Baby band crescono: i gruppi under 18 del “Volta”

Creato il 15 luglio 2011 da Lapulceonline

Red Sunset

Chiamateli “emergenti”, chiamateli “apprendisti musicisti”, chiamateli “giovani gruppi”, chiamateli un po’ come volete; sono le nuove leve della musica alessandrina, quelle band composte da ragazzi di 16, 18, 20 anni e poco più che nascono sui banchi di scuola e che vedono nel loro line up studenti delle scuole superiori sulla via del diploma, adolescenti e ragazzi la cui anima è stata letteralmente folgorata dal rock’n’roll. Del resto è quella l’età perfetta. E anche le nuove generazioni lo sanno: se si vuole creare, comporre, suonare, bisogna iniziare a farlo prima
di entrare defi nitivamente nel girone dantesco del mondo lavorativo.
Come “La Pulce” faceva notare nel numero di giugno, quella che si potrebbe defi nire “scena musicale alessandrina” non accenna ad affi evolirsi, il perpetuarsi di nuove generazioni di “rockettari” e affi ni è un dato di fatto: la musica è nel DNA dei giovanissimi, è stata così in passato e a quanto pare la sarà sempre. Basta farsi un giro per le scuole medie-superiori di Alessandria, recarsi alle “Assemblee Musicali” che ogni anno mettono in luce nuovi gruppi, nuovi talenti (quando è il caso), nuovi progetti che naturalmente puntano al massimo, forse all’olimpo dello show business, anche se probabilmente i diretti interessati non lo ammetterebbero mai.
Ecco quindi una scuola come l’”Istituto Tecnico Industriale Volta”, che vanta tra i propri studenti un numero tutt’altro che esiguo di musicisti impegnati in un progetto ben definito ed avviato. Tant’è che sono almeno quattro le bands in cui almeno un componente è iscritto all’istituto: sono i “Red Sunset”, “The Bloody Mary”, “Strikedown” e “Dumpster”.

