Il sito dovrebbe aprire i battenti ufficialmente verso la fine del 2014, ma questo lancio “soft” è stato un buon modo per permettere agli utenti di farsi un’idea in anticipo di come funzionerà il servizio, promuovendo allo stesso tempo un album musicale dello stesso Dotcom, intitolato “Good Times”.
L’album, già disponibile su Google Play ed iTunes, non è a dir la verità niente di speciale: si tratta di un disco europop piuttosto ordinario, disponibile sia in streaming che in download in tre formati: MP3, FLAC e Wav. Il disco è accompagnato da una pagina che ospita il profilo dell’artista, corredato dal consueto bagaglio di foto, video, interviste, aggiornamenti sociali e molto altro.
Gli utenti potranno seguire automaticamente il profilo Twitter di un artista attraverso un bottone apposito. Per adesso, la navigazione di Baboom è possibile tramite una semplice barra laterale sulla destra, da cui presto sarà possibile accedere alla funziona di ricerca, alla libreria musicale dell’utente, nonché alle pagine Activity e Jukebox, disponibili non appena il servizio diventerà pienamente funzionale.
Uno dei lati più interessanti di Baboom, o almeno dell’album di DotCom, sembrerebbe essere la disponibilità sia come download gratuito che come album a pagamento. Per i download a pagamento, il sito per ora rimanda gli utenti ai maggiori servizi sul mercato, tra cui iTunes, Amazon e Bandcamp. Come spiega Dotcom in un video posizionato accanto al suo album:
l’idea di base è che gli artisti dovrebbero rendere la loro musica disponibile gratuitamente, e che i fan dovrebbero pagarla soltanto se gli piace davvero
Dotcom aggiunge che per questo motivo ha deciso di iniziare dando a tutti il buon esempio, incoraggiando gli utenti a far salire il suo album il più in alto possibile nelle classifiche, allo scopo di provare che il suo modello potrebbe effettivamente funzionare.
Rendere disponibili gli album in download gratuito non è un’idea del tutto folle: dopo tutto, una delle principali ragioni del successo di molti programmi di streaming odierni è spesso la possibilità di ascoltare musica gratis, molto più dei complessi algoritmi di personalizzazione offerti.
Anche servizi come Soundcloud hanno avuto un certo successo perché hanno consentito ad artisti meno conosciuti o esordienti di costruirsi un seguito rendendo la propria musica disponibile in modo gratuito: basti pensare in Italia al caso de i Cani, praticamente nati su Soundcloud, e poi diffusi in modo spontaneo dagli utenti attraverso Facebook. Ma molti dei servizi on-demand di oggi, come ad esempio il leader Spotify, hanno in qualche modo messo in secondo piano aspetti come la scoperta di musica nuova sulla base dei gusti personali dell’utente, puntando invece molto più sulla condivisione sociale dei propri ascolto: ma bisogna considerare che ai nostri amici di Facebook potrebbe non piacere necessariamente ciò che ascoltiamo, né gli interessano i nostri ascolti spesso sbandierati in modo inopportuno da Spotify.
Detto ciò, Dotcom sembrerebbe puntare in alto, e Baboom dovrà quindi vedersela con un certo numero di competitori: un obbiettivo non per forza facile, e per questo motivo puntare su artisti dalla mente aperta, pronti a cogliere al volo i rapidi cambiamenti dell’industria musicale, potrebbe garantire un certo successo al progetto.
Baboom potrebbe forse diventare una sorta di incarnazione moderna di Myspace. Molti ricordano oggi Myspace come un semplice precursore di Facebook, dimenticando che, almeno agli inizi, uno dei motivi principali dell’enorme successo del social network fu proprio il fatto che facilitava la scoperta di musica. Myspace era una piattaforma dove gli artisti potevano entrare in contatto diretto con i propri fan, creando pagine personali, dando agli utenti la possibilità di ascoltare la propria musica gratuitamente. In cambio di ciò, la musica poteva essere pubblicata dagli utenti sui propri profili personali, fornendo in questo modo una sorta di pubblicità gratuita agli artisti.
Baboom ha sicuramente qualcosa in comune con questa impostazione: somiglia in qualche modo a ciò che Myspace avrebbe potuto essere al giorno d’oggi, se non fosse uscito dal mercato, diventando una specie di scherzo, di cui si parla quasi soltanto in chiave ironica. Baboom non sarà un social network a sé stante, ma è abbbastanza semplice immaginare come, se un buon numero di artisti decideranno di utilizzare questa piattaforma, potrebbe soddisfare il bisogno di diffondere musica gratuitamente, suggerendo agli utenti nuova musica che potrebbero apprezzare, per poi spingerli ad acquistare gli album preferiti.
Baboom potrà dunque sfidare i suoi rivali, come Spotify, in modo credibile, magari rivoluzionando il mercato musicale, o sarà destinato ad un rapido declino, come capitò a suo tempo a Myspace?
Di sicuro, pubblicando un album apposito per promuovere il suo progetto, “ci ha messo la faccia”. Voi cosa ne pensate?