E' la 'dieta dei media', lanciata al congresso nazionale di Orlando e ora sull'edizione online di Pediatrics, indispensabile perché è divenuto urgente "un approccio salutare all'uso dei media da parte dei bambini, che potrebbe minimizzare i danni potenziali di tali mezzi", ha spiegato Marjorie Hogan, fra gli autori del documento. "Si deve promuovere una dieta dai media e i genitori, gli educatori e i pediatri possono partecipare all'educazione all'uso dei media, aiutando i ragazzi a fare buone scelte nel consumo dei mezzi digitali". La guida invita i genitori ad avere un ruolo attivo nell'uso di tali mezzi da parte dei piccoli, visionando con loro siti e chat e discutendone i valori. Le famiglie dovrebbero fare una pianificazione pratica oraria quotidiana, escludendo l'uso dei media durante i pasti e quando si avvicina l'ora di andare a dormire. Niente tv in camera e massimo 1 o 2 ore complessive fra pc, tv, cellulari e tablet. Per i bimbi con meno di 2 anni è meglio evitarli del tutto e non incoraggiarne l'uso. Ai pediatri invece l'Aap chiede di includere, durante le visite, domande su quanto tempo i bambini spendono davanti ai media e se hanno una tv o il computer in camera. L'Aap conclude ricordando che l'uso eccessivo dei media è associato ad obesità, perdita di sonno e a comportamenti aggressivi.
Commenta Luigi Greco, vicepresidente della Società italiana pediatria (Sip): “Anche gli adolescenti italiani passano troppo tempo avanti agli schermi, in media 3-4 ore al giorno che, sommate alle ore passate seduti a scuola, quelle per i compiti e i pasti, diventano oltre 11 ore passate seduti”.
Sui bimbi piccoli in Italia il fenomeno è invece meno diffuso, ricorda la Sip, ma gli effetti dei media sui bimbi con meno di 2 anni sono comunque negativi ed aumenta la cattiva abitudine di dare ai più piccoli lo smartphone come un giocattolo o al posto della baby sitter: “Sono in aumento i disturbi del sonno e l’aggressività nei bambini fra gli 8 e 10 anni di età, oltre ad una minore capacità di concentrazione nei compiti e negli impegni scolastici” precisa Greco che condivide l’iniziativa dei pediatri americani. “Un maggiore coinvolgimento dei pediatri nell’affrontare i rischi dell’uso dei media con bambini e genitori è indispensabile, anche tenendo conto delle onde emesse da telefonini, portatili e connessioni internet che vanno ancora indagate ma, per il principio di prudenza, bisognerebbe evitare di esporvi i piccoli”.