Banshee, una serie vibrante come un pugno nello stomaco

Creato il 16 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

16 gennaio 2014 • Serie TV, Serie USA, Vetrina Cinema

Scazzottate, sparatorie e linguaggio sboccato per una prodotto televisivo che è già cult 

Banshee è una serie tv per gli stomaci forti e per chi ama le grandi emozioni. Trasmessa sul network CineMax e prodotta dal papà di True Blood, Banshee è una serie che va vista nella sua interezza per poterne apprezzare ogni sfaccettatura. Dal 10 Gennaio, in America, è iniziata la seconda stagione ed in Italia questo gioiellino ancora non è stato trasmesso né su qualche canale satellitare, né dalla piattaforma digitale. Un vero peccato perché Banshee,  è una tra le produzioni di spicco della moderna realtà televisiva. Sarà pure sboccata, violenta, piena zeppa di scene hot, eppure la vicenda pian piano, entra nel cuore dello spettatore ammaliandolo e seducendolo con il fascino del proibito

Hood e Carrie in una scena di Banshee

Ambientata in un’immaginaria cittadina della Pennsylvania (in realtà ci troviamo nella Carolina del Sud), Banshee racconta una storia alquanto bizzarra ma che pian piano riesce a convincere anche lo spettatore più selettivo. Anthony Starr, classe 1975 e attore australiano famoso per la serie tv Rush, qui interpreta un uomo tormentato ma dal grande fascino. Dopo aver trascorso 15 anni in una prigione, l’uomo decide di rimettersi sulle tracce del suo amore perduto, Carrie (Ivana Milicevic) una donna che vive  a Banshee sotto falso nome e sposata con un famoso avvocato della città. Dopo la morte dello sceriffo a causa di una lite, l’uomo decide di rubare la sua identità e di rimanere tra le mura di questo piccolo centro.

Il neo sceriffo Hood si aggira così in quel di Banshee come un vero giustiziere, ma il suo passato torna a bussare alla porta quando, Mr Rabbit (Ben Cross) un noto criminale, decide di mettersi sulle tracce del falso sceriffo. Questo è solo l’inizio di una vicenda intricata che mischia sangue (a fiumi), sesso (bollente) ed amori (proibiti) in una città multi-etnica dove il sacro ed il profano si confondono sotto la luce di un sole che non brilla mai. La prima stagione si è conclusa con un finale al cardiopalma, quasi fracassone e con un’immancabile bagno di sangue che però ha dato un vero scossone all’intero plot twist. Nella serie infatti arriva un nuovo personaggio, il criptico Željko Ivanek già visto in altre produzioni televisive, qui in un ruolo da vero villain intento a far luce sui comportanti dello sceriffo Hood ed il suo legame con Carrie.

Una locandina promozionale per Banshee

Sfruttando tutti quelli che sono i classici meccanismi di un cop-drama, Banshee mette quindi in scena un drama violento, surreale, trash (ma non ridicolo), fracassone, sboccato che si avvicina seppur lontanamente alla poetica tarantiniana. In una città che sembra quasi da Far West, troviamo non solo una comunità amish che vive in conflitto con l’universo di Banshee, ma vediamo come un signore della malavita – Kari Proctor interpretato da Ulrich Thomsen – che spadroneggia su una città in costante crisi ed inerme di fronte ad una criminalità che dilaga senza tregua.

Anche se il lungo pilot sembrava non aver convinto pienamente, forse a causa di questa congestione simultanea di universi, con il tempo la trama si delinea, si fa appassionante e spinge il piede su eventi surreali ed in bilico tra realtà e follia. Banshee si dimostra essere allora una serie tv dedicata ad uno spettatore più attento alla caratterizzazione del personaggio che allo sviluppo in sé degli eventi. Il motivo del suo successo va quindi ricercato non solo in una trama che coinvolge e stupisce, ma soprattutto perché tutti i personaggi hanno delle caratteristiche ben definite che vanno al di fuori dei cliché del genere. Primo fra tutti è Anthony Starr,  che incarna alla perfezione l’eroe romantico ma rude, bello da mozzare il fiato ed innamorato della sua donna. Seppur la “sua” Carrie all’inizio sembrava essere un personaggio in odore di già visto, con il tempo si trasforma in una vera badass.

La seconda stagione composta da 10 appuntamenti (come la precedente), conferma il grande appeal di Banshee; la serie creata da David Schickler e  Jonathan Tropper riesce a far male come un pugno nello stomaco ma al tempo stesso, ti trascina in un vortice di emozioni senza fine.

Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net

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