Tutti gruppi di ispirazione rock- ma, si badi, con le dovute peculiarità- che già da tempo hanno infranto gli stretti confini delle cover e che si sono consacrati alla composizione di brani originali. Soprattutto in lingua inglese. Già perché mica son stupidi: puoi essere mandrogno finché vuoi ma è proprio l’idioma anglofono, per ovvie questioni storico-fonetiche, il collante perfetto per il rock. Stessimo parlando di cantautorato, o di folk, allora sarebbe un altro paio di maniche. Ma qui abbiamo a che fare con chitarre elettriche e compagnia bella, di fonti d’ispirazione come Muse, Nirvana, Foo Fighters, Strokes, Libertines, Arctic Monkeys…
I “Red Sunset” sono un quintetto post-grunge i cui membri – eccezion fatta per il cantante/compositore Leonardo Mantelli, classe 1991 – sono nati tutti nel 1993. Il gruppo è stato fondato dopo diversi scioglimenti nel novembre 2010 e finora sembra che tutto vada a gonfie vele: partiti con un repertorio cover oggi Mantelli, Riccardo “Cios” Gilardenghi, Luca Perna, Simone Salerno e Alessandro Pigoni possono già celebrare la nascita del loro primo singolo originale, “True Lover”, farina del loro sacco che stanno cercando di riversare un po’ ovunque in zona: reduci dalla rassegna rock “The Italian Lesson” alla caserma Valfrè e del “Wualmi Party” della Valmilana, i “Red Sunset” si rifaranno vivi- ormai scrollatisi di dosso gli esami di maturità- alla Festa della Birra di Masio il prossimo 16 luglio e in seguito con diversi concerti nel mese di agosto. Del resto si sa, le esibizioni live sono fondamentali per farsi le ossa, migliorarsi e, non ultimo, far parlar di sé.
Poi ci sono gli “Strikedown”, insieme da circa un anno ed attualmente occupati negli ultimi ritocchi del loro EP d’esordio, ancora senza titolo ma con i quattro brani già praticamente ultimati: “Summer Smile”, “I’m getting”, “Mindless Night” ed una quarta canzone ancora da definirsi, verranno dati alle stampe entro agosto. Il sound, dicono, dovrebbe aggirarsi intorno a Green Day, Blink 182 e Muse. Anche qui si tratta di un quintetto, composto da Mattia Narcisi (voce), Niccolò Carretta (chitarra solista), Alex Ballacchio (basso), Andrea Dieli (batteria) e Marco Mantelli (chitarra ritmica), e anche qui si tratta di un’equipe clamorosamente attiva tra concerti, assemblee musicali giocate in casa- cioè al Volta- sagre e feste varie. Vedi l’agenda del gruppo, stracolma, presente passata e futura: lo scorso aprile con un live come supporto a Dj Fargetta (!) al “Easter School Party” alla discoteca Luna Rossa e poi al Mephisto Rock Cafè di Lu Monferrato, lo scorso giugno al My Space di San Michele, alla Valfrè in occasione della festa “The Italian Lesson” e alla Festa Polisportiva di Cabanette; a luglio (venerdì 15) alla Festa della Birra di Casalbagliano e poi- con un agosto ancora da definirsi- due date ad ottobre, al Cantone Pub di Alessandria e alle assemblee musicali dell’Istituto Volta che si terranno presso la discoteca QBA in Corso Brigata Ravenna.
E le prove? Il quartier generale degli “Strikedown” è la sala di registrazione “Rockstar” di via Maria Bensi, quartiere Cristo, una specie di manna dal cielo allestita per giovani gruppi che non dispongono di garage in affi tto o mansarde da far saltare in aria presso la casa dei genitori.
Quindi veniamo ai “Dumpster”, originari di Novi Ligure (o Novi Lugubre, come la chiamano loro) – il cui cantante Nicolò Santaniello è l’unico “Voltino”- che nascono nel “lontano” 2008 col nome di “New Noise”, ovvero quando i membri (Maurizio Montalto, Alessandro Gastaldo e l’appena fuoriuscito Alessandro Coniglio) avevano circa 15 anni. A giudicare dalla biografia i “Dumpster” non hanno affatto avuto vita facile: assenteismi, discussioni, line up che cambia, difficoltà logistiche e chi più ne ha più ne metta… ma guai a gettare la spugna. Passione e affiatamento oltrepassano gli ostacoli ed ecco che la band riesce a risorgere più volte avviando, infine, il progetto in maniera defi nitiva: punk/rock e grunge (con qualche aggiunta di progressive) diventano gli ingredienti fondamentali del loro sound e di canzoni rintracciabili anche su www.myspace. com/ grung e-dump-sterinc come “Beating Hearts (IFIGHTPOVERTY)”, “The Gray Life”, “Deluso Terminale”, “Don’t Tell Me”, “No Name” e “EMO-ngoloidi”, pesante, feroce invettiva nei confronti dei loro coetanei deprex appartenenti alle cosiddetta moda “Emo”.
Infine, segnaliamo i “The Bloody Mary”. Quartetto composto da Stefano Modena (voce), Martino Maranzana (chitarra), Francesco Buzzi (batteria, tromba, voce) e Simone Nascimbene (basso) in circolazione da oltre tre anni che abbraccia un efficacissimo ibrido di garage, rock, brit-pop anni ‘90 e indie dei 2000. Per capirci: le influenze rimandano a gente del calibro di “The Who”, “T-Rex”, “The Strokes”, “White Stripes”e molti altri, e i risultati si vedono: i pezzi dei “Bloody Mary” sono lineari e diretti, duri e crudi nei loro grezzi dettagli. Brani come “Dreaming” o “You’re Gonna Say Yeah” potrebbero essere un’ottima introduzione al loro sound tra revival e modernità. Reduci da un giugno fittissimo di impegni on stage come gli appena trascorsi “Walmy Party”, “eVolve in Musica”, “The Italian Lesson” e al pub “Il Cantone”, i “Mary” hanno anche fiancheggiato sul palco molti gruppi veterani del panorama alessandrino, segno che probabilmente le carte in regola ci sono. Curiosità: i nostri dispongono anche di uno shop in Rete (www.thebloodymary.spreadshirt.it) in cui vendono il proprio merchandising: magliette, felpe, borse e adesivi… per i fans.
Insomma, si tratta di gruppi giovanissimi- come direbbero i più vecchi “alle prime armi”- da pochi anni salpati nel circuito musicale alessandrino con ancora tanto da navigare, questo sì, ma con le idee chiare e in molti casi con le vele ben spiegate. Successo o non successo. Le tribolazioni per i trasporti, il denaro, le sale prove, i coetanei che apprezzano o criticano o non capiscono, quell’accordo sbagliato o quella rullata fuori tempo sono bazzecole. Con l’esperienza, guai e sbavature si correggeranno da soli. E poi, dettaglio non da poco, anche quest’anno prima o poi la scuola finirà: il tempo verrà investito a buttare giù arrangiamenti per nuovi brani invece che in atroci ore di studio, la dinamica di un assolo sostituirà le cupe lezioni di algebra, si studierà il testo di questa o quella canzone invece della “Pace di Westfalia”, le giornate saranno libere e si potrà creare ancor di più, tutti insieme e senza zaini pachidermici sulle spalle, qualcosa di nuovo.

Strikedown

Bloody Mary


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