Vignarca scrive: «La movimentazione finanziaria totale è stata di oltre 4 miliardi di euro, dei quali 2,5 relativi ad operazioni di esportazione (definitiva e temporanea) e i restanti 1,5 derivanti da importazioni di materiale d'armamento. Circa 113 milioni di euro sono finiti nelle tasche degli intermediari di questo tipo di commercio». Se ci si sofferma alle sole esportazioni definitive, sei istituti bancari hanno da soli movimentato l’80% dei flussi, pari a 1900 milioni di euro.
Scrive su Altreconomia: «Per numero di autorizzazioni è Deutsche Bank a fare la parte del leone (345 su 881) attestandosi come importi autorizzati su circa 665 milioni di euro (lo scorso anno erano 836).
In pratica una redistribuzione interna di autorizzazioni. Sopra i 100 milioni di euro altre due banche estere come Barclays Bank (185 milioni) e Credit Agricole (175 milioni) mentre per i colossi di casa nostra (tra l'altro partecipanti a percorsi di trasparenza importanti e ben strutturati) troviamo dati abbastanza divergenti.
Se gli sforzi degli ultimi anni di uscita dalla lista di IntesaSanPaolo paiono coronati da successo (solo 1 autorizzazione per 4.000 euro nel 2011) è Unicredit ad avere "in pancia" ancora diverse operazioni: considerando anche i dati della divisione "Corporate" sono state autorizzati 65 incassi per un controvalore di circa 180 milioni di euro. Tra le banche territorialmente legate alla produzione di natura militare vanno poi elencati il Banco di Brescia (17 autorizzazioni per 120 milioni), la Banca Valsabbina (20 autorizzazioni per 67 milioni) e la Cassa di Risparmio della Spezia (73 rilasci per 52 milioni di importi autorizzati)».
«Nonostante questo – afferma ancora Vignarca - le organizzazioni del mondo del disarmo continuano ad auspicare una discussione dei dati della Relazione in sede parlamentare, anche con l'aiuto delle analisi proposte da chi queste numerose pagine ha la pazienza di leggersele. L'analisi tratteggiata qualche riga sopra, al di là di tutti i numeri forniti, è comunque parziale e per propria natura incompleta. Non esistendo una fonte di dati che fornisca un collegamento diretto tra l'autorizzazione di incasso ad una banca al paese/arma/azienda a cui esso si riferisce, è difficile ad un primo occhio capire che tipo di transazione sia stata appoggiata dalle diverse banche, e quali sistemi d'arma le nostre industrie abbiano fornito in tutto il mondo. Il che conferma la poca trasparenza di cui ci si lamenta da tempo, richiamata fin dall'inizio».
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