Ed è una sensazione stranissima quella di svegliarsi un giorno, scoprendo che la propria ha perso un monumento importante nella sua architettura. La tolleranza.
In questo maggio dal sapore quasi tropicale, le strade acciottolate di Udine si sono fatte roventi quanto i carboni calpestati da Mino D'Amato quando, correndo tutto ingrifato sul percorso bollente di Viale Mazzini, volle giurare fedeltà eterna alla Rai scorticandosi le piante dei piedi.
Fra poco, capiterà un che di simile anche al mio sindaco di centro-sinistra Furio Honsell? Sembra mancare poco ad una sua gustosa grigliata mista.
In breve, per chi vivesse oltre il Tagliamento e non fosse considerato - come lo siamo noi - abitante in Slovenia e italiano solo per l'Erario, i fatti sono questi.
In occasione del 17 maggio 2010, giornata dedicata alla lotta contro l'omofobia, il mio Comune ha patrocinato l'iniziativa di Arcigay e Arcilesbica per l'affissione di centinaia di manifesti a favore degli omosessuali, ritraenti un casto bacio tra due persone dello stesso sesso. Nottetempo, il segretario de La Destra, Ernesto Pezzetta - dichiaratamente e orgogliosamente fascista - imbratta il tutto e rivendica il suo gesto alle luci dell'alba. Pezzetta specifica essersi trattato non di un'espressione omofoba, bensì di una ribellione al modo in cui Honsell ha sponsorizzato con i soldi pubblici una campagna omosessuale nella quale non solo l'eterosessualità sembra divenire la "stranezza" ma "quel" bacio discutibile viene fotografato insieme ai prodotti tipici della nostra terra. Lo slogan è infatti: "tolleranza, prodotto tipico friulano".
Il dubbio che il signor Pezzetta abbia forse travisato è grande come i cartelloni che ha deturpato fugacemente, con la vile complicità delle tenebre. Egli non si rende conto che il prodotto tipico non è l'omosessualità ma la tolleranza verso di essa così come verso altre forme di diversità, non solo sessuale. Coprirne o ignorarne la fattuale esistenza non servirà.
Posto rimedio al primo atto vandalico con la sostituzione del materiale danneggiato, ecco che i raid si moltiplicano. Il focolaio ha ormai attecchito sulla sterpaglia dell'ignoranza e della chiusura al dialogo sicchè compaiono adesivi infamanti e tristissime vernici grigie che insozzano e separano quelle due bocche impure l'una dall'altra.
Altri atti vandalici si compiono il 1° maggio - in occasione della festa dei lavoratori - quando ignoti si mescolano al corteo fantasma che occupa la carreggiata di Via Paolo Sarpi e ne fa scempio. Le tute vuote e senza corpo che dovevano rappresentare le morti bianche sul posto di lavoro vengono trovate il giorno dopo "intente" a bere birra dalla bottiglia e in posizioni tutt'altro che passive. Di notte specialmente ...
Di fronte a quest'altro fallimento di mancata integrazione con il diverso, Furio Honsell ormai è disperato e inorridito dall'atteggiamento provinciale e clausotrofobico della città che governa. A Palazzo Belgrado c'è aria di polvere da sparo ad ogni seduta consiliare. In effetti, ho sempre vissuto qui ma non ho mai veduto una città sì piena di celebrazioni e ricorrenze ma mai così sporca e trascurata come lo è adesso. Sarebbe bene che Honsell badasse meno alla popolarità televisivia e giornalistica e più alla nettezza e all'ordine urbano. Così come sarebbe meglio che gli oppositori si preoccupassero di non nascondere un'altra forma di sporcizia sotto al tappeto, fingendo di non vederla. La loro chiusura mentale.