Credo di essere la rappresentazione vivente del detto “Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”. Nel senso, spesso sono contrario a forme artistiche classiche, tipo dipinti e sculture, anche se non disdegno alcune opere fra le più famose o artisti come De Chirico.
È vero anche che però, spesso, vengo intrigato da personaggi eclettici, che fanno della parola Arte un nuovo modo di intendere la cosa, riuscendo a distogliere il mio sguardo apatico e a rapirlo senza mezzi termini.
Uno di questi è Baptiste Debombourg, artista francese con all’attivo una serie sconfinata di rappresentazioni, mostre e premi, al punto che piuttosto che elencarli vi rimando alla pagina del suo sito ufficiale, dove troverete un sacco di immagini con cui comprendere meglio la sua visione dell’arte.
Ma non sempre questo è possibile, quindi mi faccio bastare quel poco.
Questi sono alcuni fra i lavori più importanti di questa artista, che sembra volersi prendere gioco delle convenzioni e riscrive il modo di fare arte a suo uso e costume.
E non si ferma certo a questo.
Oggetti distrutti con un ascia e poi ricostruiti lasciando intatti tutti i danni. Vecchi manuali che divengono paesaggi lunari. Inondazioni fatte di vetro o oggetti di plastica fusi e risaldati fra loro fino a creare nuove forme. Così come mobili che paiono incastrati fra loro da una forza sovrumana o
Ecclettica, come dicevo, ma anche visionaria, con un gusto particolare verso quello che è distruzione e rinascita, un mescolarsi di interpretazioni e di immagini che a volte disturbano, altre estraniano, altre ancora riescono a far sognare.
E se non è arte questa…