Ballroom, il ballo del debuttante baz luhrmann

Creato il 22 maggio 2013 da Cannibal Kid
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"Ma che c'hanno DiCaprio e la Mulligan più di noi?"

Ballroom - Gara di ballo (Australia 1992) Titolo originale: Strictly Ballroom Regia: Baz Luhrmann Sceneggiatura: Baz Luhrmann, Craig Pearce Cast: Paul Mercurio, Tara Morice, Pat Thomson, Barry Otto, Bill Hunter, Gia Carides Genere: ballerino Se ti piace guarda anche: Dirty Dancing, Footloose, Moulin Rouge!
La carriera del regista ballerino Baz Luhrmann muove i suoi primi passi su di un valzer, un valzer kubrickiano. Danza Sul bel Danubio blu. Sono le note di Strauss a introdurci dentro il mondo del regista australiano. Un mondo colorato, sfavillante, in cui si balla sul pericoloso confine tra eleganza e kitsch. Una sottile linea rossa su cui solo i fuoriclasse possono rischiare di agire, senza sputtanarsi. Nel suo film d’esordio Ballroom possiamo già intravedere tutta la poetica dell’australiano. La tendenza a presentarci dei personaggi grotteschi, eccessivi, sopra le righe, vestiti come Lady Gaga e più lampadati dei tamarri di Jersey Shore. Il caleidoscopio di suoni e stili da epoche differenti, muovendo i piedini liberi tra il citato valzer e la rumba latino americana, passando dalla Doris Day di “Perhaps Perhaps Perhaps” ai temi d’amore “Time After Time” e “Love Is in the Air”. Quella di usare le musiche non solo come un sottofondo, ma come un vero e proprio personaggio aggiunto, attraverso leitmotiv che risuonano nelle orecchie dello spettatore per tutta la durata della pellicola, è una caratteristica costante del suo cinema, come ben testimonia ad esempio la “Somewhere Over the Rainbow” riciclata da Il mago di Oz nel suo Australia.

"Kitsch a ki???"

In Ballroom non manca anche una storia d’amore tormentato, contrastato, ostacolato. Niente ai livelli del successivo successo Romeo + Giulietta, ovviamente, qui al confronto è più un amorino tormentatino. La vicenda narrata è parecchio classica. Lui è un ballerino bravo ma un po’ ribelle per gli standard del ballo tradizionale da camera, lei invece è una nerd bruttina che si trasforma in tipa cool con una semplice mossa: togliendosi gli occhiali. Nei film è sempre così, una si toglie gli occhiali e improvvisamente passa da essere l’ultima delle sfigate alla figa più contesa dei dintorni. In questo caso non è proprio così, anche perché l’attrice Tara Morice (chiiiiiii?) non è ‘sto granché, è una specie di versione cessa della Jennifer Beals di Flashdance (che già non è che mi facesse impazzire). Così come non è un granché nemmeno il protagonista maschile, Paul Mercurio (chiiiiiiiiiiii?).
Il problema principale del film sta proprio nei due protagonisti. Passando a Hollywood, Luhrmann potrà rimorchiare coppie d’attori di ben altro alto livello: Leo DiCaprio + Claire Danes, Nicole Kidman + Ewan McGregor, Nicole Kidman again + Hugh Jackman (oddio, Hugh Jackman io l’avrei anche evitato, e infatti la prima scelta per Australia era Heath Ledger) e quindi Leo again + Carey Mulligan. Capite che dalla coppia Paul Mercurio + Tara Morice farà un bel salto… Non solo a un livello di glamourosità, componente fondamentale del suo cinema, ma anche a livello di recitazione (sempre Hugh Jackman escluso).

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L’altro elemento che manca rispetto ai suoi film successivi sono un brand e una storiona davvero trascinanti. In futuro potrà fregiarsi del marchio Shakespeare con Romeo + Giulietta, del franchise di uno dei locali più famosi del mondo con Moulin Rouge!, di un’intera nazione con Australia e di uno dei classici per eccellenza della letteratura americana con Il grande Gatsby. In Ballroom, più umilmente, Luhrmann tratta la storia di un ballerino mezzo amatoriale che vuole vincere il Pan-Pacific Grand Prix (coooooosa?), una competizione danzereccia diciamo prestigiosa, almeno in Australia e almeno all’interno del contesto fiction del film. Per farlo, dovrà trovarsi una nuova partner di ballo, visto che quella che aveva lo scarica. Qui entra in ballo la nerdina di cui parlavamo sopra, una tipa che una volta tolti gli occhiali dal volto si rivelerà una caliente ballerina latino-americana, o qualcosa del genere, peccato che la madre di lui voglia un'altra partner per il figlio...
Rispetto ai suoi successivi ben più celebri film, non ci sono quindi una storia e dei personaggi davvero incisivi e memorabili, sebbene quelli di Australia lo fossero più nelle intenzioni che nei risultati. Ciò non toglie che Baz Luhrmann dietro la macchina da presa sa già il fatto suo e la pellicola intrattiene a dovere, grazie anche a un buon humour. Le scene di ballo invece, ben coreografate e tutto, non è che siano così appassionanti, a meno che non siate proprio patiti del genere danzereccio. Tra valzer e rumba, fin dalla prima il Baz nostro appare un ballerino per nulla goffo, ma anzi sicuro di sé e delle sue capacità. Per il momento le tiene ancora a freno, per poi farle esplodere alla grande nei film successivi. Niente di troppo memorabile, però Luhrmann si muoveva già bene, al ballo delle debuttanti di Ballroom. O, se non altro, si muoveva di sicuro meglio di Bobo Vieri a Ballando con le stelle. (voto 6,5/10)


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