanno a vivere a casa di lui, a Hampstead., Londra. Ma dopo pochi mesi si rendono conto che la vita mondana a cui si sono assoggettati, ciascuno pensando di fare cosa gradita all’altro, riesce loro insopportabile e che la soluzione più facile per uscirne è trovare una casa in campagna. Così inizia la ricerca di Barbara, che dopo mesi capita nel villaggio di Wandlebury, dove trova una casa che si rivela essere perfetta. L’arrivo a Wandlebury è subito segnato da un malinteso: scambiata per qualcun altro, a Barbara viene fatto leggere un testamento, che a tutta prima le riesce incomprensibile, ma che nei mesi successivi avrà una parte non da poco nella vita degli Abbott. E poi risorge l’insopprimibile bisogno di Barbara di scrivere del mondo intorno a sé. Ma cosa comporterebbe pubblicarlo? Dovrebbero abbandonare ancora una volta la loro residenza?La vita matrimoniale di Miss Buncle, oltre a dar conto dello sviluppo della storia della nostra eroina, racconta con immutata ironia e con lo stesso tono a volte dolcemente tagliente di idiosincrasie, difetti e pregi di un mondo che ci è lontano ma che spesso ci sembra vicinissimo
L'incipit
“Dovremmo trasferirci,” disse Mr Abbott distrattamente. Le mani di Mrs Abbott si fermarono a mezz’aria interrompendo il tragitto verso il manico della caffettiera. Gli occhi grigi si spalancarono, la bocca si aprì (mostrando una dentatura di eccelso fulgore) e rimase aperta, senza che ne uscisse alcun suono. L’accogliente sala da pranzo era molto silenziosa, il fuoco scoppiettava nel camino, il pallido sole invernale entrava dalla finestra per posarsi sul tappeto turco di lana rossa e blu, sui mobili di quercia intagliata e sulle figure inerti di Mr e Mrs Abbott che sedevano al tavolo della colazione, su cui l’argento brillava e la porcellana splendeva, il che era normale quando veniva pulita e lucidata da mani premurose. Era domenica mattina, com’era facile intuire dall’ora tarda e dal silenzio innaturale che regnava fuori, oltre che dentro, la piccola ma comoda casa degli Abbott.
“Ho detto che dovremmo trasferirci,” ripeté Mr Abbott.“Sì… mi era sembrato che l’avessi detto,” disse Mrs Abbott incredula. Mr Abbott abbassò il giornale e guardò la moglie da sopra gli occhiali. Era il giornale della domenica, naturalmente, e Mr Abbott stava leggendo gli annunci editoriali. Anche lui era un editore, per cui gli interessavano molto le inserzioni pubblicitarie, dalle quali però non si lasciava ingannare. La notizia che la Faction & Whiting stesse per pubblicare il Più Grande Romanzo del Secolo, zeppo di Avventura, sfavillante d’Ingegno e traboccante di Humour, procurava in lui niente più di un vago stupore al pensiero di quanti soldi avesse dovuto ricevere l’agente pubblicitario. Mr Abbott mise via il giornale senza rimpianti e guardò sua moglie e, guardandola, le sorrise, perché era bello guardarla, perché lui l’amava e perché lei lo divertiva e lo intrigava moltissimo. Erano sposati da nove mesi e, se a volte era convinto di sapere tutto di lei, altre volte invece gli sembrava di non sapere proprio nulla… che matrimonio appagante era il loro!“Sì, ho detto ‘trasferirci’,” ripeté (con quella che Barbara Abbott chiamava segretamente “la voce sorridente di Arthur”). “Perché non ci trasferiamo, Barbara? Risolverebbe tutti i nostri problemi in un colpo solo. Potremmo trovare una bella casa, lontano dalla città, con un bel giardino, gli alberi e tutto il resto…” aggiunse Mr Abbott, facendo un vago gesto con la mano, quasi a voler far comparire la casa sotto gli occhi di Barbara, e la cosa strana fu che ci riuscì. Barbara visualizzò subito una bella casa con un bel giardino, lontano dalla città. Le apparve tutto davanti agli occhi come una visione: prati e alberi e aiuole piene di rose, con una bella casa in mezzo; il tutto immerso nel sole. “Sì,” disse lei trepidante, “sì, perché no? Se non t’importa di lasciare Sunnydene… non c’è motivo, intendo…”“Esatto,” concordò il marito, “vedo che capisci. Non c’è proprio alcun motivo, e poi risolverebbe tutti i nostri problemi.”
Si guardarono, ridacchiando un po’ imbarazzati: i loro problemi erano talmente assurdi. Si erano mai viste due persone, all’apparenza sane di mente, infilarsi in un pasticcio tanto stupido e ridicolo?
Titolo originale: Miss Buncle MarriedAutore: D.E. Stevenson
Traduttore: Ester BorgeseEditore: AstoriaPagine: 320Isbn: 9788896919354Prezzo: €17,50Data di pubblicazione: 20 Giugno 2012