L’inquinamento atmosferico rappresenta l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, dovuta alle emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento. Le sostanze inquinanti più diffuse in atmosfera sono il biossido di zolfo (So2, di è responsabile il settore industriale, che per ovvi motivi deve essere lontano dal centro abitato), gli ossidi di azoto (Nox), il monossido di carbonio (CO), l’ozono, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le polveri (soprattutto il particolato di diametro inferiore a 10 milionesimi di metro, il Pm10, causato prevalentemente dallo smog), le polveri ultrasottili come il Pm2,5 (non possono essere bloccate neanche con i più moderni impianti di filtraggio) e il piombo. Le centraline spesso non riescono a rilevare la presenza di queste sostanze in quanto le emissioni sono composte prevalentemente da nanoparticelle, perciò può risultare impossibile far riferimento a parametri reali. Detto ciò, non si può non sottolineare che un inceneritore è un impianto nocivo e molto costoso, senza dubbio utile solo a chi lo costruisce/gestisce. I venti che soffiano in città, infatti, trasportano polveri residue e ceneri nocive per la nostra salute. Per ridurre i rifiuti e dar loro nuova vita è sufficiente applicare il principio delle 4R: riciclo, riuso, riduzione, recupero. Concetto ampiamente divulgato dal Colletivo Exit, Beni Comuni e Circolo Arci. È il silenzio dei singoli che lascia marcire la città nell’indifferenza.Inquinamento da diossina, inquinamento ambientale, inquinamento acustico, inquinamento atmosferico. Quattro ecomostri partoriti dall’uomo che pesano sulla salute pubblica come macigni avvelenandoci in silenzio. A completare il quadro, il miraggio della delocalizzazione degli impianti industriali e lo spettro della perdita dei posti di lavoro (ricordiamo che per salute pubblica s’intende anche quella dei lavoratori). Perciò, in assenza di reali provvedimenti impariamo a denunciare a ad auto-tutelarci anche con una semplice richiesta di risarcimento.Mio articolo su Barletta News
Barletta città inquinata? Si può chiedere un risarcimento
Creato il 31 luglio 2014 da Mela Verde NewsL’inquinamento atmosferico rappresenta l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, dovuta alle emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento. Le sostanze inquinanti più diffuse in atmosfera sono il biossido di zolfo (So2, di è responsabile il settore industriale, che per ovvi motivi deve essere lontano dal centro abitato), gli ossidi di azoto (Nox), il monossido di carbonio (CO), l’ozono, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le polveri (soprattutto il particolato di diametro inferiore a 10 milionesimi di metro, il Pm10, causato prevalentemente dallo smog), le polveri ultrasottili come il Pm2,5 (non possono essere bloccate neanche con i più moderni impianti di filtraggio) e il piombo. Le centraline spesso non riescono a rilevare la presenza di queste sostanze in quanto le emissioni sono composte prevalentemente da nanoparticelle, perciò può risultare impossibile far riferimento a parametri reali. Detto ciò, non si può non sottolineare che un inceneritore è un impianto nocivo e molto costoso, senza dubbio utile solo a chi lo costruisce/gestisce. I venti che soffiano in città, infatti, trasportano polveri residue e ceneri nocive per la nostra salute. Per ridurre i rifiuti e dar loro nuova vita è sufficiente applicare il principio delle 4R: riciclo, riuso, riduzione, recupero. Concetto ampiamente divulgato dal Colletivo Exit, Beni Comuni e Circolo Arci. È il silenzio dei singoli che lascia marcire la città nell’indifferenza.Inquinamento da diossina, inquinamento ambientale, inquinamento acustico, inquinamento atmosferico. Quattro ecomostri partoriti dall’uomo che pesano sulla salute pubblica come macigni avvelenandoci in silenzio. A completare il quadro, il miraggio della delocalizzazione degli impianti industriali e lo spettro della perdita dei posti di lavoro (ricordiamo che per salute pubblica s’intende anche quella dei lavoratori). Perciò, in assenza di reali provvedimenti impariamo a denunciare a ad auto-tutelarci anche con una semplice richiesta di risarcimento.Mio articolo su Barletta News