In un periodo di estrema emergenza immigrazione e di pesanti polemiche sui Cie (i Centri di identificazione ed espulsione che ospitano temporaneamente gli stranieri destinati a rientrare in terra natia) dal Cara di Bari giunge una storia di solidarietà e sport. Qui, infatti, due poliziotti del centro di accoglienza, notando la bravura di due immigrati nella corsa, hanno deciso di “allenarli”, seguendoli personalmente ed assecondandone il talento.
Da qui, la decisione di aiutarli, permettendo loro di vivere all’interno del Cara, e nel modo migliore possibile, quella passione vibrante. Nonostante una condizione economica non agiata, i due poliziotti acquistano abbigliamento sportivo, scarpe professionali da running e cronometri, sostituendo di fatto i mezzi di fortuna con cui Abdulle e Mussie si allenavano attorno al perimetro del Cara. Ma non è tutto, il sovrintendente Leone riesce persino a far entrare i due stranieri in una squadra di atletica amatoriale barese.
Nageeye Abdulle Abdisha Juur (questo il nome completo del somalo) è ora in partenza per Perugia, con un permesso di soggiorno della durata di 3 anni per ragioni umanitarie, mentre Hitsa Mussie sta usufruendo di un permesso di 5 anni ed è da poco partito in direzione Svizzera. Un’esperienza breve, la loro, all’interno del Cara di Bari (che al momento conta circa 1460 ospiti) ma intensa, memorabile, grazie alla spiccata sensibilità dei due agenti della struttura che in virtù dell’aiuto profuso sono stati ribattezzati da Abdulle e Mussie “Big father” e “Big brother“.
Bari, gli immigrati "corridori" allenati dai poliziotti, 10.0 out of 10 based on 1 rating