Spesso ci troviamo ad affrontare le biografie delle persone esagerando su quello che hanno fatto nel bene e nel male etichettandoli come eroi oppure come banditi, quando effettivamente molti di loro non si sono mai sentiti ne l'uno ne l'altro, ma hanno solo vissuto una vita che meritava di essere vissuta.Voglio raccontare la storia di un uomo particolare, che per tutta la vita ha combattuto tra il bene ed il male, senza sapere cosa fossero.
Mi hanno affibbiato molti nomi, nomignoli ed altro, tanto che oggi ho perso memoria di quale sia il mio vero nome di nascita. Per voi sono lo Schmid di Agaro.Penso, ma non sono sicuro, di essere nato in Insvizzera, ed ho passato quasi tutta la mia vita ad Agaro, e sono morto insieme al mio paese, distrutto, allagato e quindi sommerso dalle acque per dar vita a quello che voi chiamate sviluppo industriale. Nella mia vita non ho fatto altro lavoro se non quello di spallone; oddio non disdegnavo il bracconaggio per raccogliere qualche soldo in più.Molti compagni di viaggio mi temevano per il fatto che portavo armi con me, anche se le ho usate molto poco e quasi mai per fini bellicosi: mi ricordo quella volta al passo della Rossa dove vi erano due giovani in divisa che prendevano qualcosa per pranzo: per distrarli e metterli in fuga ho deciso di fare il tiro al bersaglio con la loro bottiglia di vino: dopo molti anni debbo dire che mi dispiace molto, per il vino intendo.Fino a questo punto potete pensare che fossi un poco di buono, ed in parte avete ragione, ma a mia difesa devo dire di aver salvato la vita a molte persone che mi accompagnavano nei viaggi oltreconfine. Userò questo ricordo a memoria della mia opera di salvatore di vite in pericolo: una volta uscendo dal passo della Rossa per rientrare in Italia ci siamo imbattuti in una tormenta mai vista ed in brevissimo tempo perdiamo il sentiero di discesa per il rientro al Devero. Tutti i mie compagni si ostinavano a dire di andare di qui oppure andare di là: presi in mano la situazione, annusai l'aria e capii che eravamo a pochi metri dal temibile ghiacciaio del Cervandone: se avessimo proseguito ci avrebbero trovato solo a fine estate con il restringimento del ghiacciaio: mi misi in ginocchio e come fanno i camosci in poco tempo ritrovai il percorso di discesa per rientrare a casa: non voglio vantarmi troppo ma salvai almeno sei vite da morte sicura.La mia vita finii come era cominciata: in modo sconosciuto. Fui fermato da molti agenti della finanza sulle alture del Devero: mi accusarono di aver fatto morire alcuni dei loro compagni; fui condotto sul sentiero di discesa verso Baceno, dove non arrivai.