Nel suo consueto Montlhy Outlook l'Abi ha reso noti i dati sulle sofferenza bancarie, cresciute a settembre di €3 miliardi rispetto ad agosto e di €32,3 miliardi rispetto allo stesso mese del 2013 arrivando ad un totale di circa €177 miliardi. In termini percentuali, nell'ultimo anno sono cresciute del 22,4%, in diminuzione rispetto alla percentuale di inizio anno che era al 27,2%.
Le sofferenze al netto delle svalutazioni sono 81.4 miliardi di euro, e rappresentano il 4.5% degli impieghi e il 20,08% del capitale e delle riserve. In rapporto al totale degli impieghi, le sofferenze lorde sono salite al 9,3%, in aumento dal 7,5% dello scorso anno.
- Il ritmo di esplosione delle sofferenze e dei crediti deteriorati, benché migliorato negli ultimi mesi, rimane comunque a livelli di massimo allarme.
- Se nel prossimo futuro non si dovesse assistere ad una inversione del ciclo economico verso un sentiero di crescita robusto e duraturo (ipotesi assi improbabile), le banche si troveranno a dover affrontare significativi peggioramenti dei volumi delle sofferenze e dei crediti deteriorati, che peggiorerebbero significativamente il rapporto con il capitale e riserve.
- Quanto appena affermato è tanto più vero se si considera che, allo stato attuale, i crediti deteriorati (333 miliardi) rappresentano oltre l'80% del capitale e delle riserve.
- Il numero dei soggetti insolventi supera il milione e duecento mila unità, e sono soggetti ai quali è inibita la possibilità di accesso al credito. Questa grandezza peggiora significativamente se si considerano anche tutti i soggetti titolari di posizione incagliate, ristrutturate o scadute.
- Alla luce di quanto quanto sopra esposto è assai difficile immaginare che le banche possano tornare a concedere credito, stante la fragilità del contesto economico e il deterioramento della qualità del credito in ampi strati di soggetti già alle prese con alti livelli di indebitamento.