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Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Ne I contributi delle donne alla scienza: ieri e oggi, pubblicato nel 2000, Margherita Hack ha ripercorso le ragioni che per secoli hanno portato all’esclusione delle donne dall’educazione scientifica.

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Per secoli le donne che potevano avere accesso all’istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Forse per questo le donne che sono emerse nel passato erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma molto più raramente scienziate. Infatti chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere anche senza una preparazione specifica, mentre le scienze, e in particolare le cosiddette scienze “dure” come matematica e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è quasi impossibile progredire. Solo quelle poche favorite dall’avere un padre, un fratello o un marito scienziato disposto a condividere le proprie cognizioni, potevano farsi una cultura scientifica. Basta ricordare che ancora all’inizio del XX secolo in molti paesi europei alle ragazze era precluso l’accesso alle università ed anche ai licei. Perciò le donne, escluse dalle università, escluse dall’educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere. Così è sorto il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche.

Malgrado le difficoltà fortunatamente non furono poche le donne che grazie al loro operato hanno dato un contributo importante alle diverse materie che riguardano l’ambito scientifico. Possiamo infatti vantare donne- solo per citarne alcune- come Marie Sklodwska Curie (premio nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911), Lise Meitner (premio nobel per la chimica nel 1935),Wu Chieng-Shiung  (professoressa di fisica alla Columbia University e scopritrice della non conservazione della parità nelle interazioni deboli) o la stessa Margherita Hack.

Di seguito, per omaggiare le menti di queste geniali e soprattutto coraggiose donne, verranno proposte delle mini biografie di alcune di loro.

Il post in questione parlerà di matematiche sperando che in futuro riusciremo a proporvene altri dedicati a fisiche, chimiche e chi più ne ha più ne metta! :)


Ipazia

Ipazia visse tra il 370 e il 450 d.C. ad Alessandria d’Egitto, all’epoca uno dei più importanti centri culturali dell’antichità. Fu una matematica, astronoma e rappresentante della filosofia neo-platonica pagana. La sua uccisione da parte di una folla di cristiani in tumulto, per alcuni autori composta di monaci detti parabolani, l’ha resa una martire del “paganesimo” e della libertà di pensiero. Fin da bambina impara la matematica e l’astronomia dal padre Teone e successivamente ne prenderà il posto di insegnante presso il Museo, la più famosa Accademia dell’antichità, fondata nel 400 a.C. da re Tolomeo I Sotere. Dal 393 d.C Ipazia fu a capo della scuola alessandrina, dove vigeva una grande libertà di pensiero e molti studenti venivano anche da lontano per seguire le sue lezioni. Ipazia, come il padre, fu anche un’astronoma e insieme ai suoi allievi studiò il movimento degli astri, scrivendo le sue riflessioni sulla natura matematica che si cela dietro ai fenomeni naturali quali per esempio l’eclissi. Si occupò anche di meccanica e tecnologia applicata, le viene infatti attribuita l’invenzione di due strumenti: l’idroscopio e l’astrolabio. Nonostante Ipazia sia vissuta in un’epoca dove le donne erano considerate esseri inferiori, il suo grande sapere scientifico la fece diventare una delle persone più stimate e influenti nella vita politica di Alessandria.

Cornelia Fabri

Cornelia Fabri nasce a Ravenna nel 1869, è la prima donna a laurearsi in matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, prestigiosa università italiana istituita nel 1810 per volere di Napoleone. Il padre Ruggiero e il nonno Santi decidono di non iscriverla in una scuola femminile, come avveniva spesso all’epoca, ma di farla studiare in un istituto tecnico, in modo che possa imparare la matematica e le scienze. Cornelia ottiene il massimo dei voti e viene ammessa all’università di Pisa. Dopo aver conseguito la laurea con lode nel 1891, lavora con Vito Volterra, geniale fisico e matematico. Grazie al suo sostegno, compie diverse ricerche di matematica, meccanica e idraulica: studia il movimento dei fluidi, per la precisione la teoria dei vortici. Quando i suoi genitori muoiono, Cornelia ritorna a Ravenna a gestire gli affari di famiglia. Lo studio della matematica ha affinato e irrobustito la sua mente; la vita universitaria e pubblica l’ha in qualche modo emancipata, resa più autonoma e abile a trattare quegli affari amministrativi ed economici che dovrà maneggiare, suo malgrado, sino alla morte. La lontananza dall’ università e dal suo maestro, e il dispiacere per la perdita dei genitori la inducono ad allontanarsi sempre di più dai suoi studi  matematici e ad abbracciare un percorso di vita improntato alla spiritualità e alla carità. Muore a Firenze all’età di soli 46 anni.

