Cosa hanno fatto le banche di tutti quei soldi? Li hanno rimessi nella
Banca centrale europea, scrive l’economista francese Philippe Herlin sul portale di approfondimento Atlantico.fr: “A inizio gennaio 455 miliardi sono stati riversati alla BCE e questo a un tasso inferiore all’1%.
Un’operazione nella quale le banche sono in perdita. Ma che potrebbero fare d’altro? Concedere crediti alle imprese e ai privati, con il rischio di recessione e il tasso d’insolvibilità in aumento, risulterebbe essere troppo rischioso. Acquistare titoli di Stato dal 3% al 7% (Francia, Italia, Spagna) sembrerebbe un’alternativa redditizia (prendere all’1% e prestare al 3% e oltre), sennonché nessuno di questi Stati è esente dal rischio di andare in default e dunque generare perdite enormi sul capitale prestato.
Dato che la BCE non può acquistare direttamente i debiti degli Stati, presta quantità considerevoli di denaro alle banche dei rispettivi paesi, le quali poi potrebbero usarli per finanziare gli Stati. Purtroppo però queste banche sono costrette a rinunciare a questi finanziamenti al rispettivo Stato, a causa delle precarie condizioni del mercato, in particolare gli altri rischi che ne derivano. Dunque, alla fine scelgono la sicurezza e per non perdere soldi li rimettono nella Banca centrale.
Questi giri di somme ingenti di denaro non rassicurano i partner stranieri. In settimana la BCE ha accordato 31 miliardi di prestiti in dollari alle banche della Zona euro le quali faticano a procurarseli sui mercati.
Se una banca americana non presta soldi a una banca europea, la quale possiede miliardi di euro provenienti dalla BCE, significa che dubita della sua solvenza, pensa che possa fallire prima di rimborsare il prestito. Risultato : interviene la BCE, che si procura questi dollari dalla Federal Reserve.
Il tutto mostra un sistema bancario in lenta agonia, che ha un grave problema di solvenza e per il quale un diluvio di liquidità (come il prestito gigante della BCE) serve unicamente a ritardare le scadenze.
Le banche non valgono più molto. Dalla crisi del 2008, i titoli bancari hanno perso circa il 90% del loro valore. Ciononostante risultano ancora quotati addirittura il doppio rispetto al loro valore reale.
In Europa le banche sono disposte a vendere qualsiasi tipo di attivi pur di recuperare la liquidità indispensabile per dare un poco di olio all’economia reale i cui ingranaggi stanno saltando.”
Philippe Herlin conclude con il seguente consiglio per il 2012: “Tenete conto del rischio banca nelle vostre decisioni patrimoniali, perciò ripartite gli averi su diverse banche, privilegiate investimenti in attivi reali (o fisici), come ad esempio immobiliari e metalli preziosi, piuttosto che gli attivi su carta gestiti dalle banche, in quanto con ogni probabilità nel 2012 diverse banche andranno in fallimento.” fonte