24 luglio 2014 Lascia un commento
Ancora piu’ significativo e’ che Sotheby’s la famosissima casa d’aste londinese, tempio dell’arte applicata al vile denaro, organizzi una retrospettiva-mercato del nostro nella sua galleria S2 e il sottotitolo "A selling exhibition" la dice lunga su chi
Del resto come Zappa ci ricorda, "We’re Only in It for the Money" e se nel contempo si diverti’ ad assestare un bel calcio in bocca ai santoni di Liverpool, Banksy va in America a scarabocchiare muri mentre a Londra guadagna sterline a vagonate, tanto in mezzo c’e’ un oceano, quindi chi se ne accorge e soprattutto lasciamo le magliette e gli adesivi ai poveri (di spirito) e i quadri a chi puo’ permetterselo.
Ad ogni modo nessuna polemica perche’ e’ piu’ divertente godersi lo spettacolo ed in effetti ci si diverte sul serio.
Si perche’ il ragazzo ci sa fare, talvolta e’ scontato certo, in generale la contrapposizione dissacratoria non e’ che implichi chissa’ quali finezze letterarie e del resto la grande popolarita’ deriva proprio dalla facile comprensione del suo lavoro ma tutto cio’ che e’ fatto bene esige comunque cura e ingegno e percio’ lo si apprezza.
Lo stile e’ noto, le opere esposte pure. L’insieme visto dal vivo guadagna in umorismo e spessore, uscendo dalla gabbia imposta dai rotocalchi e delle pagine web, i disegni s’allargano nel campo visivo, espandendosi anche di significato.
Banksy diviene poi scultore con topini, ballerine e David di Michelangelo quasi in dimensioni reali e in tenuta da battaglia. Confesso sia quasi impossibile non pensare di possederne almeno uno, perche’ in mezzo al bailamme, qualcosa che colpisce e piace c’e’ sempre.
Insomma, bravo e’ bravo, furbo al di sopra di ogni altra considerazione e per quanto non abbia cambiato idea sul progetto Banksy, non c’e’ dubbio che qualche punto l’abbia guadagnato
Pagina ufficiale della mostra