Pretendere troppo da se stessi è deleterio
A volte capita di avere figli con un carattere molto rigido, in cui la dimostrazione e la caparbietà di voler riuscire nelle cose, si trasformano in un’esigenza al confine con il perfezionismo.
L’insoddisfazione che ne deriva, da un tale comportamento, si manifesta in atteggiamenti troppo critici, e spesso di chiusura e non accettazione dei propri limiti, ecco allora che un bambino che “secondo il suo metro valutativo personale, non sa cantare” preferisce non farlo, perché si reputa non adeguatamente all’altezza della situazione.
Davanti ad un foglio bianco, se inizia a disegnare, ma non riesce a fare quello che vorrebbe, si dispera e lascia il disegno a metà, lamentandosi della sua inadeguatezza e dell’incapacità di riuscire in una cosa. Questi sono solo alcuni esempi, ma in realtà si potrebbe andare avanti all’infinito, perché i contesti e le situazioni sono davvero molti, ma tutti sempre simili a livello comportamentale.
Tali situazioni pongono i genitori in una posizione e uno stato d’animo di ansia e preoccupazione, perché la domanda è “come devo fare davanti a questi comportamenti?”.
La prima cosa da dire è che i bambini nel momento in cui si comportano così, entrano in una sorta di tunnel, in cui paradossalmente nonostante un’ottima intelligenza, precocità e maturità, spesso sopra la media, si danneggiano da soli.
Non è tanto una questione d’intelligenza, ma in questo caso di autostima del bambino, che scende a causa dell’incapacità da parte del bambino di fare delle cose, che secondo il suo pensiero sono difficili.
Inizia così una sorta di circolo vizioso in cui il bambino perde progressivamente la voglia di mettersi alla prova, di “mettersi in gioco”, rinuncia cioè a fare delle cose, per la paura di non riuscirci, ma questo è il “serpente che si mangia la coda!”, poiché invece la cosa migliore sarebbe quella di far superare questo impasse!
Come aiutare un bambino troppo esigente?
Il provare, sperimentare, e ovviamente sbagliare o comunque non riuscire a fare le cose “bene” è il bello della crescita, è una naturale fase di passaggio verso l’età adulta, e come tale va affrontata con serenità, senza angosce. Ciò che è importante fare è far accettare le frustrazioni, che come tali, aiutano a maturare e crescere, non vi è crescita senza frustrazione, solo superando gli ostacoli, si diventa “grandi”.
La figura genitoriale, ma anche le altre che possono satellitare quotidianamente intorno al bambino, devono in questo supportarlo nel modo giusto, incoraggiarlo, non abbandonarlo nella sua infelicità di “bambino incapace”, spronarlo a superare i piccoli e i grandi scalini della crescita, congratularsi con lui ogni volta che riesce a non arrabbiarsi, questo è molto importante. Di solito si dice “bravo” a seguito di un bel disegno, ma qualsiasi disegno è bello, per noi!
Questo è il messaggio che dovrebbe passare, infondergli fiducia, soprattutto nei momenti di difficoltà, fargli capire che se riesce a non arrabbiarsi, a non prendersela, sarà più facilitato a superare anche le difficoltà più grandi.
Sbagliare è una cosa da accettare, fa parte dell’essere umano, nessuno è perfetto, neanche mamma e papà, poiché anche loro possono fare degli errori, ai quali però in tutta tranquillità si cerca di riparare, senza arrabbiarsi e avere chissà quali pretese.
Da parte del genitore, bisognerà poi cercare di osservare e di capire i reali interessi e bisogni del bimbo, per aiutarlo a perseguirli in tutta serenità, se ama disegnare, diamo libero sfogo a questa sua passione, facciamogli trovare a casa tempere, pennarelli, acquarelli fogli colorati.
Ama la cucina, perché non preparare insieme una bella torta, magari vestendolo da piccolo pasticcere, oppure facendoci aiutare nelle piccole faccende domestiche, come apparecchiare la tavola?
Ogni bambino ha il suo carattere e le sue passioni, conoscerlo bene, può davvero aiutare molto il nostro delicato e impegnativo compito di genitori.