Giacinto Giacomini (ex direttore generale di Càvit): Il Pentito – “Adesso che sono un uomo libero lo posso dire liberamente: l’Alto Adige ha scelto la strada del territorio e della qualità. Noi scegliemmo una strada diversa, quella del business”
Peter Dipoli (ex vicepresidente dei vignaioli dell’Alto Adige: Il Dinamitardo – “Il vino trentino non entra più nella ristorazione medio-alta (…) Quando i degustatori del Gambero Rosso vengono in Alto Adige, noi stendiamo tappeti rossi ed è una festa. Quando hanno finito di degustare i nostri vini, dicono: << adesso andiamo ad assaggiare le schifezze trentine>> (…) Ai trentini dico: cominciate finalmente a fare il Trentino”.
Angelo Rossi (ex segretario del Comitato Vitivinicolo del Trentino): Il Grillo Parlante – “Tutti tornino a fare il loro mestiere: gli industriali gli industriali e i viticoltori i viticoltori: Cavìt e Mezzacorona continuino pure a fare attività industriale sui mercati mondiali, senza mettere di mezzo il brand Trentino, vignaioli e viticoltori cooperativi, invece, tornino a fare territorio e qualità. Poi è necessario affidare la regia della politica di settore ad un organismo a composizione paritetica come lo era il vecchio comitato vitivinicolo”.
Paolo Manfrini (direttore generale di Trentino Marketing): Il Promozionista: “Io sono l’ultimo anello della filiera vino, non posso promuovere efficacemente un prodotto che non c’è. Solo se un prodotto esiste posso cercare di promuoverlo bene (…) Ora è arrivato il tempo in cui anche i viticoltori, come succede negli altri settori, dal formaggio alle mele, si assumano la loro responsabilità, anche economica (…) A me compete promuovere un territorio non un singolo prodotto”.
Mario Pojer (della Premiata Ditta Pojer e Sandri): L’Uomo (incazzato) con la Valigia: “La politica ci ha ficcati in una situazione che mi fa vomitare. Il nuovo Piano Vino presentato venerdì scorso a San Michele mi ha fatto letteralmente vomitare. Il disastro della politica e dei politici mi fa venire voglia di scappare dal Trentino”.