I soli due cambi rispetto ai titolari dello Stade de France so' i veterani. Al posto di Corniel Va Zyl, uno dei migliori in campo a Parigi, tanto da guadagnare l'unica nomination Azzurra di Planet Rugby nella formazione ideale del primo turno, arriva Marco Bortolami. Il patavino al novantesimo cap (terzo di sempre tra gli Azzurri) sarà a fianco del compagno di squadra Quintin Geldenhuys. L'altro veterano è Gonzalo Canale, schierato primo centro a fianco di Tommy Benvenuti. I due sostituiti, Van Zyl e Sgarbi, non sono convocati.
La seconda linea di rincalzo sarà Antonio Pavanello (sesto cap per lui ed esordio al Sei Nazioni); altro espertone richiamato in panca è la copertura per la terza linea, dove a Favaro viene preferito l'eterno Mauro Bergamasco divenuto recentemente suo compagno di squadra. Ultima novità, sempre in panca è l'utility back, l'Eccellente di Parma e già permit player della Benetton Luca Morisi all'esordio assoluto (nella foto, nell'Under20).
Tutti confermati gli altri: prima linea LoCicero-Ghiraldini-Castrogiovanni con Cittadini e D'Apice a rincalzo, terza linea Barbieri-Zanni-Parisse, rinnovata fiducia alla mediana Gori-Burton col doppio rincalzo tutto Benetton Semenzato-Botes, triangolo allargato con Masi in fondo, McLean all'ala chiusa e Venditti a quella aperta.
La squadra in settimana s'è focalizzata sul ripasso dei fondamentali difensivi, a partire da quelli individuali, sotto la guida del (unico) collaboratore (scelto) di Mallett, Mouremie. Se tutti difatti hanno lodato l'attitudine propositiva degli Azzurri in fase di possesso, accompagnata da una rinnovata aggressività nella caccia dell'ovale ("a spirited Italy", han titolato Oltremanica), la perplessità a partire da Brunel è arrivata con la serie di enormi errori individuali degli Azzurri, imperdonabili a questi livelli, che han regalato tre mete da Babbi (Natale) ai Bleus, consentendo loro di gestire la gara con la massima serenità. Tanti errori anche nelle scelte (più che nell'handling) anche in fase di possesso, che han limitato la nostra pericolosità. Speriamo in una riscossa, a partire dal playmaker Ugo Gori, che coinvolga tutti i trequarti.
C'è stato il tempo a inizio settimana anche per qualche polemica sull'arbitraggio della mischia: Orlandi ha sparato su Nigel Owens pur senza nominarlo, ma citando dati precisi - sei reset e tre punizioni prese su nove mischie a intriduzione nostra: l'ha di fatto tolta dalla partita. Stavolta a fischiare ci sarà un francese, il giovane Garcés, tutto fa pensare che sia un po' più competente del gallese in merito.
Nel weekend gli inglesi si son mostrati certamente meno "slegati" in attacco dei francesi e han dato l'impressione di essere meno letali, ma erano al Murrayfield e non si son di certo rivelati meno cinici o più distratti: una occasione hanno avuto e l'han sfruttata. Fan sorridere certi commenti televisivi, anche di grandi ex campioni, su una loro presunta inadeguatezza: L'Inghilterra sarà un avversario tostissimo, focalizzato a vincere e non a divertire. Han già dimostrato sul campo di poter reggere l'assalto di nazionali convertite al gioco espansivo da più di un paio di gare - la Scozia di fatto ci prova da quando c'è Andy Robinson e da allora in meta non ci va più.
I bianchi della Rosa han giocato in modo più collettivo rispetto ai tempi di Martin Johnson, senza peraltro mostrare gran attitudini in fase di possesso - Foden frenato a presidiare il gioco aereo; centri frenati, Ashton spento, contenuto, mai a cercarsi ovali per il campo, forse per disposizioni tecniche di Lancaster; meglio Strettle nei suoi tentativi di saltare l'uomo uno contro uno. Son però pur sempre dei feroci mastini, l'han dimostrato vincendo in modo scrappy and ugly come si deve fare fuori casa. Davanti gli inglesi danno come sempre il meglio nelle fasi dinamiche; qui l'arbitraggio potrebbe aiutarci grazie alla nostra pulizia rispetto alle furbatine di cui non riescono a fare a meno. Nelle fasi statiche i Bianchi sono stati messi in crisi dalla Scozia, soprattutto in rimessa laterale: speriamo che l'assenza di Van Zyl non si faccia sentire.
Così come si spera riesca a farsi sentire, nel freddo intenso, il pubblico promesso di oltre 70.000 tifosi, dei quali solo 7.000 inglesi. Sempre che la situazione meteo a Roma non degeneri e venga deciso di non far disputare la partita per ragioni di sicurezza. L'Olimpico infatti può anche avere tutto pronto per rimuovere neve e ghiaccio dal pitch, ma questo è il meno in evenienze del genere. Muovere decine di migliaia di persone attraverso una città molto estesa fatta di colli, dove ci s'è accorti la settimana scorsa che i pullman, per non dire i tassisti, son sprovvisti di catene, potrebbe degenerare in un pericoloso incubo. Speriamo bene, speriamo ovale.