Ore cinque e quaranta: non riesco a dormire. Ne approfitto per un giro a Talad Noi, mercato rionale di Chinatown: tra pesce fresco, inquietanti alimenti sotto sale, papaya e fette di angurie, sdentate vecchiette mi danno il buon giorno. Per 15 bath (meno di 40 centesimi) faccio il primo acquisto della giornata: due eccellenti panini prosciutto, insalata e granchio: oggi anch’io avrò il mio lunch box!;)Un battello sul fiume e alle sette sono già al Wat Arun: profumo di gelsomino e suono di campane, in questo tempio sacro ancora deserto… Mi lascio sfuggire un “Oh, My God” fissando il prang che si innalza al cielo: una spirale da 79 metri, ceramiche colorate nella tranquilla serenità di draghi e spiriti custodi.Alle otto mi avvio verso il Palazzo Reale: orde di turisti all’orizzonte, ombrelli alla mano, bottiglie d’acqua nello zaino, i visi imperlati di sudore; fa già caldissimo in questa umida giornata estiva. Una fetta di cocomero e un caffè freddo e sono pronta per il Buddha “di smeraldo”, ricordo di vita alla ricerca del distacco dal mondo, dalle passioni, dall’attaccamento alle cose…Qual è la via verso la salvezza? Alla ricerca del proprio nirvana o di un’esistenza come Bodhisattva, ad un passo dal nirvana ma che vi rinuncia per aiutare gli altri a raggiungerlo[1]?Godere del proprio tesoro o abbandonarlo per condividere la propria scoperta con gli altri? Tornare indietro dopo aver scoperto la luce che illumina la caverna?…Fuori del palazzo reale un mercato di amuleti sembra suggerire che la risposta non sarà semplice…
[1] Differenza tra il buddhismo thailandese, cambogiano e laotiano e quello vietnamita…