Basìlica
Dal latino basilica(m) ‘edificio pubblico’, in latino ecclesiastico ‘edificio destinato al culto cristiano’, dal greco basiliké (stoá) ‘(portico) regio, casa reale’.
Sostantivo femminile.
1. Nell’antichità romana, edificio con grandi sale e corridoi, spesso con un grande spazio coperto a pianta rettangolare, diviso per mezzo di colonnati in tre o cinque navate, dove si amministrava la giustizia e si trattavano gli affari: la basilica di Massenzio.
2. Nell’antichità cristiana, tempio con struttura architettonica derivante da quella dell’antica basilica romana e terminante in un’abside: le basiliche paleocristiane, la basilica di S. Apollinare in Classe.
3. Titolo di chiesa derivante da concessione apostolica o da consuetudine immemorabile, con annessi privilegi liturgici: la basilica di Santa Maria Maggiore.
4. (aralidca) Insegna della Camera apostolica.
Una (parola) giapponese a Roma
Outgoing [[awt'going]
Voce inglese, propriamente ‘uscita’, composto di out ‘fuori’ e going ‘andare’.
Sostantivo maschile invariabile.
Nel linguaggio del turismo, il promuovere l’afflusso turistico verso un determinato paese straniero.
Flusso di turisti in uscita.
Ci scrive Tommaso Mazzoni.
— Alberto Moravia – Il cognome assunto, Pincherle, ritengo debba essere pronunciato Pinchèrle e non altrimenti. Tempo fa, parlando con una signora fiorentina, fu proprio da lei che appresi appunto il particolare riportato: questa signora aveva infatti conosciuto una famiglia dal cognome Pincherle, che veniva pronunciato Pinchèrle. Ignoro però se fossero stati parenti dello scrittore. Ciò premesso, c’è qualche amico della Parolata che possa confermare la pronuncia esatta del cognome vero, riferito appunto ad Alberto Moravia?
L’argomento mi ha suscitato la curiosità anche per il cognome di un altro scrittore italiano, universalmente noto come Gabriele D’Annunzio e non altrimenti. Ebbene, non ricordo i particolari, ma mi sembra che il cognome di nascita sia stato Rapagnetta (o un nome del genere) e che abbia poi trovato il modo di farselo cambiare nell’assai più raffinato “D’Annunzio”.
Nessuno sa, anche per questo caso, come siano andate le cose con precisione?
È vero che sono argomenti secondari, questi miei, ma la mia curiosità mi ha spinto ad approfittare di questo bellissimo mezzo che è la Parolata, frutto del caro Carlo Cinato, che non smetterò mai di ringraziare e che particolarmente saluto. —
Chiedo perdono, ma non ho resistito al rendere pubblici gli apprezzamenti del nostro amico Tommaso. Per ciò che riguarda D’annunzio, riporto la voce di Wikipedia che conferma ciò che scrive Tommaso circa il vero cognome, ma non specifica se la motivazione del cambio fosse anche nella maggiore eleganza del nome acquisito: "nato Rapagnetta (acquisì il cognome D’Annunzio da un ricco parente che lo adottò, lo zio Antonio D’Annunzio)".
Purtroppo dobbiamo dare torto a Tommaso, poiché sembra che il cognome si dica ['pinkerle]: lo dice la Rai. A meno che qualcuno non porti testimonianze diverse.