Baires, città invisibile, città dei libri

Da Paciampi
Buenos Aires, anzi Baires: la città dei libri.
Città di asfalto e mattoni, come tutte le città, ma anche città di carta, città che grazie alla carta, si fa fantasia, sogno, storia e storie.
Così ne parla Laura Pariani, in una bella pagina di Tuttolibri, che presumibilmente nasce anche da una circostanza specifica (l'Argentina paese ospite alla Fiera di Francoforte), ma che in realtà succhia la sua linfa da ciò che di Baires sa chiunque ami i libri: e pertanto sa che qui si potrebbe trovare decisamente a suo agio.
Non è per librerie e per le bancherelle, non è nemmeno per i suoi caffè letterari e per le sue accademie. Piuttosto è per come i libri hanno vissuto e raccontato questa città. Per i segni lasciati dai tanti scrittori che hanno respirato la sua aria.
Dice Laura Pariani:
Gli scrittori, anche quelli morti da gran tempo, danno carne e sangue a questa città... Cammina, cammina i libri palpitano a ogni angolo
Julio Cortazar, Adolfo Bioy Casares, Ernesto Sabato, Roberto Arlt, José Pablo Feinmann, Leopoldo Marechal (e a proposito, complimenti alla Vallecchi, la casa editrice che ha avuto il coraggio di portare in Italia Adàn Bueonosayres), e poi il più grande di tutti, o almeno quello che mi è più caro, Jorge Luis Borges... e quanti, quanti altri.
Passi che risuonano ancora, orchestre di tango che sembrano appena uscite da un romanzo, il tavolino di un caffè dove forse un pensiero è diventato parola, tramonti e albe livide, un gol del Boca Junior che sa di poesia...
Non credetemi se vi confesso che a Buenos Aires non ci sono mai stato. Forse ci sono stato decine e decine di volte. Forse l'ho costruita anch'io, come ha fatto Italo Calvino con le sue città invisibili. Ricordate?
Questo libro nasce un pezzetto per volta, a intervalli anche lunghi, come poesie che mettevo sulla carta, seguendo le più varie ispirazioni
Questi libri, questa città.

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