Vorrei invitarvi ad un piccolo appuntamento settimanale a cui do inizio oggi: le bambine e i bambini maestri. Il tema prende spunto dalla riflessione di M. Montessori, secondo la quale “Il bambino è “maestro” di se stesso, perché deve “approfittare” di ciò che la natura ha predisposto per la sua crescita, fisica e psichica. In questo, diviene anche nostro “maestro”, perché ci offre la possibilità, osservando il suo comportamento, di scoprire le “leggi” alle quali, se non ostacolato, sta rispondendo”.
Possiamo scambiarci un pensiero, una frase, una foto, un ricordo… qualsiasi cosa ci possa dare testimonianza di quali insegnamenti siano capaci di dare i bambini e le bambine agli adulti che li ascoltano.
Partecipare è facile: potete scrivere direttamente qui nei commenti oppure, per chi ha un blog, scrivere un post e mettere qui il link. Aspettando di conoscere le vostre esperienze, vi racconto la prima lezione’ della mia bambina, e quella di M.
Una sera tardi di fine estate, al sesto mese di gravidanza, stavo navigando in internet e mi sono trovata davanti alla pagina Facebook di un ex studente, conosciuto durante il dottorato, quindi poco più piccolo di me.
M. aveva scelto di lasciarci, andandosene da casa con lo zaino in spalla per non tornare più.
M. non c’era più, ma la sua pagina era sempre lì. E anche i suoi compagni di università e i suoi amici. Alcuni lo rimproveravano, altri lo perdonavano, altri gli facevano gli auguri di uno strano compleanno: “mi sono ricordata che una volta ho dimenticato il tuo compleanno. adesso lo ricordo anche se facebook tace.”
I ricordi, le domande, la rabbia, il dolore, la nostalgia dei compagni si sono confusi con i miei. E’ stata una delle prime volte che dal pancione la mia bambina si è fatta sentire in modo chiaro. Ho sentito con forza che lei c’era, che era con me, che non sarei più stata sola. E che avevo una grande responsabilità, quella di crescerla felice. Perchè tutto il resto, intelligenza, genio, bellezza, forza, intraprendenza, abilità, creatività, successo, amici… tutto il resto che un genitore può augurare ai figli non ha potuto salvare M.