Barcellona

Creato il 29 maggio 2011 da Alboino
Non so quanti di voi ieri sera hanno guardato in tv la finale di Champions League fra Barcellona e Manchester United (un vero e grande spettacolo: non solo di sport ma di vita!!!) e quanti fra questi ricordano la finale dello stesso torneo dello scorso anno tra Inter e Bayern di Monaco. Ecco: confrontare le due finali serve a capire cos’è il calcio oggi e verso quali nuove strade si incammina. La vittoria dei blue grana di ieri sera non è solo ed esclusivamente una vittoria calcistica: il Barcellona di quel grande signore (e noi in Italia continuiamo ad incensare Mourhino???) di Peep Guardiola, del “dio del calcio” Messi, dei fuoriclasse Xavi, Iniesta, Villa. del front man Piqué (stasera si festeggia tutti al Nou Camp e poi via di corsa per le danze sfrenate al concerto della sua amata Shakira), non si è imposto solo sul Manchester United di sir Alex Ferguson (un altro grande signore del calcio!!!) ma sul mondo intero. Già perché il Barcellona non è “solo” una squadra di calcio (per questo ce ne sono tante dal Real Madrid all’Inter passando per tutto il variegato mondo del pallone); è un intero modello che fa scuola. Barcellona Football Club è una vera e propria filosofia di sport che negli ultimi anni ha cambiato la cultura di questo sport: “E' la maniera di fare calcio del Barcellona che vince: il suo credere fermamente nei giovani e soprattutto nella scuola dei giovani, nel tenerli insieme, nel farne un gruppo che va molto al di là di un semplice spogliatoio o di un allenamento”.
Lo si è visto in tutte le partite giocate dal Barcellona in campionato, in Coppa del Re, in Champions League e lo si è visto anche e soprattutto ieri sera: quella che andava in scena non era solo una partita di calcio, uno scontro fra due opposti team, una partita tra il nuovo che avanza e il calcio tradizionale ma pur sempre grandioso di Alex Ferguson, ieri sera abbiamo percepito la sensazione netta di una svolta epocale nel mondo dello sport. Guardiola, appena quarant’anni, il tecnico più giovane ad aver vinto due Champions, ha schierato una squadra dall’età media di 26 anni e mezzo, contro i 29 del Manchester, una squadra che ha il futuro davanti creato nella cantera catalana e basata sul lavoro dei giovani che con abnegazione cercano di fare qualcosa di grandioso. Giovani, non nomi altisonanti e dalle cifre roboanti, che hanno fatto la fortuna della Spagna: di quelli che hanno giocato ieri sera, 8 sono campioni del mondo in carica, eppure nessuno si è mai montato la testa. Nemmeno il “dio” Messi (guardate l’esultanza dopo il suo gol e capirete perché il Barcellona è destinato a segnare un’epoca) il più grande giocatore oggi in circolazione si è mai offerto in atteggiamenti da star scostante e viziata, anzi la sua timidezza e l’esplodere della sua rabbia in gioia lo fanno apparire come uno dei tanti comuni mortali. Quando anche noi, in Italia, riusciremo a capire che lo stesso dobbiamo fare, che i giovani prima bisogna farli crescere e poi dar loro fiducia, forse avremo fatto un grande passo avanti.
Con la vittoria di ieri, il Barcellona è destinato ormai a misurarsi con le grandissime squadre del passato: il Real Madrid della seconda metà degli anni 50, l'Ayax di Cruyff di cui il Barcellona può essere considerato l'erede quasi 40 anni dopo, il Bayern di Beckenbauer e Muller degli anni 70, il Liverpool della fine anni 70, il grandissimo Milan di Sacchi, lo stesso Manchester United a cavallo degli anni 2000. Siamo ormai a questi livelli, si discute della perfezione.
Ecco spiegato il porque, porque, porque tanto oggi di moda!




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