#azonzotour - rubrica di racconti di viaggioVerona: testo e foto a cura di Serena Baronchelli
VERONA. Affidare il
proprio amore a Giulietta Capuleti. Nell’epoca dei social network e delle
dichiarazioni “smart” sono tantissimi i giovani che ancora lasciano i loro
messaggi d’amore sul muro della casa di Giulietta a Verona, confidando nella
benedizione dei due amanti shakespeariani. Gli “autografi d’amore” sono da decenni un simbolo della città veneta al punto da resistere all’avvento di Instagram, Facebook e dei selfie. Certo, lo sfregio sui monumenti storici rimane e condanna la città alle critiche dei “puristi dell’arte” che non mancano di evidenziare il problema sui portali come TripAdvisor. Visitando la dimora della giovane Capuleti, in effetti, si nota chiaramente come il desiderio di urlare al mondo i propri sentimenti dei giovani turisti non rimanga confinato all’ingresso e al muro dedicato ai messaggi, bensì si espanda sui muri degli edifici storici della vietta adiacente, in alcuni casi addirittura all’interno della casa stessa. “Scrivere sui monumenti in effetti non è molto rispettoso – riconosce Laura, 20 anni, in visita a Verona con il suo fidanzato – però la tentazione è fortissima. E’ una sensazione strana, quasi come se il nostro amore adesso fosse “al sicuro” e destinato a durare per sempre».
L’idea che sta alla base di questa tendenza, in effetti, è proprio quella di
lasciare un segno tangibile del proprio passaggio, una traccia visibile a
chiunque, che rimanga immutata nel tempo rendendo quindi immortale anche il
sentimento nato fra gli autori della scritta.
L’amministrazione
comunale scaligera ha da poco tentato di risolvere la questione inserendo pannelli
amovibili all'interno del cortile, che vengono sostituiti una volta siano colmi
di scritte; anche in questo caso, però, il rispetto per un luogo storico sembra
essersi un po’ perso con l’andare del tempo: il malvezzo di usare le gomme da
masticare come colla per i post-it non è esattamente un inno alla civiltà.
In coda per accedere
alla casa, basta aguzzare la vista per rendersi conto di un curioso fenomeno:
alcuni turisti si appoggiano al muro, entrano in contatto con la gomma e si
guardano con disgusto.
Salvo poi realizzare che non c’è un’alternativa e replicare il gesto. Alla fine forse che sia meglio un selfie…?






