Avvoltoi col cuore in mano

Creato il 04 marzo 2012 da Zfrantziscu

Quando ieri mattina si è sparsa la voce della liberazione di Rossella Urru, il primo impulso è stato di scrivere su questo blog la mia contentezza, certo di impersonare un sentimento comune a tutti noi. Pochi secondi di riflessione e hanno prevalso prudenza e cautela. Quelle stesse che avrebbero dovuto consigliare le centinaia di gestori di blog, giornalisti tv e radiofonici e persino il presidente della Regione sarda, tutti ad esultare per una notizia che ancora ora mentre scrivo, le nove del mattino, è tutt’altro che certa. Sapendo che il Ministero degli esteri non aveva dato la notizia dell’avvenuta liberazione, sapendo che Al Jazeera non è proprio nota per l’accuratezza dei suoi controlli sulle fonti, ho pensato giusto non unirmi all’enfasi mediatica. Per una ragione fondamentale: la Farnesina, che aveva nella regione suoi inviati, aveva tutto l’interesse a confermare la liberazione della umanitaria sarda, se non altro per potersene dare il merito, totale o parziale. Se questa conferma non c’era – e non c’è ancora – qualche motivo doveva pur esserci. Non compromettere, per esempio, trattative complesse; non fornire ai rapitori, attraverso esultanze non fondate, occasione per una surenchère, un rilancio della posta; non dare l’impressione ai sequestratori – pare di Al Qaeda – che di loro si pensa che sono delle pappe molli sensibili alla mobilitazione degli occidentali. E altri motivi del genere. Gli avvoltoi mediatici e politici non forzatamente agiscono per sete di sangue e incontenibile voglia di colpi di scena in cui primeggiare. A volte paiono agire a fin di bene, come in questo caso. Ma il saldo non cambia e si allontana sempre di più la possibilità di una pacificazione fra media, politica e opinione pubblica. 

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