Sabato scorso, uno dei quotidiani a maggiore tiratura degli Stati Uniti, Usa Today, ha pubblicato, in esclusiva, quella che sembrerebbe la bozza di una proposta di legge di iniziativa presidenziale riguardo il tema dell’immigrazione.
Se i documenti rivelati dal giornale fossero veri, l’amministrazione Obama sarebbe pronta a intervenire in prima persona su una questione a lungo dibattuta e su cui nessuno dei due partiti, né i democratici, né i repubblicani, sono riusciti a concludere nulla negli ultimi venti anni.
L’argomento appare di notevole importanza, se si pensa che, alle elezioni presidenziali dello scorso novembre, Barack Obama è riuscito ad ottenere il voto favorevole del 70% della minoranza dei latinos, i figli degli immigrati dalle nazioni latinoamericane, tra cui si conta la maggior parte di quegli 11 milioni di immigrati irregolari che vivono negli Stati Uniti e che sarebbero principali beneficiari di qualunque legge di riforma sulla materia dell’immigrazione.
In sintesi la proposta della Casa Bianca punterebbe a permettere l’ottenimento della cittadinanza americana a tutti quegli immigrati in grado di dimostrare di avere un lavoro e di essere riusciti a superare test di lingua inglese e storia americana.
La naturalizzazione potrebbe essere ottenuta al termine di un percorso lungo otto anni, un termine ridotto di almeno la metà di quello di cui ha bisogno oggi un immigrato con un lavoro regolare.
A tale significativa diminuzione dei tempi per ottenere la cittadinanza, l’amministrazione americana affiancherebbe un ulteriore sforzo per rendere più sicure e meno permeabili all’immigrazione clandestina le frontiere statunitensi.
Sebbene Dennis McDonough, il nuovo capo dello staff della Casa Bianca, si sia affrettato a smentire la veridicità dei documenti pubblicati da Usa Today, da più parti si sono levate numerose critiche verso la possibile legge di riforma.
Marco Rubio, senatore della Florida e uno dei maggiori interpreti del tentativo repubblicano di recuperare il terreno perduto a favore dei democratici in termini di consenso elettorale fra gli immigrati, ha reagito in malo modo.
Temendo un ulteriore aumento del distacco tra il suo partito e i milioni di lavoratori irregolari provenienti da ogni parte del mondo, ha detto che se il presidente aveva intenzione di presentare una legge simile, la possibilità che questa potesse progredire nelle aule parlamentari era pressoché nulla.
Anche il deputato repubblicano Paul Ryan, ex candidato alla vicepresidenza con Mitt Romney, ha reagito con durezza alle indiscrezioni di Usa Today.
La reazione stizzita dei repubblicani a quella che non è ancora una proposta ufficiale di riforma dell’immigrazione da parte della Casa Bianca è indicativa.
È infatti qualche settimana che a livello parlamentare otto senatori, quattro democratici e quattro repubblicani, tra cui anche Rubio, lavorano ad un compromesso bipartisan sul tema dell’immigrazione.
Tuttavia, la “Gangs of Eight”, il nome con cui sono conosciuti gli otto appartenenti alla Camera Alta, non riescono a fare passi avanti significativi, probabilmente proprio per la intransigenza repubblicana a qualsiasi reale ammorbidimento delle attuali norme sugli immigrati.
Con ogni probabilità, Obama, consapevole dello stallo tra gli otto senatori, e proprio per esercitare pressioni sui membri conservatori del gruppo ha deciso di far filtrare le indiscrezioni su una possibile iniziativa legislativa sul tema.
L’obiettivo è indurre i quattro repubblicani a non tergiversare ancora, accettando soluzioni di compromesso più favorevoli agli interessi degli immigrati irregolari.
Se così non fosse, la minaccia, nemmeno tanto velata è quella di una iniziativa autonoma della Casa Bianca che avrebbe due conseguenze: da una parte non eviterebbe l’adozione di misure più morbide per regolarizzare gli immigrati e dall’altra farebbe ricadere sui repubblicani ogni responsabilità sulla incapacità del Congresso di riuscire a superare un problema non più rinviabile.
Evidentemente sul tema dell’immigrazione Barack Obama ha deciso di fare sul serio e non appare più disposto ad accettare ulteriori tattiche dilatorie dei repubblicani con cui il Gop intende solo rendere tempo per evitare di risolvere la questione.
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