“Can I help you? Are you studying your guide book? I always did the same at your age”.Mi accoglie così la Thailandia, nel sorriso autentico di una giovane donna di Bangkok, anche lei viaggiatrice dall’altra parte del globo.
Un taxi rosa shocking dall’aeroporto verso il centro : viaggio su sedili foderati con la faccia di Hello kitty, tra centri commerciali, Mac Donald’s e sopraelevate. Poi minibus fino a Chinatown: qui niente vetrine scintillanti, né aria condizionata, né ragazze firmate Lonchamp: lontano da Siam Square, centro dello shopping e della “Bangkok bene”, è tutta un’altra musica. Si cammina tra tempi e archi cinesi, zizagando tra statue di Buddha sorridenti, sdraiati e di fianco, commercianti d’oro e mercati di pesce, Thai massage e rainbow ice-cream, venditori di thè verde e di succhi di melograno.Per le strade taxi, autobus colorati e tuc tuc (versione asiatica dell’“ape cross” nostrana), bancarelle di imprecisati alimenti sotto sale e ambulanti con spinosi frutti pseudo tropicali.E un grassoccio porcellino di autentico finto oro che augura sorridendo buona fortuna.In lontananza le luci di mille grattacieli si accendono, a intermittenza: città viva che non dorme, Bangkok sfida un cielo grigio carico di pioggia: il monsone cinese sta arrivando…