Leggo che Fabriciano Sigampa, arcivescovo di Resistencia, in Argentina, durante un’omelia ha pensato bene di dichiarare guerra a Babbo Natale e di rivelare ai bambini che “Babbo Natale è un grasso signore vestito di rosso frutto della fantasia e che è giusto che i bambini sappiano che i regali li fanno i loro genitori con i loro sforzi e con l'aiuto di Gesù".
Non so voi ma io mi sarei arrabbiata da morire. Tralasciando il fatto che se mio figlio deve sapere che Babbo Natale non esiste glielo dico io e non un prete durante l’omelia a tradimento, rivendico il diritto, in quanto adulta, di avere l’esclusiva sulla preoccupazione di come far arrivare i regali sotto l’albero la sera di Natale.
Insomma, i bambini vanno protetti da un mucchio di cose molto serie e drammatiche, ma a volte anche da persone saccenti che hanno probabilmente dimenticato (o forse mai vissuto) il sapore della magia e del mistero di Babbo Natale.
Arriverà il momento in cui i piccoli si accorgeranno che Babbo Natale non esiste e con questa scoperta se ne andrà una buona fetta della loro ingenuità e della loro capacità di credere alle magie.
Quindi perché non lasciare che le cose abbiano il loro corso naturale e non aspettare che il primo compagno di scuola un po’ più di esperienza rompa le uova nel paniere?