Augusta Ada Byron

Augusta Ada Byron, meglio nota come Ada Lovelace è nata a Londra il 10 dicembre. È  stata una matematica inglese, conosciuta soprattutto per il suo lavoro alla macchina analitica ideata da Charles Babbage. Elaborò per la prima volta un algoritmo che poteva essere svolto da una macchina. Per questo motivo viene oggi ricordata come la prima programmatrice della storia. La macchina di Babbage rimase comunque un progetto teorico, verrà infatti costruita per la prima volta nel 1991 presso il museo della scienza di Londra. Nonostante ciò gli studi di Babbage e di Ada furono molti importanti per la storia della nascita dei computer. La giovane matematica ebbe uno spiccato intuito per i calcoli, tanto che Babbage la chiamava “l’incantatrice dei numeri”. A vent’anni si sposò con William King, conte di Lovelace, ebbe tre figli e frequentò i circoli culturali londinesi più in vista dell’epoca, dove conobbe Charles Darwin e Michael Faraday. Morì a Londra il 27 novembre 1852.

Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per unificare i linguaggi di programmazione da impiegare sui propri sistemi, finanziò lo sviluppo di un nuovo linguaggio, chiamato Ada per onorare la sua memoria.

Sofia Kovalevskaja matematica russa della quale abbiamo già parlato nell’articolo: La Trottola di Sofia. 

Sofia KovalevskajaSophie Germain

Marie-Sophie Germain nasce a Parigi il 1º aprile 1776  è stata una matematica nota soprattutto per il suo lavoro nel campo della teoria dei numeri e della teoria dell’elasticità. È  tutt’oggi considerata un’icona del movimento femminista in quanto si affermò nel campo della Matematica in un periodo in cui, nell’ambito scientifico, vigeva una rigida discriminazione sessuale. Sophie crebbe nel pieno della rivoluzione francese e gli ideali rivoluzionari la segnarono nelle scelte future. L’incontro con la Matematica avvenne all’età di 13 anni quando lesse della morte di Archimede, troppo intento a cercare la soluzione ad un problema geometrico per rispondere ad un gendarme romano che per rabbia lo uccise. Sophie Germain rimase talmente attratta dalla Matematica che studiò interamente le opere scientifiche di Eulero e Newton. I genitori, inizialmente contrari ad assecondare le volontà della figlia, le assegnarono un tutore privato che le permettesse di proseguire i suoi studi matematici. Malgrado ciò Sophie Germain non era soddisfatta degli studi che svolgeva e desiderava frequentare l’Università, che all’epoca era interdetta alle donne. Decise così di iscriversi all’École Polytechnique usando il nome maschile di Antoine-August Le Blanc. Potè studiare autonomamente sulle dispense dei corsi senza però frequentare, per non essere scoperta. Lagrange, all’epoca docente all’École, rimase colpito dalla bravura di Le Blanc tanto da volerlo conoscere e fu così che Sophie Germain dovette rivelare la sua vera identità. Lagrange si complimentò e la spronò a continuare negli studi. Sotto la sua guida, Sophie Germain si dedicò allo studio della Matematica più avanzata, in particolare della Teoria dei numeri e dell’ultimo teorema di Fermat, per il quale trovò un numero primo (detto primo di Sophie Germain) che lo soddisfa. Nel 1804 iniziò un rapporto epistolare con Carl Gauss, usando ancora lo pseudonimo di Antoine-August Le Blanc, per approfondire i suoi studi di Teoria dei numeri. In seguito all’invasione della Prussia da parte di Napoleone, Sophie Germain si preoccupò che a Gauss potesse toccare la stessa sorte di Archimede. Si raccomandò quindi con un generale amico di famiglia per la salvaguardia dello scienziato. Lo stesso generale confidò a Gauss che per il trattamento di favore riservatogli doveva ringraziare Sophie Germain, nome a lui sconosciuto. Sophie dovette quindi rivelare la sua identità e in cambio Gauss le confermò la sua stima. Lo scambio epistolare si interruppe nel 1808, anno in cui Gauss smise di occuparsi di Teoria dei numeri e si trasferì a Gottingen. Sophie Germain successivamente si dedicò alle vibrazioni delle superfici elastiche e, con l’aiuto di Lagrange, ottenne la soluzione corretta del problema della piastra. Questa soluzione però, a causa del maschilismo imperante, passò alla storia come equazione differenziale di Lagrange e solo recentemente viene citata come equazione di Germain-Lagrange. La “Memoria sulle vibrazioni delle piastre elastiche” fu il suo contributo più importante alla Matematica, un lavoro ricco di brillanti intuizioni che getta le fondamenta della moderna teoria dell’elasticità. Sophie Germain morì a Parigi il 27 giugno 1831. Sul certificato di morte non venne riconosciuta come matematica ma come possidente terriera. (fonte)

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