“Siete voi le temerarie che provano ad andare a cavallo?”. Queste le parole con cui io e Irene siamo state accolte a Castelfalfi. La stessa domanda ci è stata rivolta mezz’ora prima del nostro incontro con i cavalli, mentre eravamo beatamente intente ad ascoltare Marco, l’agronomo di Castelfalfi, che ci introduceva alle qualità del Chianti prodotto sulle colline della tenuta.
Poiché la nostra prima lezione di equitazione avrebbe seguito a stretto giro la degustazione dei rossi a marchio Castelfalfi, di fronte alla preoccupazione generale – se per la nostra incolumità o per quella dei cavalli non è dato sapere… – noi scherzavamo sul fatto che il tasso alcolico del vino appena assaggiato ci avrebbe reso vagamente inconsapevoli di ciò che di lì a poco ci saremmo apprestate a fare. Che avrebbe spazzato via timore e panico, insomma, nel caso si fossero presentati per quanto indesiderati. E invece è stato il ricordo del vino ad essere spazzato via in un attimo, sostituito dalla lieta consapevolezza di esserci ritrovate nel posto giusto, quello che ci fa sentire di avere finalmente trovato la nostra dimensione: in sella ad un cavallo.
Le lezioni di equitazione e le passeggiate a cavallo per la tenuta sono alcune tra le attività offerte ai visitatori di Castelfalfi. Purtroppo le condizioni climatiche non ci hanno consentito di visitare la tenuta a cavallo, ma è stato ugualmente bello prendere confidenza con Zeus al Ranch Il Gelsomino, a pochi chilometri da Castelfalfi.
Ranch in stile americano circondato dalle colline verdeggianti della Toscana, cavalli di razza quarter americana, cani e gatti a seguire l’evoluzione della nostra lezione di equitazione e a prendersi le coccole una volta terminata, nell’ora abbondante della nostra lezione Il Gelsomino ci è parso il paradiso terrestre.
Come l’ultima tessera del puzzle che va ad incastrarsi alla perfezione con le altre che compongono l’immagine, nel momento in cui sono salita in groppa a Zeus mi sono sentita a dir poco euforica ed ho immediatamente capito che la curiosità che da tempo mi spingeva a fare un tentativo con i cavalli era in realtà una passione travolgente e innata che cercava la sua strada per rendersi manifesta. Certo, appena siamo arrivate al ranch ed Emanuele ci ha presentato Zeus non ero per niente sicura che sarei riuscita a salire fin lassù… però ero convinta che avrei stabilito fin da subito un feeling con l’animale, un feeling tale per cui in un rapporto di fiducia reciproca sarei riuscita a rimanere in sella senza cadere distesa per terra.
Quando poi è arrivata la primissima lezione, ovvero come si sale a cavallo, ho sperato ardentemente di essere davvero riuscita a stabilirlo, quel feeling con Zeus. Emanuele l’ha fatta facile: “E’ come salire il gradino di una scala: metti il piede nella staffa, ti aggrappi al pomello e ti tiri su”. Come no… chi di noi non ha a casa gradini alti mezzo metro? Nonostante la diffidenza circa l’improbabile metafora scelta dal nostro istruttore, con stupore e gioia insieme sono riuscita a montare Zeus con un’agilità di cui io per prima non mi sarei mai creduta capace. Il tempo di aggiustare le staffe, di spiegarci la corretta posizione di busto, gambe e ginocchia, di sistemare le redini ed avevamo già imparato i primi comandi per far partire il cavallo e per farlo fermare.
A detta di Emanuele, stavamo in sella come due cowgirl provette e una volta assicuratosi che avevamo capito come impartire il comando di stop ci ha condotte passo passo in una serie di esercizi che ci hanno entusiasmate, elettrizzate e appassionate all’ennesima potenza. Procedendo al piccolo passo, sono riuscita a guidare Zeus per fargli fare dei giri completi su se stesso e per fargli cambiare direzione; sono anche riuscita a non farlo agitare troppo quando a furia dei “suuu! giùùù! suuu! giùùù!” scanditi da Emanuele apprendevo pian piano il ritmo del trotto.
Poi l’esuberanza di Zeus ha preso il sopravvento per qualche istante e, nell’ordine, siamo andati a mangiare la paglia, ci siamo fermati a fare dei bisognini, siamo andati a brucare l’erba fuori dal recinto, e ci siamo fermati un’altra volta per grattare un prurito fastidioso. A parte il momento in cui pensavo che Zeus mi avrebbe scaraventato via, quando ha puntato l’erba fresca al di là della staccionata, è andato tutto stra-bene. Talmente bene che non ci siamo nemmeno accorte dell’oretta che volava via mentre al ranch noi testavamo le nostre qualità – pressoché innate – di cavallerizze.
Così a Castelfalfi ho provato l’ebbrezza della mia prima volta a cavallo. Un’esperienza galvanizzante. Talmente esaltante che, checché ci considerassero temerarie, io ho già deciso di volerci riprovare. Sempre in compagnia di Irene, ovviamente. Finalmente sento di aver trovato il mio elemento, un mondo dal quale potrò ricavare attimi di felicità allo stato puro e tutte le volte che ne avrò la possibilità mi ritaglierò del tempo per seguire questa mia nuova passione.
Il secondo appuntamento è già fissato per domenica prossima, quando mi aspetta una passeggiata a cavallo in riva al mare in sella a uno dei cavalli dell’agriturismo Ca’ Marina di Savio. A me sembra un ottimo modo di coniugare il mio neonato amore per i cavalli con la radicata voglia di promuovere turisticamente la mia Romagna, voi che ne dite?
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