Band of brothers rappresenta dal di dentro lo spirito che in quegli anni i soldati vivevano, la fratellanza che nasceva dal condividere esperienze estreme, condizioni di sopravvivenza incredibile, la dura lotta per non morire, e lottare per un metro di terra. Estremizzati i concetti militari, dove il grado implica comando, e nessuna possibilita’ di esitazione, o contrapposizione a quanto deciso.
Dal D-Day, con lo sbarco in Normandia, o meglio per loro il lancio visto che si trattava di una compagnia di paracadutisti, primi ad arrivare sul suolo nemico, alla resa finale di Hitler, con la conquista del Nido dell’aquila, alla scoperta dei campi di concentramento, tutto sempre visto dai soldati, di ogni grado e provenienza, ma fratelli in quell’inferno.
La Guerra non si puo’ definire una esperienza da fare, lo scontro fisico estremo, le decisioni prese in un attimo che possono costare la vita, il vivere in delle buche di terra per mantenere la linea, vedere cadere amici a un metro da te, insomma tutto non fa altro che rafforzare la convinzione che l’uomo e’ artefice del proprio male e della propria sofferenza dovendo ricorrere alle armi per riportare alla sanita’ mentale altri uomini.
Tanti i film sul Vietnam, sulle guerre piu’ moderne, ma credo che la II guerra Mondiale sia l’ultima a essere stata ancora cosi’ fisica, oltre ovviamente ad aver coinvolto un numero cosi’ alto di popoli e nazioni, ma la crudezza, la consapevolezza di andare a morire e’ qualcosa che credo oggi non si possa afferrare e condividere cosi’ facilmente.
A livello televisivo sono molto toccanti gli interventi iniziali e finali di ogni puntata, in cui alcuni dei protagonisti del tempo, ormai vecchietti attempati, ricordano quel periodo, e riportano alla mente episodi e storie, valutazioni e sensazioni, una serie tutta da vedere.
www.youtube.com/watch?v=2mG2ZQtqLm4
Massi