Bambini nel mondo
Creato il 09 febbraio 2011 da Ilpescatorediperle
"Sono un ricco signore che può passare il resto della sua vita a fare ospedali per i bambini nel mondo."La "mossa dei bambini" dev'essere un'invenzione delle suore. Perlomeno, io così la ricordo. Quando non volevi mangiare qualcosa all'asilo, le Madri ti rimproveravano, suggerendoti di "pensare ai bambini dell'Africa." Benché i bambinidellafrica fossero, allora, un'entità più astratta di qualsiasi infante dei cartoni animati da Sarah-lovely-Sarah in giù, ti sentivi oppresso da un peso insostenibile. Tutta quella fame sulle tue spalle. Come se le melanzane trifolate o il grasso della bistecca venissero rubati ogni giorno dal piatto di quegli sventurati e portati direttamente nella mensa della tua scuola materna. O come se il fatto di pensare alla denutrizione, uno sforzo piuttosto complesso per un quattrenne occidentale, potesse mai mettere appetito. Io sui bambinidellafrica facevo anche gli incubi. La verità è che il senso di colpa non è mai stato produttivo, ma, al contrario, un accrescimento dell'egoismo. Uno stimolo che va placato il prima possibile. Dev'essere per questo che sono stati inventati gli SMS per donare un euro a questa o a quella buona causa. Mando un messaggio, e ho neutralizzato il problema prima ancora di esaminarlo. Lo esorcizzo, lo tengo a distanza. Pago per non pensare, forse (sia chiaro: meglio questo di niente, almeno c'è una buona causa dietro. Quanto poi ad una qualche certezza sull'utilizzo dei fondi, chiedete in Abruzzo).Ma non è questo il punto, ora. Ciò che accomuna le mie suore della scuola materna al Presidente del Consiglio (vedete voi qual è il vero asilo d'infanzia) è, appunto, la "mossa dei bambini". La strategia del patetico che, fintamente rispettosa dei minori, li strumentalizza per ottenere una resa immediata nell'interlocutore. Dopo l'argumentum ad hominem, l'argumentum ad puerum. Il bambino non conta, conta solo il ricatto emotivo dello stratagemma. Entrano in scena i bambini (o meglio, entra in scena l'insieme di superficiali patemi d'animo che la parola "bambini" suggerisce a chi ascolta), e di colpo si deve porre un freno al proprio ditino alzato. "Ma io, veramente..." "Ci sono i bambini, suvvia!"Del resto, l'uso di questo argomento, che non è davvero un argomento, è piuttosto diffuso. L'estate scorsa abbiamo letto di numerose proteste in spiagge italiane davanti al supposto scandalo di persone dello stesso sesso che si baciavano. "Ci sono i bambini", era la motivazione delle accuse. E la possibilità che, in realtà, si trattasse di omofobia, veniva liquidata.Un minorenne che partecipa ad una gara canora in televisione non può esibirsi dopo la mezzanotte. Le forme sono rispettate? Peccato che, in tutte le ore precedenti, i bambini siano soggetti di consumo, preda dell'infantilismo collettivo, o ancora costretti a scimmiottare gli adulti (l'orrore di "Io canto" e simili è sotto gli occhi di tutti - purtroppo). Le storie di pedofilia e infanticidio sono trattate con una certa dose di morbosità (a cominciare dalla già dimenticata Sarah Scazzi). Eppure la "mossa dei bambini" ha ancora un grande successo. Dev'essere quello che ha pensato il premier, che, pure, di reati su minori è accusato, e dunque dovrebbe tenersi ben alla larga dal tema. Ancora una volta, ci ha chiesto uno scambio: munifica generosità gratuita del ricco verso, di nuovo, i bambinidellafrica contro silenzio su suoi eventuali soprusi su minorenni (pure africane, talvolta). Bambini contro bambini. (Ciò non toglie che Berlusconi possa costruire meritori ospedali per i "bambini nel mondo". Ma questo c'entra, credo, con il famoso "Tutti i profumi d'Arabia non basteranno a purificare questa piccola mano").Poco importa che, più che una mossa astuta, l'argumentum ad puerum sia la mossa della disperazione. Quel che conta è che, ad andarci di mezzo, sono sempre loro. Il futuro, dico.
da TEMPI FRU FRU
http://www.tempifrufru.blogspot.com
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