A Barcellona hanno trovato ad accoglierli temperature tra i 12 e i 20 gradi e un bel cielo azzurro. In inverno, il clima di questa città rappresenta un plus non indifferente, ma non è certo questo l’unico aspetto positivo della capitale catalana che, nonostante la crisi, continua ad attrarre turisti e nuovi residenti da mezzo mondo.
«Perché in Italia non riusciamo ad avere un livello di efficienza simile?» mi hanno domandato i miei amici, stupiti dall’elevato numero di pattuglie di vigili e di polizia che circolano per le strade, dal (relativamente) poco traffico cittadino, dalla frequenza delle corse della metropolitana e degli autobus, dalla facilità di parcheggiare (e di trovare parcometri per pagare), dalla presenza di parchi gioco ben tenuti in ogni piazza, dalla pulizia delle spiagge, dal gran numero di piste ciclabili e di biciclette pubbliche sempre in buono stato.
Chi vive da tanti anni nella capitale catalana sa che i problemi non mancano nemmeno da queste parti, ma va riconosciuto che l’amministrazione cittadina si prodiga per rendere Barcellona un polo di attrazione non solo turistico, ma anche culturale e soprattutto tecnologico. I sindaci che si sono susseguiti in questi anni hanno fatto molto per rendere popolare l’immagine della città all’estero. Le delegazioni di politici e imprenditori catalani sono spesso ospiti di nazioni potenzialmente interessata ad investire nella zona. Mentre ultimamente a Milano si proclama di voler “portare il mondo all’Expo 2015″, qui si cerca di portare Barcellona nel mondo.
In soli due anni Barcellona ha guadagnato quattro posizioni nella classifica delle Smart City europee, (le cosiddette città intelligenti) passando dall’ottavo al quarto posto, preceduta soltanto da Copenhagen, Amsterdam e Vienna e lo scorso gennaio è stata l’unica città d’Europa ed essere invitata all’International Consumer Electronic Show di Las Vegas, la più importante fiera di elettronica di consumo del mondo. Non è una caso che il colosso del networking Cisco abbia in corso enormi progetti per rendere Barcellona ancora più interconnessa e all’avanguardia, mentre fra pochi giorni (24-27 febbraio) si apriranno le porte del Mobile World Congress, che porterà circa 75 mila visitatori in città (con un giro d’affari di 340 milioni di euro) e dove sono attesi personaggi del calibro di Mark Zuckerberg, Ceo di Facebook e Jam Koum, cofondatore di WhatsApp. Sempre a Barcellona, in novembre (18-24) si terrà lo Smart City World Congress.
Questa la teoria. Ma come si traduce nella vita dei cittadini “l’intelligenza” della città? Solo qualche esempio.
Smart parking
Insomma, un gran risparmio di tempo (niente ricerche disperate di ticket gratta e sosta come accade per esempio a Milano o di monetine per il parcometro) ma anche di denaro. Con questo sistema in caso di incertezza sulla durata della propria sosta non serve inserire più monete per timore di essere multati. E nemmeno occorre tornare dopo le due ore regolamentari per un pagamento supplementare. Il cellulare ci farà pagare soltanto per i minuti di parcheggio reali e ci invierà un ticket elettronico come ricevuta. Io lo uso quasi ogni giorno, è semplice ed efficiente.
Il documento di identità nello smartphone
Autobus: tempo di attesa sul telefono e ricaria di cellulari
A Barcellona chi vuole sapere esattamente quanto ci metterà l’autobus ad arrivare, ha a disposizione varie applicazioni gratuite. Inserendo il codice della fermata in cui ci si trova è possibile conoscere i minuti mancanti all’arrivo del mezzo. Le applicazione offrono anche informazioni sulle fermate più vicine, le linee di trasporto che passano per ogni fermata e informazioni sulle tariffe. Per chi usa i mezzi pubblici uno strumento molto efficace. E se si rimane senza batteria, molte fermate sono dotate di porti USB per la ricarica del proprio cellulare.
Biciclette, illuminazione, verde urbano e raccolta rifiuti. Tutto smart
Il Comune sta sviluppando un sistema di illuminazione che riconosce la presenza di pedoni e l’ha già sperimentato in alcune vie cittadine. Così, di notte, i lampioni potenziano la luce in caso di passaggio di persone. Un modo per risparmiare e allo stesso tempo rendere più sicuri i quartieri della città.
È in previsione anche l’installazione di contenitori della spazzatura dotati di sensori volumetrici che permetterebbero ai camion di raccolta di andare soltanto là dove è necessario ritirare i rifiuti, risparmiando tempo e denaro.
Cultura digitale e non solo
Anche dal punto di vista della promozione culturale Barcellona non si tira indietro.
Una delle ultime invenzioni del comune è una tessera, chiamata carnet BCNcultural rivolta ai residenti interessati alle numerose manifestazioni artistiche, mostre, concerti, spettacoli teatrali, musei e spettacoli, che a Barcellona non mancano mai. Con una spesa di 20 euro annuali il possessore della tessera può accedere a oltre 400 attività a prezzi ridotti rispetto a quelli normali, accedere al servizio prestiti di qualsiasi biblioteca della città, acquistare libri con un 5% di sconto in varie librerie e ottenere riduzioni per iscriversi a corsi di formazione.
Numerose sono anche le applicazioni multilingue scaricabili gratuitamente per scoprire itinerari turistici meno conosciuti o costruirne di personalizzati, condividere esperienze di visite ai musei e alle diverse attrazioni storiche e culturali della città.
Da residente all’estero, ma con l’Italia nel cuore, non posso non pormi la domanda che mi fanno spesso gli amici quando vengono in visita a Barcellona: perché da noi no?
Anch’io mi chiedo perché a Barcellona, quando si decide di rifare un quartiere, una piazza o una via si cerca di unire la funzionalità all’estetica, si decora un angolo con un’aiuola (e si tiene in buono stato), si prevede un angolo da destinare a parco giochi per bambini, una fontana e spesso persino uno spazio per i cani.
Piccole cose che fanno grande una città.
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(Foto in homepage presa qui: http://www.webdelviajero.net/2013/10/26/alojamientos-en-barcelona-online/)