Ebbene si, oggi si richiama l’attenzione al fascino frivolo del red carpet qui al Festival di Sitges. Tutta per Antonio Banderas, attesissimo, ovviamente, nel week end che riceverà il premio alla carriera. Presenterà inoltre il suo ultimo film: “Automata”, una produzione americana (e spagnola) girata in Bulgaria, e di cui è anche il protagonista insieme a Melanie Griffith e per cui è palpabile la curiosità del pubblico e degli addetti ai lavori.
La trama è semplice: 2044 la Terra sta andando verso una desertificazione totale e l’umanità combatte per la sopravvivenza. Gli automi, robot creati per aiutarli, diventano però un problema e sarà proprio Banderas, nei panni dell’assicuratore Jacq, impiegato della Robotics Corporation, ad indagarne il motivo.
Più del film, ciò che incuriosisce è come sempre, il personaggio Banderas. Serio professionista ed apprezzato attore che, se sul red carpet di Cannes, Venezia o Toronto o quello del Sundance fa un certo effetto perchè rappresentante di quel cinema internazionale in cui si riconoscono un pò tutti, mentre qui, in Spagna, è tutta un’altra cosa. E’ semplicemente Antonio Banderas agli occhi degli spagnoli il loro attore più rappresentativo, l’uomo, oltre che l’attore insomma; sarà che questo festival è ubicato nella sua patria che, si sa, lo vede come vera e propria risorsa del paese. Chissà.
Ma l’attesa del Festival non è solo Banderas sul red carpet ma anche la visione in sala di altri film interessanti in programmazione, tra cui il film “Good night mummy” del duo emergente austriaco Veronika Franz e Severin Fiala; un film arrivato quest’anno anche alla Biennale di Venezia quasi in sordina, che racconta di ciò che avviene nella casa di campagna in provincia di Vienna dove abitano due fratellini, gemelli, di nove anni che attendono il ritorno della madre dopo un intervento di chirurgia estetica.
Il terrore psicologico inizia quando i due gemelli iniziano a sospettare, non riconoscendo la madre se non dagli occhi e dalla bocca che la madre non è davvero lei, ma un’altra che la sta impersonando. Un horror? Un film d’autore? Come hanno detto i registi stessi : “Il nostro film Ich seh Ich seh vuole essere entrambi. Amiamo il cinema fisico, il cinema che ti travolge. Allo stesso tempo, però, con la nostra storia cerchiamo di porre domande che per noi sono esistenziali: domande che hanno a che fare con la realtà della vita, domande sull’istruzione e sull’equilibrio dei poteri nelle famiglie, sull’identità e soprattutto sul mostro che vive dentro le persone. Volevamo realizzare un film che dicesse qualcosa sulle nostre vite e che, allo stesso tempo, ci facesse gelare il sangue nelle vene”. Un altro bell’esempio di ciò che il festival del cinema di Sitges ha promesso quest’anno: creare un ponte tra il “brutto”sogno e l’incubo, attraverso l’immaginazione. Per il fare bei sogni ci pensa invece Banderas sul red carpet.
di Cristina T. Chiochia per Oggialcinema.net